Tra poche settimane si terrà il congresso regionale del PRC ove
si confronteranno diverse linee politiche, ma l’alternativa è non
tra "bertinottiani" e "maselliani", bensì tra tutte le componenti
della maggioranza e l’area di minoranza "Progetto Comunista".
Noi di Progetto Comunista siamo, da sempre, stati gli unici veri oppositori
agli accordi "a perdere" con il centrosinistra. Fummo i soli due anni fa
ad opporci all’alleanza in Regione e, in tempi più recenti, siamo
stati la sola area del partito a votare contro la legge Rivola che ha avuto
come unico effetto quello di scipparci il Referendum sul finanziamento
alle scuole private.
L’unico scontro reale tra le aree delle maggioranza del partito e quello
per il controllo del PRC, poiché entrambe convergono nei fatti su
una linea governista e di alleanza con il centrosinistra: a Piacenza e
a Ravenna sono i "bertinottiani" ad essere in giunta con il centrosinistra,
a Ferrara e a Rimini sono i "maselliani", nella Giunta regionale c’è
il "bertinottiano" Pasi mentre capogruppo è lo stesso Masella.
I vari dirigenti della maggioranza del PRC, più che infiammarsi
per la scelta del futuro segretario regionale, che comunque non avrà
il nostro consenso, dovrebbero riflettere sull’esperienze governative fatte
in precedenza che solo disastri hanno portato. Basti pensare ai giustamente
contestati centri di detenzione per immigrati che furono istituiti grazie
ad una legge del governo Prodi (la Turco-Napolitano) approvata con il voto
favorevole anche di Bertinotti e Boghetta.
La maggioranza del PRC che non pensa e non agisce più in termini
rivoluzionari è destinata solo a gestire l’esistente e non a cambiarlo.
Quindi, per quanto di minoranza, ripresenteremo al congresso regionale
una proposta di rottura immediata con le giunte di centrosinistra per una
reale svolta del partito verso la costruzione di una nuova sinistra rivoluzionaria.
Bologna, 2 settembre 2002