PUBBLICO APPELLO
LA CGIL PREPARI UNO SCIOPERO PROLUNGATO
SINO ALLA SCONFITTA DI BERLUSCONI
Il governo Berlusconi, con la inqualificabile complicità dei
gruppi Dirigenti CISL e UIL, dichiara un'autentica guerra alle condizioni
dei lavoratori, dei giovani, della maggioranza della società: attacco
all'articolo 18, distruzione programmata della previdenza pubblica, nuova
flessibilità selvaggia, reintroduzione generale dei tickets sanitari,
ulteriori colpi all'istruzione pubblica, nuova legislazione anti-immigrati,
assieme a una valanga di nuovi regali fiscali a profitti, patrimoni, rendite
finanziarie.
Di fronte a tutto questo non bastano scioperi simbolici, per quanto
grandi, né solo manifestazioni dimostrative, per quanto imponenti.
E' NECESSARIA UNA PROVA DI FORZA STRAORDINARIA CHE PIEGHI GOVERNO E
CONFINDUSTRIA.
Sergio Cofferati e la Direzione CGIL, hanno scelto di non negoziare
l'articolo 18: è una scelta giusta e rilevante. Questa scelta non
cancella né attenua le colpe passate e presenti del vertice confederale:
il mancato bilancio delle politiche di concertazione, il ritardo dell'apertura
dello scontro con il governo in autunno, il pesante vuoto di iniziativa
dopo la manifestazione del 23 Marzo e lo sciopero del 16 Aprile. E tuttavia
segna un'obiettiva assunzione di responsabilità agli occhi di milioni
di lavoratrici e lavoratori.
A questa responsabilità occorre, ora, far fronte. Non è
sufficiente il rifiuto di una complicità con Berlusconi. E' necessario
batterlo. Non è sufficiente salvare l'onore di Cofferati, alla vigilia
di un probabile ingresso in politica. E' necessario salvare il movimento
operaio dal rischio concreto di una sconfitta drammatica. E' necessario
vincere.
Non si può vincere con scioperi simbolici ogni tre mesi. Si
può vincere se si imbocca una strada nuova e straordinaria a fronte
di un attacco straordinario: quella di UNA LOTTA AD OLTRANZA CHE BLOCCHI
L'ITALIA SINO AL RITIRO DI TUTTE LE DELEGHE E DISEGNI GOVERNATIVI
Si può. E' quello che hanno fatto i lavoratori francesi nel
'95 piegando il governo Juppè .
E' quello che hanno fatto, in forma diversa, le masse argentine cacciando
il "nuovo" Governo De la Rua.
Si può ma occorre battersi perché questa svolta si compia.
Definendo una nuova piattaforma di lotta a partire dall'estensione a tutti
dell'articolo 18, che rompa definitivamente con ogni prospettiva di concertazione
e apra una nuova prospettiva per il movimento operaio. Non la prospettiva
di un nuovo centrosinistra, in compagnia di Rutelli e Margherita. Ma di
un'alternativa dei lavoratori basata sulla loro unità e sulla loro
forza.