Cofferati:
il primo sindaco leghista di Bologna

Michele Terra

(editoriale de "Il resto del Carlone" del febbraio 2006, giornale del collettivo di Bologna di Progetto Comunista)


Quando i Ds si degnarono di annunciare ai bolognesi la scelta di Sergio Gaetano Cofferati quale nuovo sindaco si sapeva che fosse lombardo, cremonese per l’esattezza, si sperava almeno che non fosse leghista, ma siamo stati smentiti.
Nel primo anno e mezzo di governo della città Cofferati si è distinto per il piglio decisionista, per scelte populiste e di destra, come gli sgomberi degli immigrati sul lungoreno, mentre insieme a tutta la giunta progetta grandi inutili opere (metrotranvia, people mover, passante nord) per soddisfare gli appetiti insaziabili dei grandi potentati economici (Assindustria, Collegio costruttori, Legacoop, ecc.)
Paradossalmente un risultato incredibile il Coffy l’ha ottenuto: in città ed in consiglio comunale non esiste più l’opposizione di destra. Che bisogno c’è di partiti come Lega o Alleanza Nazionale quando le campagne contro “zingari” e “lavavetri” le fa direttamente il sindaco? E come non essere solidali con i poveri neodemocristiani dell’Udc che rischiano di trovarsi presto disoccupati grazie ad un sindaco che mantiene i finanziamenti alle scuole private dei preti malgrado i tagli ai fondi per le amministrazioni locali operati dal governo Berlusconi.
Intanto Rifondazione comunista, almeno la sua maggioranza, assomiglia sempre più ad un pugile suonato: con la guardia abbassata continua a prenderle di santa ragione e da un momento all’altro rischia di andare al tappeto o di beccarsi un ko tecnico. Perso ogni senso del limite, oltre al quale sarebbe bene e serio mollare il centrosinistra per mantenere qualcosa che abbia ancora a che fare con la difesa delle classi subalterne, si è addirittura assistito a fine ottobre alla legnata elargita (pare) da un carabiniere sulla testa di Tiziano Loreti segretario bolognese di Rifondazione. Ma il bello di questa faccenda, o il tragico, è che dopo aver spedito Loreti all’ospedale nessuno si è scusato: né il questore né il comandante dei carabinieri; il sindaco, che per la prima volta in decenni aveva fatto chiudere il consiglio comunale al pubblico, non ha speso una parola in solidarietà del segretario del Prc, che comunque è un partito che lo ha sostenuto all’elezioni e che fa parte della maggioranza e della giunta.
Viene da chiedersi: se un domani, con Rifondazione al governo, durante una manifestazione fuori da Montecitorio un carabiniere colpisse alle spalle Bertinotti e nessuno si scusasse, il Prc rimarrebbe ancora al governo?
I riferimenti “fumettistici” a Cofferati-Tex Willer sono piuttosto fuori luogo, il sindaco ricorda più che altro lo sceriffo di Nottingham, l’antagonista di Robin Hood. O al limite, malgrado il bell’aspetto, il Coffy potrebbe essere paragonato a Superciuk, l’antieroe creato da Bunker e Magnus, che ruba ai poveri per dare ai ricchi.
E’ proprio la scelta di campo operata da Cofferati e da tutto il centrosinistra di stare dalla parte della borghesia, media o grande che sia, che sta al centro delle politiche viste a Bologna in questi mesi.
Così si accende Sirio per limitare il traffico e l’inquinamento, ma alle proteste dei commercianti di destra dell’Ascom si cede subito ed il vigile elettronico viene spento al sabato e nel periodo natalizio per meglio permettere gli acquisti. Alla faccia della salute dei cittadini, per il benessere del portafoglio dei bottegai stronzi che farebbero parcheggiare i gipponi anche sotto i portici. E’ poi incredibile che qualcuno si sia stupito che con Sirio spento siano aumentati traffico e inquinamento, bisognerebbe assumere subito un consulente, pagato alcune decine di migliaia di euro, per capire come sia potuto succedere!
Con un sindaco come Cofferati bisogna stare attenti ai giochi di prestigio, altro che il mago Silvan, se non si guarda bene dove mette le mani ci si ritrova in mutande. Da illusionista politico abile è riuscito in un colpo solo a togliere il biglietto di ingresso ai musei tagliando l’orario di apertura. Così come anche la sala borsa ha già visto ridursi l’orario di apertura serale che era comodissimo per un utenza fatta anche di lavoratori e non solo di studenti. I lavoratori, con il ridursi degli orari dei servizi pubblici, si vedranno tagliare anche il salario, senza che ovviamente nessuno li abbia consultati.
Anche le Aldini Valeriani, storico istituto comunale, hanno oggi un futuro perlomeno incerto. E’ truffaldino aprire le pre-iscrizioni ai corsi che la giunta vuole eliminare proprio dopo che nell’opinione pubblica si è lanciato il messaggio che non vi è nessuna garanzia sul loro destino. Eppure, per fare qualcosa di sinistra, sarebbe forse il caso di salvaguardare un patrimonio come le scuole comunali in un momento in cui, grazie a Berlusconi e Moratti, il prossimo futuro della scuola italiana sembra essere davvero triste.
Se tutti i provvedimenti sopra citati fossero stati presi ai tempi di Guazzaloca è facile pensare che ci sarebbe stata una ribellione, o perlomeno un rifiuto netto, da parte della sinistra e dei movimenti. Viene da chiedersi perché allora si conceda a Cofferati di fare ciò che fa, borbottando più o meno sottobanco senza che movimenti o partiti della cosiddetta sinistra alternativa si schierino decisamente contro di lui ed il centrosinistra.
Ha ragione Bifo quando dice che Cofferati è un impostore, che si è fatto eleggere coi voti della sinistra mentre ora si sta dimostrando un reazionario autoritario sul piano dei comportamenti, subalterno ai grandi potentati economici per quel che riguarda le scelte strategiche per Bologna.
Allucinante il caso, denunciato anche sulla prima pagina di Liberazione, dei due bambini “poveri” costretti ad uscire da scuola durante l’ora di pranzo perché i genitori non si potevano permettere di pagare il servizio mensa. Ma dov’erano i servizi sociali che un tempo furono vanto della città? E a cosa serve Rifondazione al governo di Bologna se proprio nel quartiere in cui esprime il presidente accadono tali episodi?
C’è realisticamente da temere che ciò che abbiamo vissuto e visto a Bologna sia solo il trailer del film che potrebbe girare sugli schermi dopo il 9 aprile con la probabile vittoria di Prodi e dell’Unione: una gran festa per la cacciata ieri di Guazzaloca e domani di Berlusconi, per accorgersi che non è detto che le cose cambino davvero in meglio come ci si augura, facendo attenzione che all’emicrania del dopo sbornia non si aggiunga, come è capitato a Loreti, qualche manganellata che, anche se cambia il governo, fa male lo stesso e di solito arriva sempre sulle stesse teste (le nostre).
Essere opposizione a Cofferati è quindi necessario, per provare a fare i comunisti con ancora un po’ di dignità, così come è probabile saremo chiamati ad essere opposizione e alternativa all’Unione domani.