I contratti nazionali si difendono applicandoli!

Facciamo come a Scanzano!

 

 

L’accordo raggiunto sabato tra Governo, aziende e organizzazioni sindacali degli autoferrotranvieri rappresenta sicuramente un fatto grave

 

1)     nel merito, perché non assicura neanche il recupero dell’inflazione

2)     nel metodo, perché non rispecchia la volontà della grande maggioranza degli autoferrotranvieri italiani, manifestatasi in particolare con gli scioperi a catena, proclamati senza preavviso e ad oltranza dai lavoratori.

 

I lavoratori hanno capito che solo rompendo le regole antisciopero volute dai passati governi e dalle aziende (purtroppo con l’approvazione del sindacato) si possono ottenere dei risultati. Del resto Scanzano insegna: quando un’intera regione si è fermata, arrivando persino a bloccare il rifornimento di merci a negozi e grandi magazzini, allora per la prima volta si è riuscito a ottenere quello che in più di 2 anni non si era riusciti a strappare: la sconfitta del Governo Berlusconi e il ritiro quasi immediato di un provvedimento di legge!

 

In queste settimane autoferrotranvieri e dipendenti Alitalia hanno scatenato un’ondata di lotta come mai negli ultimi 20 anni. L’innalzamento dell’una tantum da 500 a quasi 1000 euro è il prodotto di quelle lotte, ma è anche la dimostrazione che si può e si deve andare avanti e che soltanto così è possibile difendere non solo il salario, ma anche la contrattazione nazionale, il mantenimento del trasporto in mano pubblica, la qualità del servizio per tutti i suoi utenti.

 

A Genova c’è un motivo in più per lottare: bloccare la vendita del 49% di AMT. Pericu dice che il suo piano non comporta tagli occupazionali. Ma una volta che la privatizzazione è avviata, è il Consiglio di amministrazione a decidere la politica dell’azienda e se, per aumentare il valore delle azioni, ritiene di dover dichiarare degli esuberi, lo fa. Il Comune non è stato in grado di garantire che la Porto Antico S.p.a. vigilasse sulla regolarità dei lavori dati in appalto in Darsena e un lavoratore albanese in nero è morto sotto una soletta di cemento crollata. Come potrà garantire che tra un anno un’AMT S.p.a. privatizzata non licenzi?

 

Per questo

- sosteniamo l’iniziativa degli autoferrotranvieri,

- auspichiamo la costruzione di un coordinamento regionale e nazionale dei delegati del settore trasporto per dirigere la prosecuzione della lotta,

- siamo pronti a lanciare una cassa di solidarietà e di resistenza nazionale se il Governo deciderà di perseguire e multare i lavoratori in lotta.

 

Progetto Comunista - Sinistra del Partito della Rifondazione Comunista