APPELLO DI SINDACALISTI PER UNO SCIOPERO GENERALE CONTRO LA GUERRA


Siamo di fronte ad uno scenario preoccupante caratterizzato da una fase recessiva del ciclo economico e da una forte e reazionaria alleanza tra la le forze conservatrici e di destra, e l'interesse di Capitale e di Rendita.
Un'interesse che da un lato decreta ed impone l'ineluttabilità della guerra (in barba alla Costituzione ed alle posizioni della maggioranza del paese) e dall'altro scatena la sua guerra interna per la totale subordinazione dei bisogni, del lavoro, del sindacato al punto di vista dell'interesse del mercato e dell’impresa.
Partecipazione alla guerra, "legge finanziaria", Intervento sulle pensioni, attacco al salario ed alla contrattazione, massima flessibilità in entrata ed in uscita, modifica della già restrittiva legislazione in tema di immifrazione, e attacco allo statuto dei lavoratori, sono gli strumenti con cui è condotta questa offensiva.
Un'offensiva avviata da tempo, sostenuta già dai passati Governi e che oggi si presenta in tutta la sua arroganza, con una forte volontà liquidatoria e di classe per la totale sottomissione del lavoro alle necessità dell'interesse e dell'ideologia liberista.

Come lavoratori, abbiamo subito sulla nostra pelle in tutti questi anni un pesante arretramento delle condizioni materiali e del quadro dei diritti e delle tutele per il lavoro, in nome di una politica dei redditi che dichiarava di voler rilanciare l'economia e l'occupazione, di risanare il bilancio dello stato. Alla riduzione del potere d'acquisto dei nostri salari, alla riduzione della copertura previdenziale, alla riduzione del nostro potere contrattuale non ha corrisposto quella redistribuzione dei sacrifici e dei benefici di cui si parlava.
Oggi i lavoratori sono più poveri ed i padroni più ricchi ed arroganti, sostenuti in ciò da un Governo che pianifica la liquidazione dello Stato Sociale, della sanità, della scuola pubblica, dei diritti e delle tutele per i lavoratori.

Come RSU, delegate e delegati di luogo di lavoro, come lavoratori cogliamo la portata di questa offensiva che fa capo ad una strategia complessiva a cui oggi non sembra corrispondere ancora una adeguatezza ed una decisione nella risposta sindacale.
Non ci convincono infatti quelle posizioni sindacali che da un lato esprimono criticità sulle proposte del Governo e dall'altra considerano “trattabili” temi che ci riguardano direttamente, senza chiarire gli obiettivi di questo confronto e senza aver avuto dai lavoratori alcun mandato a trattare.
Non ci convincono quelle posizioni sindacali che esprimono preoccupazione per l'arroganza del fronte Governativo-Confindustriale, e propongono semplicemente "iniziative di contrasto" sulle questioni più aberranti come l'attacco allo statuto dei lavoratori.
Come RSU, delegate e delegati di luogo di lavoro, come lavoratori cogliamo invece, la necessità di una forte ed urgente iniziativa di mobilitazione generale del mondo del lavoro, che liquidi ogni titubanza ed ogni velleitaria quanto inadeguata riproposizione di una prassi e di una politica sindacale concertativa.

E' necessario rispondere all'offensiva del Governo e della Confindustria con uno sciopero nazionale generale entro la metà di Dicembre.
E' necessario costruire urgentemente una piattaforma generale del mondo del lavoro che metta al centro della lotta e del confronto col Governo quel quadro dei bisogni oggi negati e che invece i lavoratori esprimono, sul salario, sulla previdenza, sui diritti, sul lavoro.
E' necessario quindi contrapporre alla piattaforma dei Padroni una nostra piattaforma, costruita e condivisa dai lavoratori e su cui aprire un confronto vertenziale e di lotta che non si esaurisca nei tempi della discussione della legge Finanziaria ma che sappia reggere e continuare fino alla conquista degli obiettivi.

Ci sono infatti oggi bisogni sociali, espressi dai lavoratori e dalle loro famiglie, che non sono più mediabili e che vanno anzi consolidati e rafforzati.

- Sul salario non è più rinviabile la conquista della esigibilità di un riallineamento periodico e automatico delle retribuzioni e delle pensioni all'inflazione reale. Dobbiamo liberare la contrattazione (nazionale ed aziendale) dal quadro di compatibilità e dai vincoli derivanti dall'accordo del 23 luglio 93.
- Sul lavoro, dobbiamo dare maggiore certezza all'occupazione, respingendo tutte le  soluzioni indicate nel "libro bianco" del Governo. Abbiamo bisogno invece di nuove rigidità, di ridurre l'attuale disponibilità di legge e contrattuale al ricorso al lavoro precario e flessibile.
- Sui diritti e sulle tutele bisogna respingere l'attacco allo statuto dei lavoratori, sapendo che l'estensione di questi diritti ai lavoratori precari ed alle aziende sotto i 15 dipendenti è un obiettivo non più rinviabile se si vuole frenare il processo di divisione e subordinazione del lavoro al mercato.
- Sulle pensioni dobbiamo respingere i nuovi interventi proposti dal Governo, ma per salvare il sistema previdenziale pubblico dobbiamo anche rimettere mano alla stessa Controriforma Dini, ridando corpo a quella solidarietà intergenerazionale che la riforma Dini ha interrotto e che rappresenta invece l'elemento di tenuta del sistema previdenziale pubblico.
- Dobbiamo difendere lo stato sociale, la sanità e l'istruzione pubblica e dobbiamo farlo sostenendo richieste che aumentino e rafforzino la quantità e la qualità dei servizi e delle prestazioni.
- Dobbiamo fare questo chiedendo l'immediato ritiro della decisione del Governo e della maggioranza parlamentare di entrata in guerra, perchè siamo contro la guerra e gli obiettivi di egemonia territoriale, economica e politica che questa sottintende e perchè siamo contro a quell'economia di guerra che oggi ci viene proposta per sostenere ed aumentare le spese militari finanziandole con la riduzione dei diritti, dei salari, dello stato sociale.

Sono queste solo alcune riflessioni sugli argomenti di cui il mondo del lavoro ed i suoi sindacati devono parlare e discutere oggi. E' su questi obiettivi che deve e può essere rilanciata l'iniziativa sindacale.

Ma per fare ciò occorre anche mettere mano al modo di fare sindacato. In una situazione difficile come l'attuale è ancora più urgente ridare la parola ai lavoratori, alle loro assemblee. C'è un urgente bisogno di riaffermare un modo democratico di direzione dell'azione sindacale e di superare tutti i guasti che la concertazione e la conseguente centralizzazione dei poteri nella struttura e nella burocrazia sindacale hanno prodotto.
C'è un bisogno di democrazia e partecipazione che deve subito trovare risposta nella prassi e nella conquista di una legge sulla rappresentanza e sulla democrazia nei luoghi di lavoro. Occorre dare tutto il potere ai lavoratori sulla elezione della loro rappresentanza eliminando, laddove sussiste, quel 33% di diritto alle organizzazioni sindacali maggioritarie che di fatto godono così di una assurda rendita di posizione. Così come è necessario liberare la rappresentanza dei lavoratori del pubblico impiego dalle discriminazioni e dai pesanti condizionamenti normativi che favoriscono le OO.SS. “maggiormente rappresentative”. Occorre dare alle assemblee dei lavoratori il diritto vincolante di giudizio sulle piattaforme e sugli accordi.

Il mondo dei lavoro ha urgenza di una forte risposta unitaria. C'è bisogno di riunificare ciò che la crisi e le deregolmentazioni di questi anni hanno invece diviso.
Ciò può avvenire solo se ci sapremo dare una piattaforma generale per il lavoro, per il salario, per i diritti da contrapporre alla piattaforma di padroni e del Governo. Ciò può avvenire solo se il mondo del lavoro ed i suoi sindacati sapranno riprendere subito una forte e unitaria iniziativa di lotta.
Ciò può avvenire superando i settarismi e le divisioni. C'è bisogno di una unità capace di mobilitare assieme tutte le risorse del sindacato Italiano, dai sindacati di Base a quello Confederale.
Questo chiede il mondo del lavoro, e lo chiede in modo pressante ed urgente perchè urgente è la necessità di di rialzare la testa.

Per questi motivi, come RSU, delegate e delegati di luogo di lavoro iscritti alla Cgil, al SinCobas, Confederazione Cobas, SlaiCobas  ………… eccc. proponiamo un

INCONTRO NAZIONALE
Per il giorno 1 Dicembre 2001
 

di tutto il mondo del lavoro, RSU, delegate e delegati, sindacalisti, a qualsiasi organizzazione appartengono
Per uno sciopero generale entro la metà di Dicembre
Perché questa iniziativa di lotta dia sostenuta da una piattaforma capace di rappresentare i più complessivi bisogni del mondo del lavoro e non sia ridotta a sola protesta in difesa della concertazione.
Contro la guerra