DOPO CINQUE ANNI FALLIMENTARI
RIPARTIRE DALLA DIFESA DEI DIRITTI E DEL SALARIO DEI LAVORATORI OCCUPATI,DISOCCUPATI E PRECARI
 
Dopo 5 anni con un governo di centro sinistra che ha realizzato politiche di destra, è venuto il momento in cui le politiche di destra saranno affidate a un personale politico di destra.
Il bilancio dell'esperienza del centro sinistra è pesante: la sinistra liberale, nata per governare il paese, è stata bocciata alla prima prova elettorale. Né la rincorsa al centro, né il tentativo tardivo di usare in campagna elettorale qualche argomento ''di sinistra'', né l'allarme democratico sulla pericolosità del centro-destra hanno funzionato. Oggi le destre, nel loro complesso, sono politicamente e socialmente più forti che nel 1996 (anche se non vi è stata la ''marea nera'' che alcuni temevano), il padronato ha goduto di 5 anni di quasi completa pace sociale (garantita soprattutto dal controllo DS sulla CGIL), con profitti in continua crescita e salari in continua caduta. Alcuni obiettivi strategici della Confindustria sono stati raggiunti: in primo luogo l'ingresso nell'Unione monetaria europea col "gruppo di testa" dell'imperialismo europeo (al prezzo di finanziarie "lagrime e sangue" da 100.000 miliardi); l'integrazione militare in Europa e nella Nato (con la partecipazione con ruolo di primo piano alla "guerra umanitaria" contro la Jugoslavia); la flessibilizzazione del mercato del lavoro, la privatizzazione delle grandi imprese statali, la possibilità di entrare nei servizi sociali con l'applicazione del principio di sussidiarietà, ecc.  I rapporti di forza in questi 5 anni si sono ulteriormente modificati a favore delle classi dominanti.
 
Rifondazione Comunista riesce a non essere cancellata e subisce oggi un fortissimo attacco da chi l'avrebbe voluta annullare all'interno dell'Ulivo. Per i ''democratici'' che denunciavano il pericolo Berlusconi oggi c'è solo un responsabile della sconfitta, Bertinotti, e c'è una sola politica legittima, quella del centro sinistra bocciata dagli elettori. Rifondazione Comunista si presenta come un comodo capro espiatorio, e nessuna scelta di non belligeranza fatta in campagna elettorale può impietosire chi ha tra i suoi obiettivi quello di cancellarla.
 
L'accusa rivolta a Rifondazione di non aver fatto l'accordo con l'Ulivo va non solo respinta, ma anzi capovolta. L'errore di Rifondazione è di aver sostenuto l'Ulivo liberista per metà legislatura e di avere poi creduto di poterlo condizionare dall'opposizione, dopo essersi illusa di condizionarlo stando al governo.
 
Contro il governo Berlusconi è necessario lavorare per promuovere il più vasto fronte unico di lotta del movimento dei lavoratori, l'unico soggetto che negli anni '90 sconfisse davvero Berlusconi (autunno '94). Questa operazione non potrà essere realizzata da una ''sinistra plurale'', guidata dai D'Alema, dai Rutelli e dai loro amici confindustriali. Rifondazione Comunista può candidarsi ad avere un ruolo importante in questa operazione solo a patto che assuma pienamente il compito di costruire un ''polo di classe'' anticapitalista, contrapposto alla destra di governo e ai gruppi dirigenti liberali del centro sinistra.
Progetto Comunista, area programmatica della sinistra di Rifondazione, si impegna a continuare a condurre questa battaglia all'interno del partito. Lasciamo alla sinistra governativa e confindustriale lo sbandamento, la paura del disastro, e costruiamo l'opposizione di classe al governo Berlusconi, a partire dai segnali di disgelo sociale che si sono visti negli ultimi mesi: scioperi degli insegnanti, dei metalmeccanici e in generale maggiore disponibilità alla lotta nelle fabbriche e nella grande distribuzione, anche da parte dei lavoratori precari più ricattabili.
 
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA - AREA PROGRAMMATICA PROGETTO COMUNISTA