NOTA INFORMATIVA SUL COORDINAMENTO NAZIONALE DEI GC DEL 21/09/02
di Nicola Di Iasio
Sabato 21 settembre 2002, si è tenuto il primo Coordinamento
dei Giovani comunisti dopo la II Conferenza Nazionale, che lo ha eletto.
Seguendo una prassi che sembra ormai consolidata anche all'interno del
Partito, il CN non presentava un ordine del giorno ben definito.
La discussione è stata introdotta da una lunga relazione del
coordinatore (Fratoianni). Anche in questo caso si tratta di una prassi
ormai di moda nel partito, che paradossalmente pur riconoscendo su vari
piani errori e inadeguatezze dell'azione dei partito e dei GC, ha escluso
ogni serio bilancio tattico strategico, e che quindi ("coerentemente")
ha riproposto esattamente la linea uscita vincente dall'ultima Conferenza.
In particolare sia l'introduzione che il dibattito a seguito sviluppatosi,
si sono soffermati su alcune questioni principali. Volendo schematizzare:
-lo scenario internazionale, e in particolare l'imminente guerra in
Irak e la tragica situazione palestinese;
-lo scenario nazionale, e quindi i continui attacchi del governo e
le varie forze di opposizione ad esso, sul terreno politico, sindacale
sociale ecc.
-l'orientamento che ne scaturisce per i GC.
Fratoianni ha rilanciato il progetto della costruzione della sinistra
alternativa nella sua confezione disobbediente, ribadendo l'importanza
assoluta di salvaguardare l'immagine e la visibilità dei GC.
Nessuna proposta di linea, nessun bilancio critico: L'introduzione
e buona parte degli interventi hanno rimesso in campo la routine, l'ordinaria
amministrazione di tutti gli anni a cominciare dalla manifestazione nazionale
del partito. A fronte del panorama mondiale e dello scenario nazionale
presente, il coniglio che è venuto fuori dal cilindro questa volta
è stata LA CAROVANA DELLE DISOBBEDIENZE in marcia verso il Social
Forum europeo di Firenze!
I primi interventi critici (e molto retorici) sono arrivati dai compagni
dell'area Grassi-Sorini. Come al solito hanno portato avanti la loro battaglia
"antimovimentista" affermando l'importanza per i GC di una battaglia "antimperialista"
(leggi antiUSA) e la costruzione di un ampio fronte sociale e politico,
dal basso ma "anche dall'alto",per la pace e per i diritti.
Il mio intervento (l'ultimo) ha chiuso il CN dal momento che non ci
sono state votazioni nè conclusioni o repliche (ho proposto di assumere
il mio intervento come conclusione ma non si è arrivati ad un accordo....).
Il mio è stato un intervento di carattere generale con alcune
priorità: l'indicazione di una proposta alternativa sulla mobilitazione
contro la guerra in Irak (denuncia delle vere ragioni della guerra, del
ruolo dell'Onu, dell'imperialismo italiano, sciopero generale contro la
guerra); sul massacro del popolo palestinese (proposta di adesione alle
manifestazioni nelle sei città più grandi italiane il 28
sulla piattaforma del Forum Palestina che è più avanzata
di quella del partito); e in generale della necessità di una proiezione
internazionale della battaglia politica dei GC e quindi la questione dell'Internazionale.
Sul piano nazionale, all'analisi della situazione oggettiva sempre
più potenzialmente dirompente, delle difficoltà del governo
ho proposto un'indicazione di linea alternativa: basata sul'indipendenza
del mondo del lavoro dalla borghesia e dalle sue rappresentanze, sulla
necessità di forme più radicali di lotta, di una vertenza
generale unificante, di una battaglia di fronte unico che allo stesso tempo
contenda alle direzioni riformiste nel vivo delle lotte sulla base di questa
piattaforma programmatica e con l'obiettivo della cacciata del governo
e sull'indipendenza di classe l'egemonia sul movimento. E infine l'importanza
dell'autorganizzazione e dell'azione diretta delle masse (e gli ultimi
avvenimenti in Puglia e non solo e gli ultimisimi di Termini Imerese lo
confermano).
In particolare la mia critica rivolta alla relazione di Fratoianni
si è articolata in tre punti:
- la necessità di individuare nella rinuncia alla battaglia
di egemonia politica la ragione del riflusso del movimento (amesso dallo
stesso Fratoianni) che solo l'organizzazione permanente dell'avanguardia
può aiutare a superare;
- la necessità e l'importanza dell'individuazione della fine
del "SIMBOLICO" (così Fratoianni nella reazione, salvo poi proporre
la "CAROVANA DELLE DISOBBEDIENZE"): questo bilancio critico non deve limitarsi
a respingere le implicazioni ultime di questa teoria e prassi, ma capovolgere
l'intera impalcatura (autorganizzazione, forme più radicali di lotta,
azione diretta di massa ecc... che in realtà sagnifica un'altra
prospettiva)
-"l'importanza dell'intervento nel movimento per la formazione delle
giovani e giovanissime generazioni" (sempre Fratoianni) deve tradursi coerentemente,
se le parole hanno un senso, in una costante formazione teorica, strumento
indispensabile per la crescita di nuovi quadri.