Il successo di questa importante manifestazione non nasce dalla sua
piattaforma di convocazione, che confonde la necessità di contrastare
l'attacco di Berlusconi alla magistratura con una identificazione, per
noi inaccettabile, con quest'ultima. Nasce invece dalla volontà
di ampi settori di lavoratori e del popolo della sinistra di farla finita
con un governo reazionario e con l'insieme della sua politica.
Guardiamo la realtà.
Per continuare a detassare le imprese, ingrassare i costruttori, allargare
gli affari delle compagnie di assicurazione, il governo scatena un'offensiva
di tagli su sanità, pensioni, contratti, che si aggiunge allo smantellamento
dell'art. 18. Per affrontare la crescente crisi di consenso cui questa
politica lo condanna, il governo attacca la magistratura, occupa l'informazione,
rafforza ovunque il fortino dei propri interessi di classe e della propria
cupola di affari (v. legge Cirami).
Per onorare il rapporto privilegiato con gli USA e partecipare alla
spartizione imperialista e coloniale del Medio Oriente, il governo annuncia
il sostegno alla guerra e l'invio di truppe italiane, chiedendo ai lavoratori
e alle masse povere di pagarne i costi di tasca propria.
Questo governo reazionario va cacciato. Non nel 2006, ma ora: con la
forza della più ampia mobilitazione popolare che unifichi e raccolga
tutte le domande sociali, democratiche, di pace, attorno alla lotta di
milioni di lavoratori e lavoratrici.
Si può. In Francia, nel '95, uno sciopero ad oltranza di un
mese del settore pubblico sostenuto dalla classe operaia e dalla maggioranza
della popolazione ha piegato il governo Juppè. In Argentina, nel
dicembre 2001, una grande sollevazione di popolo, cui la classe operaia
e i disoccupati hanno aperto la strada, ha rovesciato il governo De la
Rua sostenuto dal FMI e da un'ampia maggioranza parlamentare. Oggi in Italia
solo uno sciopero generale prolungato che blocchi il Paese e coinvolga
i più larghi strati popolari può piegare e cacciare il governo
Berlusconi.
Soprattutto, solo la forza delle più grandi masse può
aprire la via a un'alternativa vera, a un governo di lavoratori e delle
masse povere: un governo che ponga fine a venticinque anni di arretramenti,
umiliazioni, sacrifici a tutto vantaggio dei profitti; che rompa con la
società capitalistica e la sua finta democrazia basata sull'onnipotenza
della ricchezza di pochi (Berlusconi tra gli altri); che realizzi la democrazia
vera, riorganizzando l'intera società attorno alle esigenze e al
potere della larga maggioranza.
Ma per cacciare Berlusconi e aprire la via a una vera alternativa è
necessaria la rottura con il centro liberale dell'Ulivo e i suoi stati
maggiori fallimentari.
Dopo aver governato per una intera legislatura nell'interesse del grande
capitale e aver spianato la strada a Berlusconi, l'unica loro preoccupazione
è ora quella di riaccreditarsi come carta di ricambio agli occhi
delle grandi famiglie e dell'alta finanza, in Italia e in Europa, per tornare
a governare in loro nome. Ai lavoratori chiedono di fare da sgabello passivo
di questa operazione di ricambio attendendo, senza agitarsi troppo, il
2006: nel frattempo si rassegnino "democraticamente" ad altri quattro anni
di governo reazionario.
Questa pretesa va respinta. Anni di coalizione con il centro liberale
hanno spianato la strada a Berlusconi. Solo la rottura col centro liberale
può creare le condizioni per cacciare Berlusconi. Una grande responsabilità
ricade in particolare su Sergio Cofferati e la direzione Cgil: subordinare
il movimento di massa alla prospettiva del "grande Ulivo" per il 2006 significherebbe
disarmare l'opposizione popolare e preparare la sua sconfitta.
E' necessaria invece una svolta: tutte le organizzazioni politiche
e sindacali dell'opposizione di massa, tutte le tendenze del movimento
operaio, no-global, democratico, devono unirsi nell'azione, in piena autonomia
dal centro liberale, attorno a un programma di mobilitazione indipendente
che si appoggi unicamente sulle esigenze delle più larghe masse.
VINCERE SI PUO', MA SOLO CONTANDO SULLA PROPRIA FORZA!
SCIOPERO GENERALE PROLUNGATO!
sostenuto dall'insieme delle ragioni di classe, democratiche, di pace
VIA IL GOVERNO BERLUSCONI!
governo di rapina, di malavita, di guerra
PER UNA ALTERNATIVA DEI LAVORATORI!