L'Irak
agli irakeni
Il governo
italiano -che prima ha applaudito i bombardamenti sull'Irak e poi ha partecipato
all'occupazione coloniale- recita in questi giorni l'ipocrisia del
"dolore" e dell'"indignazione" per l'uccisione dei militari
italiani. E' rivoltante.
La verità è che
il governo Berlusconi e le forze del centro liberale dell'Ulivo che hanno votato
la spedizione militare sono i veri responsabili politici e morali di quei morti.
I carabinieri italiani sono in
Irak come esercito di occupazione coloniale, a presidio non della
"pace" ma della spartizione del bottino di guerra (costato il massacro
di migliaia di irakeni) cui anche la borghesia italiana vuole partecipare.
Il centro dell'Ulivo copre Berlusconi sul punto
essenziale: il mantenimento della presenza militare in Irak e la solidarietà
tricolore. Così, invece di chiedere le dimissioni del governo si appresta a
negoziare la continuità della sua missione: dimostrandosi ancora una volta
leale difensore degli interessi imperialistici.
Progetto
comunista è da sempre contro il fondamentalismo islamico e la logica
terroristica di Al Quaeda. Ma riconosce il pieno diritto del popolo
irakeno ed arabo a resistere all'occupazione coloniale, a sollevarsi con tutte
le proprie forze contro le truppe occupanti, a lottare sino in fondo per la
propria autodeterminazione e libertà contro un governo fantoccio sostenuto
dall'imperialismo. Peraltro solo la rivolta delle masse arabe contro il
colonialismo per una coerente prospettiva antimperialista può emarginare le
suggestioni fondamentaliste o saddamiste.
"Via le
truppe italiane dall'Irak, l'Irak agli irakeni, dimissioni del governo
Berlusconi, governo coloniale e di guerra": è necessario promuovere
ovunque una mobilitazione nazionale attorno a queste parole d'ordine. E per
sviluppare il movimento contro la guerra e il militarismo è necessario rompere
una volta per tutte con il centro liberale dell'Ulivo, con i guerrafondai D'Alema,
Rutelli, Fassino e Prodi.
la redazione