Il dibattito che si è sviluppato nel percorso congressuale ha
visto un confronto tra due linee strategiche contrapposte: la riproposizione,
da un lato, di una concertazione che vuol dire collaborazione con le forze
sociali e governative avversarie della classe operaia e l'ipotesi, dall'altro,
di ripartire dall'autonomia di classe per rilanciare la difesa degli interessi
delle masse in una prospettiva di trasformazione della realtà presente.
Non vedo negli sviluppi degli ultimi mesi alcun elemento che possa
portare a ritenere superata o anche attenuata la contrapposizione fondamentale
che ci ha divisi.
Anzi, il pesantissimo attacco del governo ha visto la nostra confederazione
dare una risposta, a mio giudizio, del tutto insufficiente. Invece di porre
subito CISL e UIL di fronte ad una proposta ultimativa di mobilitazione
generale, pronti nel contempo ad utilizzare la volontà di lotta
dei lavoratori e lavoratrici per muoversi anche da soli in difesa dei loro
fondamentali interessi, si è scelta la strada dei piccoli passi
e della diluizione del movimento.
Non si è trattato solo, a mio giudizio, di una concezione errata
e perdente dei rapporti tra le confederazioni, ma della volontà
di guadagnare tempo nel tentativo di riaprire un terreno di concertazione
con lo stesso governo di centrodestra, sul modello spagnolo, come ci ha
ricordato ancora oggi nella sua replica Sergio Cofferati, e come dimostrato,
tra l'altro, dall'ipotesi di stralcio della questione dell'art. 18 dal
resto delle proposte governative.
Le divergenze di strategia e progetto permangono dunque, a mio giudizio,
tutte e non esistono in alcun modo le condizioni per quel riavvicinamento
indicato come percorso in atto da parte del compagno Cofferati all'inizio
della sua relazione.
La stessa tardiva ipotesi di uno sciopero generale anche in forma autonoma,
in sé ovviamente positiva, avrebbe dovuto tradursi in una concreta
proclamazione e, in ogni caso, avrebbe potuto costituire oggetto di un
ordine del giorno specifico; mentre una mozione conclusiva unitaria ha
appunto una valenza di accordo complessivo che non condivido.
Per tutto quanto ho detto dichiaro quindi il mio voto contrario.