Il governo Berlusconi-Bossi-Fini si presenta più che mai come
governo di rapina, di malavita, di guerra. Mentre la FIAT vuole lasciare
sulla strada migliaia di operai, il governo:
- sviluppa un attacco frontale ai diritti dei lavoratori, alla Sanità,
alla Scuola
- prepara lo smantellamento definitivo della previdenza pubblica
- annuncia la partecipazione italiana alla guerra coloniale contro
l'Irak, un crimine contro il popolo irakeno, pagato dalle tasche dei lavoratori
d'Occidente
- protegge gli interessi personalistici e di clan di Berlusconi, col
più totale disprezzo di ogni finzione formale della stessa legalità
borghese (v. legge Cirami).
Questa valanga va fermata. E' necessario e possibile.
In tutto il Paese si estende l'opposizione operaia, popolare, democratica,
mentre si incrina, per la prima volta, il blocco sociale berlusconiano.
Il momento dell'affondo è questo. Il movimento operaio devi
porsi alla testa di tutte le pieghe della protesta di massa, unificarla
attorno a un programma anticapitalista, puntare alla cacciata del governo.
Non si può continuare con scioperi generali dimostrativi ogni
sei mesi. Occorre preparare una vera e propria prova di forza: uno sciopero
generale prolungato, come quello che in Francia nel '95 piegò il
governo Juppè. Lo chiedono giustamente in un appello 80 dirigenti
e militanti della sinistra della Cgil. E' un appello che va sostenuto da
tutte le forze coerenti dell'opposizione.
Le attuali direzioni del movimento operaio e popolare, già responsabili
di tante sconfitte, si assumano sino in fondo le proprie responsabilità!
Cacciare Berlusconi si può e si deve. Non nel 2006, ma ora.
Non per rimpiazzarlo con l'ennesimo governo di centrosinistra, in compagnia
del Centro liberale di Rutelli, come vogliono Fassino e Cofferati. Ma per
aprire la via a un'alternativa dei lavoratori e delle lavoratrici.