Le lotte di studenti e lavoratori all’università di Cosenza

Laureato è precariato

 

 

di Vittorio Sacco e Cesare Romagnino

 

La mobilitazione contro il ddl Moratti che sta attraversando tutta l'università italiana, ha avuto il suo apice nell’Unical (Università degli studi della Calabria ). Da ormai molti giorni il nostro ateneo è in perenne mobilitazione: assemblee con centinaia di persone, corsi alternativi, occupazioni d’aule, interruzione delle lezioni. Il culmine di questi giorni di mobilitazione è stato un corteo con oltre duemila persone che ha portato alla formazione del Collettivo Studentesco in Movimento (C.S.i.M.U.). Ma cosa chiedono gli studenti dopo anni di sonnolenza e di pace sociale all'interno delle università?

La protesta, partendo dalla contrarietà al ddl, si è allargata a tutta la “riforma” Moratti, mettendo in discussione anche i provvedimenti presi dai precedenti ministri ulivisti. Stanchi di un’università come quella attuale, permeata da logiche aziendalistiche e da finanziamenti privati alle cattedre, alla didattica e alla ricerca, gli studenti chiedono un'università a misura di studente e non di azienda, un’università per tutti, capace di formare non tecnocrati ma studenti pensanti. La controriforma prevede che i 2/3 dei finanziamenti saranno sostenuti da imprese private; ma in una realtà meridionale come la nostra quali sono le imprese che potrebbero riuscire a sostenere questi costi? O dobbiamo farci colonizzare dalle multinazionali quali la Open Text che tramite la Id-tecnology crea software per l’esercito americano, come di fatto già avviene all’Unical?

Ciò che accade nel nostro ateneo è un esempio sintomatico della stato di disagio che tutto il mondo accademico sta vivendo. Si ritorna a parlare di diritto allo studio, di aumento dei servizi e abbattimento dei costi, di riduzione dei tempi di studio. Ponendo l’attenzione sulle condizione dei lavoratori Ata duramente colpiti dalla riforma Biagi e Bassanini, convincendoli allo sciopero e all’unità nelle mobilitazioni, si sta mettendo in discussione sia il D.M. 509/99 (meglio conosciuto come 3+2 ) voluto dall'allora ministro della pubblica istruzione Berlinguer, sia tutte le successive modifiche introdotte dalla “riforma” Moratti. Ad esempio quella del modello ad "Y" che prevede un 1+2 professionalizzante ed un 1+2 metodologico che solo permette l'accesso ad un Laurea Magistralis (nuovo appellativo delle "specialistica"). È l’ennesima discriminazione sociale che non vogliamo accettare, che crea laureati di serie A e di serie B come di fatto già avviene nel 3+2 attualmente in vigore. Solo nel nostro ateneo, centinaia di studenti non sono riusciti ad accedere ai corsi universitari e quei pochi che sono entrati si troveranno probabilmente il cammino sbarrato ai due anni successivi per l'accesso alla specialistica, alla quale si accede tramite un rigido numero chiuso (si parla di 30-40 posti a corso!) e a patto di pagare elevatissime tasse.

Si lotta contro il dilagante tentativo di distruggere l'istruzione italiana, rivendicando il carattere pubblico e laico dell'università, chiedendo l'abolizione dell'obbligo di frequenza che penalizza la figura dello studente lavoratore, l’abolizione di tutti i numeri chiusi e l’eliminazione delle graduatorie prettamente meritocratiche. È questa l’università che vogliamo un’università che sia realmente di tutti e tutte.