PER L'EGEMONIA DEL PROGETTO RIVOLUZIONARIO TRA I GIOVANI
Il documento si sofferma anche sull'analisi di alcuni difetti organizzativi
della struttura giovanile del PRC, a partire dallo scarso impegno del Partito
nei confronti dei GC, che si traduce in un limitato investimento finanziario
e nell'assenza di spazi su Liberazione. Perciò chiediamo al Partito
un più consistente impegno politico ed economico.
Ma una considerazione giusta e indispensabile sulla struttura
organizzativa dei GC non si può scindere da un'analisi di quella
che è stata in questi anni la linea politica dei GC stessi.
Centrali sono i rapporti tra i GC e il movimento antiglobalizzazione.
È importante che i GC abbiano deciso di parteciparvi attivamente,
rifiutando ogni isolamento settario. Ma non dobbiamo nasconderci i forti
limiti programmatici del movimento. Le tre principali rivendicazioni del
movimento (Tobin Tax, bilancio partecipativo, consumo equo e solidale)
si basano sull'illusione che sia possibile riformare il capitalismo senza
prospettare un'alternativa di sistema. Dobbiamo invece portare nel movimento,
attraverso una battaglia di egemonia, una chiara prospettiva anticapitalistica
e porre con forza la questione centrale della proprietà, rivendicando
la nazionalizzazione senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori
delle industrie che licenziano, inquinano, affamano. Il rifiuto di una
battaglia di egemonia, teorizzato nel doc. 1, priva il movimento della
possibilità di radicalizzarsi in senso anticapitalista e sottende
la volontà della maggioranza di usare il movimento stesso come leva
di ricomposizione col centrosinistra, nella prospettiva di un governo di
sinistra plurale.
Riguardo ai rapporti col centrosinistra, chiediamo una svolta profonda
nell'orientamento del PRC e dei GC, a partire da un bilancio del tutto
assente nei documenti che fanno riferimento alla maggioranza di quella
che è stata per 10 anni la nostra strategia, che si è rivelata
fallimentare e ci ha reso complici, col nostro appoggio al governo Prodi,
di politiche liberiste e antioperaie. Emblematici sono i nostri voti a
favore Pacchetto Treu, che legalizzando il lavoro precario ha avuto effetti
devastanti sulla vita di moltissimi giovani, e della legge Turco-Napolitano,
che ha isituito i Centri di permanenza temporanea per gli immigrati. La
stessa tardiva rottura con l'Ulivo è stata segnata da forti contraddizioni,
poiché il PRC ha confermato e sviluppato accordi di governo nelle
giunte delle regioni e di grandi città. Emblematici sono i recenti
accordi elettorali col centrosinistra nella maggioranza delle province
e dei comuni chiamati al voto. Altro che svolta a sinistra! Si ripercorre
la stessa strada perseguita e fallita per 10 anni. Al contrario, noi chiediamo
ai GC di rivendicare l'uscita dalle giunte di centrosinistra, a partire
dalle regioni e dalle grandi città, a partire, nel nostro caso specifico,
dalla giunta dell'Emilia-Romagna.
Più in generale, come GC dobbiamo lottare affinché il
PRC si costituisca come polo autonomo di classe, alternativo al centrodestra
reazionario e al centrosinistra liberale, per la ricomposizione di un blocco
sociale anticapitalistico, nella prospettiva di un'alternativa reale di
società e di potere. In particolare, compito dei GC è lavorare
nei collettivi studenteschi autorganizzati al fine di costruire una soggettività
studentesca nazionale capace di rappresentare un riferimento alternativo
alle burocrazie dell'UDU e dell'UDS. In questo senso, il nostro doc. si
contrappone sia alla strategia del «fronte unico delle sinistre»
(doc. 4), sia alla subalternità all'area dei disobbedienti (doc.
1), sia infine alla proposta di dar vita a «liste di sinistra»
nelle università (doc. 3).
Quanto alle mobilitazioni studentesche, centrale è la lotta
alla riforma Moratti, senza dimenticare che essa si pone in continuità
con la riforma Berlinguer varata dal centrosinistra. L'asse centrale è
lo stesso: tagli alla scuola pubblica, ingresso sempre più pesante
degli interessi delle imprese nella scuola, parificazione tra pubblico
e privato, agevolazioni per gli istituti confessionali, gestione manageriale.
A partire da settembre c'è stato sul fronte studentesco un risveglio
delle lotte, che si è espresso in cortei, occupazioni, assemblee
su tutto il territorio. È compito dei GC rilanciare un percorso
di lotta a medio e lungo termine contro ogni logica privatistica all'interno
della scuola .
Il governo Berlusconi sta portando a termine in modo devastante lo
smantellamento dello stato sociale avviato dall'Ulivo. Sono sotto gli occhi
di tutti i pesantissimi attacchi alle classi subalterne, i quali non hanno
trovato solo l'opposizione di studenti e no-global: pensiamo alle mobilitazioni
dei docenti, allo sciopero dei metalmeccanici del maggio 2001, alle lotte
contro la Bossi-Fini. La stessa rottura tra CGIL e governo, che ha portato
alla grande manifestazione del 23 marzo, ha aperto un varco allo sviluppo
della lotta di classe, ma non configura affatto una svolta strategica della
CGIL, ed è anzi funzionale a rilanciare la politica della concertazione
(il 1994 insegna!).
È quindi compito nostro, come GC e come PRC, avanzare una piattaforma
di classe che sia in grado di ricomporre tutti i movimenti attraverso una
vertenza generale unificante articolata nei seguenti punti:
ritiro di tutte le deleghe governative, a partire da quella
sull'art. 18;
estensione a tutti i lavoratori dell'art. 18;
soppressione della legge Bossi-Fini;
ritiro della riforma Moratti e abolizione dei ticket sanitari;
aumento salariale almeno di 200 euro per tutti i lavoratori;
assunzione a tempo indeterminato di tutti i lavoratori precari e
abolizione del Pacchetto Treu;
salario minimo intercategoriale e salario garantito ai disoccupati;
riduzione a 35 ore dell'orario settimanale, senza contropartite fiscali
o di flessibilità.
Obiettivo primo primo di tale vertenza devessere la CACCIATA
DEL GOVERNO BERLUSCONI.
a cura di Fabiana Stefanoni