Pubblichiamo sul nostro sito la lettera integrale di Franco Grisolia apparsa ieri su Liberazione con alcuni piccoli tagli.


 

E se l'avesse detto Ferrando?…

Caro direttore,

ho letto il tuo brillante editoriale di venerdì 24, intitolato " E se l'avesse detto Caruso ?" in cui ti poni la domanda di cosa sarebbe successo se il nostro candidato indipendente avesse detto le parole pronunciate da Andreotti rispetto alla Palestina "Forse io stesso sarei un terrorista in quelle condizioni".

Condivido molto di quello che tu hai scritto e in particolare le tue due considerazioni centrali cioè "Primo. Nella polemica politica conto poco cosa si dice ma conta chi lo dice. Una certa frase, se è pronunciata da un amico, o comunque da una persona considerata affidabile, ha un valore completamente diverso della stessa frase pronunciata da un nemico o da un "sospetto"….secondo…ci sono alcune questioni, drammaticissime, della politica internazionale che nessuno ha intenzione di affrontare - fuori dai luoghi comuni e dalle belle frasi fatte- perché troppo complesse e troppo poco "portatrici di consenso". La questione mediorientale è una di esse."

Benissimo, solo che la domanda che è sorta spontanea, e non solo a me, è stata "E se l'avesse detto Ferrando?". Qui in realtà la domanda è retorica poichè la risposta in realtà esiste già. Ed è che la segreteria del Partito l'avrebbe, più o meno regolarmente (più meno che più ) escluso dalle liste.

Ciò è tanto vero che il collegamento sorge spontaneo con un piccolo episodio occorso durante il confronto a Matrix tra il compagno Bertinotti e il vicepremier Fini mercoledì 22.

Qui il leader di AN ha affermato che il compagno Ferrando sarebbe stato escluso dalle liste del nostro partito per aver affermato "Dieci, cento, mille Nassyria".

Sia il compagno Bertinotti che poi il conduttore Mentana hanno giustamente smentito . Fini ha preso atto , ma la sua sorpresa è stata così evidente che persino al leader postfascista è scappato un "ma allora perché l'avete escluso"? Il compagno Bertinotti si è trovato in difficoltà. Se la è cavata -in due riprese (i/le compagni/e che dispongono di internet possono vedere la registrazione sul sito di Matrix)- dicendo che il motivo è stata la posizione su Israele. Certo, ha dovuto usare il solito metodo di occultare la posizione positiva, quella di una "Palestina libera, laica e socialista- in un Medio oriente socialista- , con il diritto al ritorno dei profughi palestinesi e quello a rimanere in Palestina per tutto il popolo ebraico lì residente , storica posizione (certo "novecentesca") della III Internazionale prima dello stalinismo e poi della IV internazionale (chiarita in modo così lampante nella stessa "intervista" incriminata al Corriere - che è possibile vedere sul sito 

www.progettocomunista.it

che, a parte che nel nostro partito- e pour cause- pochi ci sono ritornati sopra).

Ma la questione complessa è stata sull'Irak. Come rispondere?. Difficile. E così il compagno Bertinotti se la è cavata con una bugia. "Perché non ha preso le distanze da chi quella frase (su Nassyria) la dice". Ma che cosa vuol dire "prendere le distanze"? Ferrando ha più volte chiarito di non condividere tale slogan,, dichiarando che esso, apparentemente radicale, è in realtà subordinato al terrorismo fondamentalista. Certo sarebbe stato imbarazzante per il nostro segretario riconoscere che quello che aveva affermato Ferrando era semplicemente che a) la nostra presenza a Nassyria è fondamentalmente determinata dagli interessi dell'ENI (blood for oil); b) che il popolo irakeno aveva diritto di resistere anche con le armi ad una occupazione coloniale; c) che in questo non vi erano eccezioni possibili per il contingente italiano (Concetti questi ultimi due che persino i certamente non "trotskisti" magistrati di Milano hanno fatto propri, sulla base dello stesso "diritto internazionale").

E questo, caro direttore, rimanda alle tua affermazioni nell'editoriale che ho sopra citato e in particolare all'affermazione su "affidabili" e "inaffidabili". E certamente per il dottor Mieli e per chi egli rappresenta (e di chi si tratti ben lo sappiamo), come sarebbe stato "affidabile" un senatore che non avrebbe mai votato, ne voterebbe, un qualche "pacchetto Treu" o una "finanziaria lacrime e sangue" o qualche altra schifezza che Prodi ci potrà propinare domani ?

Questo quanto mi pareva giusto dire, convinto come sono che se, purtroppo, non è vero, come recita il pio detto consolatorio, che "le bugie hanno le gambe corte" (come insegna la storia del movimento operaio, alcune le hanno lunghissime), è invece vero, come affermavano i novecenteschi Gramsci e Trotsky, che "la verità è sempre rivoluzionaria".

Con amicizia

Franco Grisolia