CACCIARE BERLUSCONI
Non nel 2006: ma ora!
 
volantino diffuso al "girotondo" del 14 settembre 2002


Il successo di questa importante manifestazione non nasce dalla sua piattaforma di convocazione, che confonde la necessità di contrastare l'attacco di Berlusconi alla magistratura con una identificazione, per noi inaccettabile, con quest'ultima. Nasce invece dalla volontà di ampi settori di lavoratori e del popolo della sinistra di farla finita con un governo reazionario e con l'insieme della sua politica.
Guardiamo la realtà.
Per continuare a detassare le imprese, ingrassare i costruttori, allargare gli affari delle compagnie di assicurazione, il governo scatena un'offensiva di tagli su sanità, pensioni, contratti, che si aggiunge allo smantellamento dell'art. 18. Per affrontare la crescente crisi di consenso cui questa politica lo condanna, il governo attacca la magistratura, occupa l'informazione, rafforza ovunque il fortino dei propri interessi di classe e della propria cupola di affari (v. legge Cirami).
Per onorare il rapporto privilegiato con gli USA e partecipare alla spartizione imperialista e coloniale del Medio Oriente, il governo annuncia il sostegno alla guerra e l'invio di truppe italiane, chiedendo ai lavoratori e alle masse povere di pagarne i costi di tasca propria.
Questo governo reazionario va cacciato. Non nel 2006, ma ora: con la forza della più ampia mobilitazione popolare che unifichi e raccolga tutte le domande sociali, democratiche, di pace, attorno alla lotta di milioni di lavoratori e lavoratrici.
Si può. In Francia, nel '95, uno sciopero ad oltranza di un mese del settore pubblico sostenuto dalla classe operaia e dalla maggioranza della popolazione ha piegato il governo Juppè. In Argentina, nel dicembre 2001, una grande sollevazione di popolo, cui la classe operaia e i disoccupati hanno aperto la strada, ha rovesciato il governo De la Rua sostenuto dal FMI e da un'ampia maggioranza parlamentare. Oggi in Italia solo uno sciopero generale prolungato che blocchi il Paese e coinvolga i più larghi strati popolari può piegare e cacciare il governo Berlusconi.
Soprattutto, solo la forza delle più grandi masse può aprire la via a un'alternativa vera, a un governo di lavoratori e delle masse povere: un governo che ponga fine a venticinque anni di arretramenti, umiliazioni, sacrifici a tutto vantaggio dei profitti; che rompa con la società capitalistica e la sua finta democrazia basata sull'onnipotenza della ricchezza di pochi (Berlusconi tra gli altri); che realizzi la democrazia vera, riorganizzando l'intera società attorno alle esigenze e al potere della larga maggioranza.
Ma per cacciare Berlusconi e aprire la via a una vera alternativa è necessaria la rottura con il centro liberale dell'Ulivo e i suoi stati maggiori fallimentari.
Dopo aver governato per una intera legislatura nell'interesse del grande capitale e aver spianato la strada a Berlusconi, l'unica loro preoccupazione è ora quella di riaccreditarsi come carta di ricambio agli occhi delle grandi famiglie e dell'alta finanza, in Italia e in Europa, per tornare a governare in loro nome. Ai lavoratori chiedono di fare da sgabello passivo di questa operazione di ricambio attendendo, senza agitarsi troppo, il 2006: nel frattempo si rassegnino "democraticamente" ad altri quattro anni di governo reazionario.
Questa pretesa va respinta. Anni di coalizione con il centro liberale hanno spianato la strada a Berlusconi. Solo la rottura col centro liberale può creare le condizioni per cacciare Berlusconi. Una grande responsabilità ricade in particolare su Sergio Cofferati e la direzione Cgil: subordinare il movimento di massa alla prospettiva del "grande Ulivo" per il 2006 significherebbe disarmare l'opposizione popolare e preparare la sua sconfitta.
E' necessaria invece una svolta: tutte le organizzazioni politiche e sindacali dell'opposizione di massa, tutte le tendenze del movimento operaio, no-global, democratico, devono unirsi nell'azione, in piena autonomia dal centro liberale, attorno a un programma di mobilitazione indipendente che si appoggi unicamente sulle esigenze delle più larghe masse.
 

VINCERE SI PUO', MA SOLO CONTANDO SULLA PROPRIA FORZA!
 SCIOPERO GENERALE PROLUNGATO!
sostenuto dall'insieme delle ragioni di classe, democratiche, di pace
VIA IL GOVERNO BERLUSCONI!
governo di rapina, di malavita, di guerra
PER UNA ALTERNATIVA DEI LAVORATORI!

 
 
PROGETTO COMUNISTA
area programmatica della sinistra del PRC
 
14 settembre 2002