Dati i noti limiti dell¹informazione di "Liberazione" sui lavori degli organismi dirigenti del Partito e segnatamente della Direzione nazionale, mettiamo al corrente i compagni e le compagne di Progetto comunista di un episodio di prevaricazione ai danni dei compagni della minoranza in occasione del dibattito sulle questioni internazionali che ha avuto luogo nella Direzione nazionale del 29 giugno scorso.
I 9 compagni presenti avevano sottoscritto una dichiarazione comune di voto contrario al documento presentato dal Responsabile Esteri Ramon Mantovani argomentando sinteticamente la propria posizione.
Un documento più ampio e articolato era stato presentato come contributo per il dibattito dai compagni Marco Ferrando e Franco Grisolia, con l¹intenzione di argomentare una terza posizione alternativa a quelle già presentate su "Liberazione" rispettivamente dai compagni Fausto Sorini e Ramon Mantovani, con la ragionevole richiesta che anche questo contributo fosse pubblicato dal nostro quotidiano.
Per una incomprensione da parte delle segreteria nazionale questa ha
ritenuto che il contributo dei due compagni fosse da mettere al voto in
contrapposizione al testo presentato da Mantovani.
Quando i compagni hanno spiegato che non intendevano mettere al voto
il testo, ma limitarsi a una dichiarazione di voto contrario, la segreteria
ha precisato che la condizione per la pubblicazione del contributo di Ferrando
e Grisolia su "Liberazione" era che esso fosse formalmente posto ai voti,
costringendo i compagni a mettere ai voti un testo che voleva aprire e
non chiudere un dibattito politico, pena vedersi censurati rispetto a un
dibattito centrale che si sta sviluppando in tutto il Partito.
Questa imposizione ci sembra un atteggiamento grave perché, con
un pretesto formalistico, nega la pari dignità di tutte le posizioni
presenti nel dibattito, quando, già prima della Direzione nazionale
del 29 giugno, sarebbe stato opportuno che le diverse posizioni avessero
la possibilità di essere presentate attraverso ³Liberazione²
a tutto il Partito.
Solo dopo un intervento sul segretario compagno Fausto Bertinotti siamo
riusciti ad ottenere che la pubblicazione del testo sia accompagnata da
una breve premessa al testo stesso che ne chiarisce la natura.
Si aggiunga a questo episodio la faziosità inqualificabile con cui il redattore del nostro giornale ha dato conto (si fa per dire) su ³Liberazione² degli interventi dei compagni Ferrando e Grisolia e del senso del testo da essi presentato al dibattito. In merito a quest¹ultimo aspetto è stata inviata al Direttore di ³Liberazione² la lettera che di seguito alleghiamo per conoscenza e che auspichiamo venga al più presto pubblicata.
Milano, 30 giugno 2000
Franco Grisolia
APPENDICE 1 - Dichiarazione di voto contrario
La discussione apertasi nel PRC sulla politica internazionale è
di grande rilevanza e andrà adeguatamente sviluppata nel partito.
Le due posizioni, quella del compagno Sorini e quella del compagno
Mantovani, che si sono espresse nel confronto documentato su Liberazione
ed anche in questo dibattito della Direzione, pur tra loro contrastanti,
ci paiono entrambe prive del riferimento programmatico, per noi centrale,
della prospettiva socialista internazionale.
Da un lato il compagno Sorini, pur utilizzando formalmente categorie
marxiste sul piano dell'analisi, propone un blocco politico cosiddetto
"antimperialista" con forze nazionalborghesi anche reazionarie, con la
neoborghesia del capitalismo restaurato nell'Est e con la burocrazia restaurazionista
cinese, a scapito dell¹indipendenza del proletariato e della centralità
della lotta di classe.
Dall'altro lato la risoluzione presentata dal compagno Mantovani sulla
base di un vago richiamo alla dimensione di classe e di una visione impressionistica
della realtà (la "globalizzazione del nuovo capitalismo") sfocia
in una proposta politica movimentistico-minimalista e in un ecumenismo
privo di contenuti sul piano delle relazioni internazionali.
Noi crediamo, al contrario, che, a partire dall¹attuale natura
della crisi e dell'offensiva capitalistica mondiale contro le masse, sia
necessario riaffermare la prospettiva della conquista del potere da parte
della classe operaia e della rivoluzione socialista come unica alternativa
alle drammatiche conseguenze del "nuovo disordine mondiale" capitalistico.
A tal fine, a prescindere dalle grandi difficoltà oggettive
e soggettive della situazione della classe e della sua avanguardia, è
necessario che il nostro partito si ponga nella prospettiva della ricostruzione
dell'Internazionale operaia sulla base delle tradizioni rivoluzionarie
del marxismo, della rivoluzione d'Ottobre e della lotta contro la sua degenerazione
e quella del movimento comunista internazionale.
Argomenti questi su cui torneremo più esaustivamente in interventi
sulle pagine di Liberazione e nel dibattito del partito.
Franco Grisolia, Marco Ferrando, Matteo Malerba, Francesco Ricci, Vito
Bisceglie, Claudio Bellotti, Anna Ceprano, Michele Terra
APPENDICE 2 - Lettera a "Liberazione"
Al Direttore di "Liberazione"
compagno Sandro Curzi
p.c. Alla Segreteria
Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista
Caro compagno Curzi,
siamo rimasti esterrefatti dal modo inaccettabile con cui il compagno
Cannavò ha riferito su ³Liberazione² le posizioni da noi
espresse nel corso della Direzione del 29 giugno. In luogo di riassumere
i nostri interventi (unici a non venir riportati) e le nostre argomentazioni
al pari di quelli di altri compagni e altre compagne, veniamo isolati nel
paragrafo finale, che inizia indicando che noi eravamo ³fuori da questa
discussione². Come se le nostre posizioni non si fossero confrontate,
come le altre, con l¹analisi della realtà, pur giungendo a
conclusioni che ci sono proprie; così come sono proprie ad alcuni
dei compagni della maggioranza posizioni specifiche.
Successivamente si fa riferimento al documento da noi presentato (inteso
in origine come un contributo al dibattito e, poi, posto ai voti per garantirne
la pubblicazione sul giornale) ed in particolare al concetto della "rifondazione
della Quarta Internazionale") con un commento fra parentesi del tutto personale
ed abusivo ("che però, a quanto si sa, non ne ha nessuna intenzione").
Ora, il compagno Cannavò fa legittimamente parte della redazione
della rivista "Bandiera Rossa" che esprime le posizioni dei compagni del
nostro Partito che in Italia si richiamano a uno dei vari raggruppamenti
internazionali che si rifanno alla tradizione della Quarta Internazionale
fondata da Trotsky nel 1938. Che si tratti di una pluralità di soggetti
è ben conosciuto dai compagni e dalle compagne che più seguono
le vicende internazionali. Basti pensare all¹organizzazione Lutte
Ouvriere le cui tre deputate europee partecipano assieme agli eletti del
PRC al GUE (come tu ben sai, caro Curzi, Lutte Ouvriere rappresenta il
grosso della forza elettorale che ha permesso al blocco LO-LCR di superare
il 5% alle scorse elezioni europee; avendo già in precedenza da
sola ottenuto il 4-5% dei voti, mentre la LCR nelle presentazioni autonome
si è sempre attestata attorno all¹1%). Oppure al Partido Obrero
di Argentina, che fu tra le organizzazioni invitate al nostro ultimo congresso,
da un importante Paese in cui la corrente che in Italia si esprime in ³Bandiera
Rossa² non è presente. Si tenga conto che anche queste organizzazioni,
come diverse altre, partecipano a correnti internazionali più o
meno formali.
Quello che invece caratterizza "Bandiera Rossa" è voler considerare
la corrente cui partecipa "la" Quarta Internazionale. Ciò ci appare,
oltre che politicamente sbagliato (ma questo è una questione di
valutazioni) alquanto settario (suvvia, pensare oggi che si possa affermare
che esiste già l¹Internazionale, fosse pure della sola avanguardia
operaia!) e anche un po¹ bizzarro (perché se si fosse già
la Quarta Internazionale bisognerebbe logicamente lottare apertamente per
portare le forze politiche d¹avanguardia e segnatamente il partito
di cui si è parte ad aderirvi, e non lasciare la cosa nascosta,
salvo tirare fuori settariamente il ³marchio² per cercare di
impedire a chiunque altro, non solo di utilizzarlo, ma addirittura di porre
il problema politico della Quarta Internazionale.
Perché infatti, come ben si evince dal testo del nostro documento,
col concetto di "ricostruire l¹Internazionale operaia, rifondando
la Quarta Internazionale", noi facciamo riferimento non alle forze che
al presente si richiamano alla tradizione storica trotskista (né
tanto meno alla corrente di Cannavò) ma ci riferiamo alla necessità
di operare un largo raggruppamento rivoluzionario, non "ideologico", né
riferito a tradizioni e provenienze, ma su basi programmatico-politiche.
Quarta Internazionale perché, dopo il fallimento della Terza, non
si è sviluppata nessun¹altra esperienza rivoluzionaria internazionale
di massa e perché crediamo che, politicamente, la nuova Internazionale
rifondata debba riferirsi anche alla battaglia politica e teorica contro
la degenerazione stalinista dell¹URSS e del movimento comunista da
parte dei marxisti rivoluzionari che difesero la tradizione vera del leninismo.
Il compagno Cannavò ha tutto il diritto di contrastare queste
posizioni e di farlo, da solo o con altri sulle pagine di "Liberazione".
Ma può legittimamente farlo nel dibattito politico. Non può
invece utilizzare strumentalmente il suo ruolo di redattore di "Liberazione",
incaricato di riportare un dibattito, per banalizzare, stravolgere o criticare
surrettiziamente e scorrettamente posizioni altrui. Questa faziosità
è inaccettabile e deve essere respinta.
Per questo crediamo, caro Curzi, che tutti, compreso Cannavò,
debbano impegnarsi perché ciò non abbia più a ripetersi
nei confronti nostri o di qualsiasi altro compagno e altra compagna del
Partito.
Con i più cordiali saluti comunisti
Milano, 30 giugno 2000
Marco Ferrando, Franco Grisolia