Il Partito della Rifondazione comunista di Bologna, riunito nel
suo IV congresso prende atto dell'assenza delle
condizioni minime per costituire un cartello politico-elettorale unitario
con le forze che compongono la coalizione
dell’Ulivo per le prossime elezioni amministrative.
La rumorosa giostra dei candidati a sindaco per il Centrosinistra, bersagliati
da veti incrociati tra le segreterie dei partiti, è
assolutamente incomprensibile alla gran maggioranza della popolazione
della nostra città poiché non sembrano esserci
divergenze politiche sostanziali tra i partiti e i candidati dell’Ulivo.
La crescente rissosità all’interno della coalizione e l’emergere
di una sempre più viva preoccupazione tra gli elettori di sinistra
per una possibile affermazione delle destre nella nostra città
non hanno sortito alcun cambiamento di rotta da parte del
Centrosinistra sul terreno decisivo: quello del programma di governo.
La giunta Vitali ha portato avanti una politica d'indebolimento della
presenza pubblica nei servizi sociali, in particolare nella
sanità con la chiusura e accorpamento di poliambulatori e consultori
e nella scuola, con il generale aumento delle rette degli asili.
Questa strisciante privatizzazione impone sulle spalle dell’amministrazione
pubblica costi crescenti a fronte di uno scadimento
generale dei servizi.
In questo campo l’azione di governo del Centrosinistra ha evidenziato
maggiormente i suoi limiti, facendosi carico d'ogni taglio
alla spesa sociale deciso dai governi degli ultimi anni.
Questa giunta ha avviato l’opera di privatizzazione di aziende pubbliche
quali Seabo e le Farmacie comunali e ha inferto un
grave colpo al carattere pubblico dell’istruzione patrocinando la privatizzazione
di fatto delle Aldini Valeriani garantendo
l’ingresso di Confindustria nella Fondazione che ora controlla l’Istituto
scolastico ex-comunale, ormai divenuto terreno
privilegiato di sperimentazione dell’Autonomia scolastica.
Il lancio di progetti faraonoci come il piano del traffico, il nuovo
aeroporto, gli imminenti insediamenti per ricchi nella prima
periferia, e la nuova stazione, a fronte di servizi pubblici sempre
più costosi dimostra la vicinanza, dell'attuale giunta, ai poteri
forti di questa città e la sua indifferenza alla qualità
della vita per la maggioranza dei cittadini.
Questa giunta, infine, ha dimostrato la più completa incapacità
ad affrontare i problemi posti dalla crescente polarizzazione
sociale e dall’emergere di sacche di povertà (solo ultima nel
tempo la baraccopoli ai margini di Castelmaggiore), l’impatto
dell’immigrazione e dei nuovi senzatetto che popolano le strade della
nostra città.
Lungi dal dare una risposta all’esplosivo problema della casa ha perseguito
una politica d’immagine volta più a nascondere i
sintomi che a curare le cause del disagio sociale, come nel caso della
"pulizia" di Piazza Verdi, ricorrendo spesso e volentieri
alla forza pubblica per reprimere le proteste di chi rivendicasse una
vita dignitosa.
Con questa politica il Centrosinistra non sta facendo altro che preparare
il terreno per una futura vittoria della
destra.
Il Partito della Rifondazione Comunista porterà avanti con ogni
sua forza il progetto di ricomposizione di un blocco sociale
alternativo: nella nostra città ciò significa ripartire
dalle lotte per la difesa delle necessità elementari per la maggioranza
della
popolazione, contro il governo locale, parlando così a tutti
i lavoratori e in particolare a quelli che fanno riferimento ai DS in un
linguaggio per loro comprensibile, contendendo su questo terreno ai
dirigenti dei DS l’egemonia politica sul movimento dei
lavoratori – un compito impossibile da realizzare se non collocandoci
all’opposizione.