Marxismo rivoluzionario n. 5 – trent'anni fa la rivoluzione portoghese / scheda cronologica
APRILE '74 - NOVEMBRE '75, ASCESA E DECLINO DELLA RIVOLUZIONE
A cura di Marco Ferrando
25 aprile ‘74:
cade il regime di Caetano, erede di Salazar, sotto i colpi della
rivoluzione coloniale in Angola e Mozambico. Il movimento delle
forze armate (Mfa) è l’autore del putsch anti Caetano.
1° maggio ‘74:
La classe operaia e vaste masse popolari irrompono sulla scena con
gigantesche manifestazioni, festose e combattive. Iniziano scioperi e
occupazioni di case, rinascono i sindacati, si sviluppano i partiti
operai.
Si costituisce il primo governo provvisorio, diretto da
Palma Carlos ed egemonizzato dal generale Spinola, con la
partecipazione del Pcp, del Psp, del Ppd (partito popolare
democratico, rappresentativo del grande capitale). E’ un governo di
unita’ nazionale.
Giugno ’74:
Alvaro Cunhal si appella alla cessazione degli scioperi. Il governo di
Palma Carlos riduce l’obiettivo iniziale di salario minimo (da 6000 a
3300 escudos), vara una legge restrittiva del diritto di sciopero,
limita la libertà di manifestazione.
Ma la dinamica della lotta di massa si allarga.
Nelle Forze Armate si accentuano le differenziazioni.
Luglio ’74:
Si costituisce il secondo governo provvisorio, diretto da
Gonçalves sempre con la partecipazione di Pcp – Psp – Ppd. Il suo
programma resta la normalizzazione nella società e nell’esercito.
Viene
creato il Copcon con l’obiettivo del
ristabilimento dell’ordine fra
le truppe. Ma l’obiettivo fallisce e il Copcon si trasforma anch’esso in uno
strumento dei settori piccolo borghesi radicalizzati dell’esercito
28 settembre ’74: Si realizza un tentativo di svolta
reazionaria sotto la guida di
Spinola, alla testa della cosiddetta “maggioranza silenziosa”, contro
il Pcp e le organizzazioni sindacali. L’Mfa si astiene. Ma la sua
base
militare è in parte trascinata dalla reazione di massa al golpe
di Spinola, che assume caratteristiche radicali. I ferrovieri bloccano
i treni. Gli operai dell’industria promuovono barricate a Lisbona e
nelle principali città. Spinola, sconfitto, si dimette. L’Mfa
approfondisce la sua crisi.
Ottobre ’74:
Si costituisce il terzo governo provvisorio di Unità
nazionale. L’apparato repressivo e istituzionale dello Stato
borghese moltiplica i segni di sfaldamento. Si radicalizza la
mobilitazione operaia e popolare sia sulla base di rivendicazioni
democratiche (libertà d’espressione, elezioni per la Costituente,
disimpegno in Africa, riforma agraria) sia sulla base di
rivendicazioni sociali di classe (sui temi del salario,
dell’occupazione, delle condizioni di lavoro).
Il governo lancia la “battaglia per la produzione”, varata
direttamente dal Pcp all’insegna dello “sviluppo della produttività
del lavoro”. Il Pcp lascia cadere la sua vecchia rivendicazione delle
nazionalizzazioni.
11 marzo ’75:
Spinola riprova un tentativo golpista. Ma si trova contro, a
differenza
che nel settembre ’74, la mobilitazione attiva di larga
parte dell’esercito. Il fallimento di Spinola rilancia la
radicalizzazione operaia. L’apparato statale accentua la propria
disgregazione. Ampi settori di piccola borghesia si spostano a
sinistra.
25 aprile ’75:
Le elezioni vedono un forte successo dei partiti operai. Nelle
fabbriche si registra un processo di occupazioni e di espulsioni di
vecchi amministratori. In diversi casi i lavoratori assumono in prima
persona la gestione delle aziende. Parallelamente l’esercito si
trasforma
in una centrale di agitazione politica, con un più netto
dualismo tra gerarchie e movimento dei soldati e degli ufficiali
inferiori.
Maggio ’75:
Si costituisce il quarto governo, basato essenzialmente sul
PCP e sui settori ad esso più legati dell’MFA. Il governo si vede
costretto, per contenere l’ascesa di massa, a nazionalizzare banche,
assicurazioni, energia elettrica, siderurgia nazionale e trasporti (col
rigoroso risparmio delle proprietà e degli investimenti stranieri).
Si sviluppano in tutto il Portogallo embrioni di autorganizzazione di
massa:
commissioni di lavoratori, Assemblee operaie, comitati di
“moradores” ecc..
Pcp e Mfa propongono l’istituzionalizzazione di tali organismi
sotto il controllo dell’Mfa (“documento guida” e documento del
Copcom del giugno ’75). Parallelamente l’Mfa lavora alla propria
istituzionalizzazione, svuotando l’Assemblea costituente.
Giugno ’75:
Esplode la crisi Pcp-Psp.
Republica, organo ufficioso del
Ps, viene occupato da lavoratori e
tipografi che rivendicano la difesa del posto di lavoro e il controllo
politico sulla redazione.
Attorno a Ps-Ppd si aggrega un vasto blocco reazionario in
particolare nel Nord, con un peso rilevante della destra cattolica e
degli agrari. Si moltiplicano gli assalti alle sedi del Pcp.
L’organizzazione maoista Mrpp partecipa e sostiene la
mobilitazione reazionaria in nome della lotta al “socialfascismo”.
Il Pcp si affida totalmente all’Mfa .
Luglio ’75:
Si costituisce il quinto Governo sotto la direzione di
Gonçalves
nel nome del progetto bonapartista-populista, dell’ “Aliança
Povo-Mfa”. Il Pcp fa blocco con la direzione maggioritaria
dell’esercito per salvaguardare se stesso e il proprio ruolo.
Ps e Ppd lasciano il governo e sviluppano la mobilitazione contro il
Pcp.
Agosto ’75:
Il Pcp vara il Fur (Fronte di unità rivoluzionaria) su una
piattaforma di sostegno politico al governo Gonçalves ottenendo il
coinvolgimento in esso del grosso dell’estrema sinistra portoghese.
Al tempo stesso rifiuta di ricorrere alla mobilitazione operaia,
nel nome del “rifiuto della guerra
civile” e del carattere “democratico” della rivoluzione.
A fine agosto il governo Gonçalves è costretto alle dimissioni dalla
pressione reazionaria e dai varchi che essa ha aperto all’interno di
alcuni settori della gerarchia militare (Melo Antunes e il “gruppo dei
Nove”).
Settembre ’75:
Si costituisce il sesto governo provvisorio diretto da
Pinheiro de Azevedo, basato sull’apertura al Ps contro il Pcp. Il
governo vara un nuovo piano economico di emergenza all’insegna
dell’austerità per i lavoratori. Si procede ad un’epurazione
generale
contro esponenti legati al Pcp in tutto l’apparato dello stato, negli
organi di gestione delle aziende nazionalizzate, nei media.
Il Pcp benché emarginato e colpito chiede ugualmente di far parte
del governo con un incarico secondario.
Settembre
Ottobre ’75:
Riprende e precipita lo scontro sociale e la divisione dell’esercito.
Il 10 settembre a Porto, i Suv (
Soldati uniti vinceremo)
portano
in piazza migliaia di lavoratori e di soldati.
Il 17 settembre l’Alentejo è paralizzato dallo sciopero generale dei
lavoratori agricoli e dallo sviluppo dell’occupazione delle terre.
A inizio ottobre decolla la mobilitazione degli operai metallurgici che
invade
le principali città del Portogallo e sfocia in ripetuti scontri
con la polizia.
Il 20 ottobre inizia l’agitazione dei lavoratori edili, che a partire
dal
10 novembre assume le caratteristiche di sciopero a oltranza.
La
manifestazione degli edili a Lisbona il 12 novembre vede la
partecipazione di 80.000 lavoratori. Gli operai edili occupano il
quartiere
in cui risiede il palazzo del governo (Sao Bento) e
assediano a oltranza il governo medesimo.
Il Pcp “si dissocia” dall’assedio.
Il 14 l’assedio continua e i lavoratori edili si armano con tutti i
mezzi
di fortuna disponibili.
La notte del 14 il governo cede accogliendo la piattaforma rivendica-
tiva degli edili.
La vittoria
degli edili trascina la lotta di altre categorie a partire dagli
operai della panificazione.
Novembre ’75: Il
16 novembre a Lisbona si realizza un’enorme manifestazione
operaia e popolare.
Il PCP teme una precipitazione incontrollabile dello scontro col
governo e invoca la moderazione e l’autocontrollo dei manifestanti.
Costa Gomes, per volontà del Pcp, tiene il discorso “pacificatore”
contro “il rischio di anarchia”…
Il governo passa al contrattacco, lanciando una campagna di
restaurazione nell’esercito contro tutti i settori vicini al Pcp e
all’estrema sinistra. Otelo de Carvalho viene destituito dalla
direzione del COPCOn e dal comando militare della regione di
Lisbona, e sostituito da
Vasco Laurenco (uno dei nove) vicino al
Ps. I paracadutisti, legati all’estrema sinistra
reagiscono sul piano militare occupando le caserme di Tancos,
Montijo, Monsanto, Ota… e chiedendo al governo di ripristinare
Otelo.
Il governo esige la resa degli insorti e si dichiara disposto ad usare la
forza.
Gli operai si armano in alcune fabbriche, ma senza indicazioni. Il
Pcp tace.
Le caserme ribelli sono costrette ad arrendersi, ad una ad una.
La vittoria del governo segna l’inizio del riflusso della rivoluzione
portoghese.