NO ALLA "NON BELLIGERANZA" COL CENTROSINISTRA
PER UNA PRESENTAZIONE ELETTORALE
AUTONOMA E ALTERNATIVA DEL PRC



Petizione nazionale rivolta a tutti gli iscritti al Prc. Firmare indicando nome, cognome, incarichi di partito e istituzionali, federazione di appartenenza, ed inviare la petizione firmata ai seguenti recapiti:
fax                        02 700 401 791
posta elettronica    progettocomunista@libero.it
posta                    Progetto comunista  -  via Ghinaglia, 93  -  26100 Cremona
 

Come dirigenti del PRC, a diversi livelli di responsabilità, consideriamo profondamente negativa una scelta di non belligeranza del nostro partito nei confronti del Centrosinistra in occasione delle prossime elezioni politiche, e chiediamo pertanto una rettifica chiara e tempestiva di tale indirizzo.

Il Centrosinistra si è confermato più che mai nella legislatura che si va chiudendo come la rappresentanza politica e di governo della grande impresa e dei poteri forti della società italiana. Sul piano politico la burocrazia liberale DS ha progressivamente rotto in questi anni con la stessa rappresentanza socialdemocratica del movimento operaio assumendo l'obiettivo del "partito democratico" quale forza centrale della borghesia italiana. Sul piano dei contenuti di governo tutti gli indirizzi di fondo assunti dal Centrosinistra nel campo sociale come sul terreno istituzionale, in politica interna come in politica estera (si pensi alla guerra), non configurano semplicemente "gravi divergenze" con i comunisti, ma la traduzione organica di orientamenti e interessi delle grandi famiglie del capitalismo italiano e, in particolare, del capitale finanziario. Non a caso i profitti e la forza del grande capitale, entro il processo di integrazione europea, hanno conosciuto in questi anni, grazie al Centrosinistra, un'espansione eccezionale, direttamente proporzionale al calo dei salari, alla precarizzazione del lavoro, all'aumento della disoccupazione, all'arretramento complessivo della classe lavoratrice. Il fatto che le politiche del Centrosinistra, colpendo e demotivando i lavoratori, abbiano spianato la strada alle destre e al loro blocco reazionario, guidato dalla piccola e media impresa, non muta di una virgola la natura padronale del Centrosinistra: al contrario ne chiarisce gli effetti devastanti per il movimento operaio sullo stesso terreno politico. Peraltro il varo del nuovo esercito professionale, la raccolta delle impronte per gli immigrati, le aperture alla Costituente della nuova repubblica dimostrano una volta di più, proprio in questi mesi, che persino sul terreno della democrazia il Centrosinistra del capitale ha finito con l'inseguire gli indirizzi di fondo delle destre sino talora a realizzare i loro stessi programmi.

Il nostro partito, come partito di classe, non può praticare la non belligeranza verso lo schieramento politico e di governo del grande capitale. Tanto più a seguito di una legislatura che ha colpito il mondo del lavoro con la maggiore intensità degli ultimi trenta anni. Tanto più a fronte del fatto che tutti i movimenti di lotta che si sono prodotti in questi anni, dal movimento contro la guerra al movimento degli insegnanti, si sono diretti contro il Centrosinistra e i suoi governi. Tanto più a fronte oggi dei primi sintomi di quel disgelo sociale che di fatto si rivolge contro le politiche dominanti degli anni Novanta. Come comunisti non possiamo scindere collocazione sociale e scelte politico-elettorali: non possiamo combinare la belligeranza dell'opposizione sociale con la non belligeranza elettorale.

Né ci convince una tattica "negoziale" che afferma di vincolare la non belligeranza a "segnali" di "apertura" del Centrosinistra. Perché nessuna eventuale "concessione" del Centrosinistra, in materia di Finanziaria o di legge elettorale, potrebbe minimamente scalfire la natura padronale del governo e il bilancio di classe della legislatura. Al più potrebbe contribuire a mascherarli in funzione pre-elettorale: ciò che proprio noi comunisti dovremmo semmai denunciare, non certo avallare.

Il PRC deve dunque realizzare un'altra scelta elettorale nel quadro di un indirizzo politico e strategico di reale e piena autonomia. L'indicazione di "rottura col Centro" che formalmente il nostro partito oggi avanza può e deve avere un solo significato coerente: la costruzione di un polo autonomo di classe, alternativo ai due poli borghesi di alternanza; la rivendicazione, a partire dalle lotte, dell'unità d'azione dei lavoratori e delle lavoratrici e di tutte le tendenze politiche che ad essi si richiamano, in contrapposizione alle classi dominanti e alle loro rappresentanze politiche.

L'implicazione elettorale è chiara. I comunisti non possono e non debbono realizzare alcuna desistenza verso i condidati del Centro e della burocrazia liberale DS omologatasi al Centro. Al contrario sia sul terreno proporzionale che nei collegi maggioritari, sia alla Camera che al Senato, il PRC deve contrapporre ai candidati delle classi dominanti i candidati comunisti e del mondo del lavoro, indicandoli come unico vero riferimento autonomo delle classi subalterne. Nessuna eventuale articolazione della tattica elettorale può contraddire il principio dell'autonomia di classe: e l'autonomia si realizza non in virtù della semplice assenza di un accordo politico generale col Centrosinistra, ma solo nella chiara alternativa di classe al Centrosinistra e al Centrodestra.

In questo quadro riteniamo centrale la presentazione del compagno Fausto Bertinotti quale candidato premier del polo autonomo di classe, in contrapposizione a Rutelli e Berlusconi, sulla base di un coerente programma anticapitalistico: una scelta che non solo ci consentirebbe la più ampia valorizzazione pubblica delle ragioni dei lavoratori e dei comunisti, ma ci configurerebbe finalmente come soggetto pienamente autonomo perché alternativo favorendo la rottura del bipolarismo e la costruzione del nostro partito come forza di classe e di massa.

MARCO FERRANDO  (Direzione nazionale PRC)
IVANA AGLIETTI (Direzione nazionale PRC)
VITO BISCEGLIE (Direzione nazionale PRC)
ANNA CEPRANO  (Direzione nazionale PRC)
FRANCO GRISOLIA (Direzione nazionale PRC)
LUIGI IZZO  (Direzione nazionale PRC)
MATTEO MALERBA (Direzione nazionale PRC)
FRANCESCO RICCI (Direzione nazionale PRC)
MICHELE TERRA (Direzione nazionale PRC)

Elenco dei primi 600 firmatari della petizione