ORDINE DEL GIORNO DI MINORANZA PER LA DIREZIONE NAZIONALE DEL PRC 14 GENNAIO 2000


Il nuovo governo D’Alema rappresenta la totale continuità di classe, politica e programmatica, degli indirizzi organici del Centrosinistra.
Parallelamente l’orientamento emergente dal vertice DS in occasione del Congresso conferma a sua volta l’indirizzo liberale della socialdemocrazia italiana, in profondo contrasto con le esigenze obiettive di larga parte della sua base di massa e con la stessa necessità di fronteggiare da un versante di classe l’offensiva reazionaria dei referendum.

E’ necessario pertanto combinare, tanto più in questa fase, la ricerca di dialogo e convergenza di lotta con i più ampi settori di classe subalterne con la netta autonomia e opposizione di classe al governo e al padronato.

In questo quadro la DN chiede all’intero partito una mobilitazione straordinaria contro i referendum radicali, superando al riguardo ritardi ed errori.
Sarebbe stato importante a suo tempo un’iniziativa di diretto contrasto della raccolta firme dei Radicali e una proposta di aperto boicottaggio dei referendum rivolta all’insieme del movimento operaio.
Oggi, a scontro ormai aperto, a fronte della dislocazione delle maggiori forze a sostegno del NO e del crescente interesse e coinvolgimento pubblico nello scontro, occorre che il PRC promuova la più ampia mobilitazione per il NO. Occorre costituire ovunque comitati del NO nei luoghi di lavoro, sul territorio, nelle organizzazioni di massa, capace di operare concretamente sul terreno della campagna di massa e di coinvolgere unitariamente energie disponibili e forze reali, non solo sigle o personalità. Parallelamente è necessario che, all’interno del fronte unitario, i comunisti lottino per affermare l’egemonia di posizioni di classe: sia denunciando le responsabilità delle politiche liberiste del governo, sia avanzando concrete e precise proposte di mobilitazione e di lotta contro il padronato.
In particolare l’appoggio confindustriale ai referendum liberisti attualizza la necessità di una vertenza generale, a partire dal salario, che segni la rottura definitiva della concertazione e la fine della politica ventennale dei sacrifici, basata sulla richiesta di forti aumenti salariali unificanti, le 35 ore senza concessioni di flessibilità, l’abolizione dei contratti precari e atipici, il salario minimo garantito intercategoriale per tutti i lavoratori, il salario sociale per i disoccupati e i giovani in cerca di prima occupazione. Così il PRC avanza la proposta di una grande manifestazione nazionale di massa contro il fronte referendario confindustriale e, sin d’ora, la richiesta di una promozione unitaria di sciopero generale nel caso di vittoria referendaria di Radicali e confindustria: una proposta che indica la necessità di recuperare sul terreno della lotta conquiste fondamentali eventualmente abrogate.

Queste esigenze dell’azione di massa e dell’opposizione comunista sono in profonda contraddizione con la ricerca di ricomposizione, ai vari livelli, col Centrosinistra.

La DN esprime innanzitutto contrarietà e preoccupazione per la natura e l’estensione degli accordi col CS per le elezioni regionali: accordi privi di base di classe che collocano il PRC, in larga parte d’Italia, come costola sinistra del Centrosinistra.
La DN esprime altresì la più netta contrarietà all’annunciata ricerca di un’apertura di dialogo col governo D’Alema lungo l’itinerario che porta alle elezioni politiche nazionali. Tale ricerca è infatti priva di ogni fondamento politico e sociale, a fronte di un governo che il PRC ha denunciato per un anno come “liberista” e “di guerra”, che ha annunciato un programma anti-operaio per la fine legislatura, che è all’apice del suo trasformismo e discredito pubblico.
La DN rettifica pertanto la posizione assunta dalla segreteria del partito ed esprime un orientamento chiaro sulla prospettiva del PRC. Non è sufficiente ribadire una formale collocazione all’opposizione in questa legislatura. E’ necessario affermare con nettezza, liberando il campo da ogni ambiguità, la scelta di presentazione indipendente alle prossime elezioni politiche nazionali come forza alternativa sia al Centrodestra sia al Centrosinistra.
Da qui la netta risposta contraria alla proposta di “accordi programmatici di legislatura” avanzata da Walter Veltroni.

Questa scelta di prospettiva, chiara e definitiva, può liberare l’opposizione del PRC da insostenibili contraddizioni favorendo il dispiegamento della battaglia di egemonia a livello di massa.