C’erano
una volta le “due destre” e la “gabbia del centrosinistra”, cioè categorie
politiche che individuavano in esso qualcosa di alieno a noi, ai lavoratori e
ai movimenti.
Ora
tutto ciò è finito nel dimenticatoio, dimostrandone la assoluta strumentalità.
Mentre si conferma che quello che è stata, sempre, la vera linea strategica del
partito è quella che Bertinotti già nel ’94 definì “compromesso sociale
dinamico” con la borghesia , cioè una ipotesi organicamente riformista. Per i
comunisti invece l'indipendenza di classe è questione di principio. Come
affermava Rosa Luxemburg :"Un partito marxista è per definizione un
partito di opposizione, come partito di governo può farsi avanti solo sulle
rovine dello stato borghese". Ma oggi non di questo parliamo, ma di partecipazione ad un governo
confindustriale con un progetto di sacrifici per i lavoratori. In continuità
con la politica dei governi di centrosinistra degli anni '90. Compreso quello Prodi,
che vide il PRC appoggiare misure come
le finanziarie "lacrime e sangue", il pacchetto Treu, il taglio delle
aliquote delle rendite finanziarie, l'istituzione dei CPT, etc. Si dice che
però allora non avevamo un programma comune e facevamo appoggio esterno. Ma
questo argomento è un nonsenso, che rovescia la logica: se abbiamo capitolato
così allora, tanto più lo faremo oggi che siamo meno indipendenti.
Tanto
è vero che oggi si arriva addirittura ad
ufficializzare la difesa dell "'alternanza". Fa dunque specie che
i dirigenti delle minoranze "critiche" si
adattino ora al peggio della linea che criticavano un anno fa. Gli uni (
L'Ernesto) capitolando puramente e semplicemente e votando a suo favore. Gli
altri (Sinistra Critica) continuando a dirsi "preoccupati" invece di
andare ad uno scontro netto. Quanto a noi di Progetto Comunista chiediamo che
su questo ulteriore scivolamento a destra del partito si sviluppi un dibattito
democratico tra gli iscritti ,con una conferenza per delegati. Se ciò non avverrà
e si realizzerà l'ingresso nel governo confindustriale, coerenti con quanto abbiamo affermato da
tempo e cioè che "nessun governo borghese sarà privato di una
opposizione di classe e comunista"
ne trarremo le conseguenze e apriremo tra tutti i militanti critici del
partito, di qualunque provenienza congressuale e anche tra quelli della
sinistra esterna al PRC la prospettiva della costruzione di una nuova forza politica
di classe e comunista.