Il nostro documento e quello votato compattamente da tutta la maggioranza
sono comunque stati pubblicati anche su Liberazione insieme agli atti del
dibattito.
E' utile far circolare il testo e anche presentarne di simili nei Comitati
Federali dei prossimi giorni: visto che il partito sta marciando a tappe
forzate verso il patto di "non belligeranza" col Centrosinistra presentando
piccole modifiche -in sé positive- alla Finanziaria (abolizione
dei ticket sui farmaci) come se fossero significative vittorie (Liberazione
di oggi, venerdì 17, utilizza la prima pagina e l'intera ultima
pagina per sventolare questa concessione del Centrosinistra).
E' per noi chiaro che questi ritocchi alla Finanziaria non modificano
il quadro né dell'operato dei governi di Centrosinistra in questi
anni né tantomeno l'impianto filo-padronale della Finanziaria stessa
che a fronte di questo piccolo regalo alle fasce più deboli contiene
ben più sostanziosi doni per i padroni. Peraltro proprio in questi
giorni la maggioranza di governo ha respinto tutte le altre proposte (
non sconvolgenti) del PRC: compreso l'aumento di 200 mila lire delle pensioni
da fame ("minime"). Definire quindi la Finanziaria, dopo il taglio di una
parte dei ticket (quelli sulla diagnostica rimangono almeno fino al 2003),
come "una Finanziaria più salutare" (Liberazione di oggi) è
-al di là del gioco di parole- una autentica forzatura. Magnificare
le polpette avvelenate che il Centrosinistra tira a Rifondazione serve
unicamente a stimolare l'appetito per la "non belligeranza" nel corpo militante
del partito che pare non molto entusiasta del menù, a giudicare
anche dagli interventi "problematici" di diversi segretari federali e regionali
nell'ultima Direzione, interventi che segnalano, indirettamente, un malessere
di tanti militanti del partito non convinti della necessità di "non
danneggiare un Centrosinistra" (l'espressione è di Bertinotti) che
ancora in questi giorni parla della necessità di rimettere le mani
sulle pensioni (Amato) e esalta le "ragioni dell'impersa" concedendo nuovi
sostanziosi sgravi fiscali (Rutelli).
E' necessario allora sviluppare un'opera di chiarificazione nel dibattito
di questi giorni nel partito, rilanciando a ogni livello la proposta alternativa
della minoranza: che il partito -nel quadro di una battaglia per l'egemonia
e la costruzione di un'altra direzione del movimento operaio- presenti
alle prossime elezioni propri candidati in tutti i collegi, sulla base
di un programma anticapitalistico, candidando il segretario Bertinotti
come premier alternativo ai due candidati del'alternanza borghese, Rutelli
e Berlusconi.
Francesco Ricci