comunicato stampa

di Michele Terra (Direzione Nazionale del Prc)  sui candidati del Prc alle elezioni:  "FRA I NOMI NON C’E’ QUELLO DI UN SOLO OPERAIO"


No su tutta la linea. A partire dai primi dieci mesi di governo in regione per finire ai candidati proposti in Emilia-Romagna per le prossime elezioni politiche. Il fronte della minoranza interno al PRC dell’Emilia-Romagna, che raccoglie il 18% degli iscritti, non nasconde il malcontento e promette di dare battaglia durante il comitato politico regionale, fissato per sabato prossimo.

All’ordine del giorno, due temi particolarmente delicati per chi contesta la linea del partito: un primo bilancio sull’alleanza con il centrosinistra in viale A.Moro (la Regione) e le candidature per le elezioni.

Per Roma i giochi sono quasi fatti. Nel proporzionale infatti, è ormai certo che i capilista saranno Mantovani e Titti de Simone. C’è chi è pronto a scommettere che metà partito non li appoggerà, visto che nella stessa direzione nazionale del PRC la loro candidatura ha diviso i 5 rappresentati emiliano romagnoli: un solo voto a favore (quello della stessa de Simone), uno contro (quello di Michele Terra, esponente della minoranza), e tre astenuti. "In generale – spiega Terra – la lista dei candidati non ci soddisfa perché non rispecchia la realtà del partito, non c’è un solo operaio, giusto qualche sindacalista". Senza parlare, poi "dell’esclusione dal gruppo parlamentare della minoranza, visto che non è stato preso in considerazione nessun nostro rappresentante".

La minoranza non vuol neanche sentir parlare di eventuali patti di non belligeranza con il centrosinistra.

"In politica – sentenzia Terra – non si fanno regali, tantomeno ai nemici". Il malessere dell’opposizione interna al PRC è alimentato anche dall’esperienza al governo della regione. E’ scontato che la maggioranza rinnovi l’appoggio all’alleanza con il centrosinistra di viale A.Moro, ma la minoranza non si accontenta e chiederà una verifica nelle federazioni di tutta l’Emilia-Romagna. In più, sta lavorando a un documento in cui, in sostanza, viene bocciato l’accordo.

"Il bilancio di questi primi dieci mesi – conferma Michele Terra – è assolutamente fallimentare. Lo stesso DPEF (documento di politica economica e finanziaria, NDR) della regione è solo un documento di propaganda che non ci soddisfa sui temi a noi più cari". E il futuro lascia intravedere scogli non indifferenti: "per citarne uno, i centri di detenzione per immigrati clandestini. Su questo chiediamo che la regione ritorni sulla sua decisione".

C’è poi la tanto attesa legge sull’assistenza "che prima o poi l’assessore regionale, Gianluca Borghi, dovrà presentare in aula". E la discussione non si preannuncia facile.