(volantino di Progetto Comunista - gennaio 2006)
Cirio, Parmalat, Bond argentini, scalate incrociate di Antoveneta e
di BNL da parte di avventurieri senza scrupoli… Gli scandali finanziari
rivelano la concreta natura del capitalismo.
Le fortune di milioni di lavoratori, correntisti, piccoli risparmiatori,
gia tartassate dai costi bancari più alti di Europa, sono usate
dalle banche come leva di speculazioni e scalate finanziarie in un infinito
gioco di risiko in cui i banchieri si scannano tra loro per la spartizione
delle imprese e di una rendita finanziaria esentasse, e la povera gente
vede messi a rischio quotidianamente piccoli risparmi e posti di lavoro.
L’ ” associazione a delinquere” non sta ( solo) nel quartierino dei
furbetti Fiorani ,Ricucci ,Gnutti e Consorte e nelle loro illegalità.
Sta nell’intero sistema bancario e capitalistico del paese. Sta nella legale
rapina quotidiana che esso opera ai danni delle masse popolari. Sta in
quella legge della giungla che vede settori diversi dell’apparato dello
stato, della magistratura, della stampa, dei servizi segreti, dei partiti
borghesi di centro destra e di centro sinistra, predisporsi a soccorso
delle diverse cordate capitalistiche, l’una contro l’altra armate, in cambio
di favori e prebende. E in cui i capitalisti a loro volta, senza alcuna
distinzione, si rivolgono indifferentemente a tutti i possibili interlocutori,
siano essi di centro destra o di centro sinistra, in cambio di sostegni
e complicità. Così Callisto Tanzi (Parmalat) finanziò
indifferentemente Prodi e Alemanno. Così Fiorani, Ricucci, Gnutti,
Consorte si sono appoggiati indifferentemente su Berlusconi e Fassino.Così
Tronchetti Provera ha ricercato e ottenuto i favori sia di D’Alema (prima)
sia di Berlusconi (dopo)
Milioni di lavoratrici e di lavoratori e l’intera economia italiana
sono presi in ostaggio da questo cinico gioco di società della borghesia.
Nel quale il confine vero non è tra centro destra e centro sinistra,
ma tra capitalisti e lavoratori, strozzini e vittime. E’ ora di dire basta!
La crisi economica, sociale, morale, delle classi dirigenti richiede
una risposta radicale. Altro che chiedere ”codici etici” a padroni e banchieri
usurai. Altro che governare con Prodi-Banca Intesa, con Rutelli- Montezemolo
o con Fassino-Unipol. E ora di dire che le classi dirigenti e i loro
portavoce hanno fallito, e se ne devono andare. La cacciata di Berlusconi
si deve accompagnare ad un “processo popolare” all’insieme delle classi
dominati. Solo i lavoratori e le masse popolari possono riorganizzare su
basi nuove la società italiana.
Si intraprenda una lotta per la nazionalizzazione delle banche, senza
indennizzi ( ne hanno avuti sin troppi) e sotto il controllo dei lavoratori,
unendo nella lotta lavoratori, consumatori, piccoli risparmiatori.
Si sviluppi una mobilitazione per la nazionalizzazione senza indennizzo
e sotto il controllo operaio delle aziende in crisi, unendo il fronte delle
3500 vertenze aziendali oggi presenti, a difesa del posto di lavoro.
Si uniscano le mille lotte disperse per i contratti di lavoro,per l’aumento
dei salari, contro il precariato, per un salario ai disoccupati riconducendole
ad una prospettiva di alternativa vera di società e di potere: ad
una lotta generale per un governo dei lavoratori delle lavoratrici, che
la faccia finita col capitalismo e costruisca un altro ordine sociale.
Invece di corteggiare Prodi, Rutelli e Fassino, le sinistre uniscano
le proprie forze per una prospettiva sociale politica indipendente. Per
cacciare Berlusconi dal versante dei lavoratori e non dei banchieri!
“Que se ne vayan todos” ( che se ne vadano tutti), parola d’ordine
di grandi masse latino americane, e oggi più attuale che mai nel
nostro paese. Progetto Comunista- sinistra del PRC porterà in ogni
lotta e in ogni movimento questa prospettiva generale.