Direzione nazionale PRC del 14 marzo

LA MOZIONE DI MINORANZA

 

La Direzione Nazionale del PRC ritiene grave che, nel momento della massima e prioritaria mobilitazione contro la guerra si sia avviata un’intesa politica di prospettiva con il Centrosinistra.

La scelta di avviare un negoziato con l’Ulivo per un comune programma di governo in vista delle future elezioni politiche attraverso la definizione operativa di tre gruppi paritetici di lavoro (Treu e Damiano per l’Ulivo, Ferrero e Gianni per il PRC sul lavoro; Mastella per l’Ulivo, un nostro compagno dirigente da definire sul Mezzogiorno; Pecoraro per l’Ulivo, Musacchio per il PRC sull’ambiente) è, e appare, profondamente sbagliata e molto preoccupante.

E’ innanzitutto una scelta priva di ogni fondamento di classe: perché configura un programma comune con quelle forze di centro liberale -a partire dalla Margherita- che sono legate organicamente alla grande borghesia italiana ed europea e la cui opposizione a Berlusconi muove dagli interessi della grande impresa.

E’ una scelta che contraddice persino formalmente qualsiasi “priorità dei contenuti” e la stessa iniziativa di massa del partito: perché il centro liberale si contrappone all’estensione dell’articolo 18, ha sostenuto e sostiene l’impresa di guerra degli alpini in Afghanistan, lavora ad una riforma istituzionale basata sul premierato e sul rafforzamento dell’esecutivo.

E’ una scelta che pregiudica ogni nostra battaglia di egemonia alternativa nei movimenti e nelle organizzazioni di massa, a tutto vantaggio delle forze cofferatiane, e che anzi concorre col cofferatismo nel rapporto negoziale con il centro liberale.

E’ soprattutto una scelta che muove in una prospettiva rovinosa per i movimenti e per il partito: perché nessuna delle istanze di svolta del movimento di massa di questi anni è compatibile con un governo liberale di centrosinistra; e perché l’ingresso del PRC in questo governo contradirrebbe le più elementari istanze di classe di un partito comunista. Come già è avvenuto col sostegno al governo Prodi, al suo "pacchetto Treu", alle sue privatizzazioni, alle sue leggi anti-immigrati.

Per tutto questo la Direzione Nazionale dichiara decaduta l’intesa di avvio di un programma comune di governo con l’Ulivo. E avanza, in alternativa, una linea politica opposta, sottoponendola alla discussione del prossimo CPN.

La DN impegna il PRC a sostenere in ogni movimento di massa una linea alternativa al cofferatismo e di rottura con il centro liberale: per liberare oggi un’opposizione radicale  e di massa al governo delle destre che possa conquistare una reale alternativa anticapitalistica.

A partire dal boicottaggio radicale della guerra imperialistica all’Iraq e dalla rivendicazione dello sciopero generale contro la guerra; dalla importantissima battaglia referendaria per l’estensione dell’articolo 18; dalla necessità di una piattaforma generale unificante per il movimento operaio e di una lotta ad oltranza che la sostenga, va rivendicata l’unità di lotta di tutte le forze del movimento operaio, dei movimenti di massa, dell’opposizione popolare per cacciare il governo Berlusconi, governo di guerra e di rapina.

Non solo non si tratta di concorrere con Cofferati nel negoziato con i liberali: ma è necessario sfidare pubblicamente il cofferatismo alla rottura con il centro liberale e all’unità d’azione con i comunisti, smascherando così la sua subalternità all’Ulivo, allargando le sue contraddizioni, ampliando l’influenza dei comunisti nella sua base di massa, a favore di una direzione politica e sindacale alternativa.

Senza la quale la più grande stagione dei movimenti in Italia degli ultimi vent’anni rischia la sconfitta nello scontro con Berlusconi e/o la subordinazione altrettanto rovinosa ad un’ennesima prospettiva di alternanza borghese liberale.

 

                                                                                                        Marco Ferrando

                                                                                                        Franco Grisolia

                                                                                                        Matteo Malerba