Dichiarazione di dirigenti nazionali della CGIL a sostegno degli autoferrotranvieri di Milano e per lo sciopero generale prolungato

 
 
Lo sciopero degli autoferrotranvieri di Milano rappresenta la giusta rabbia di lavoratori e lavoratrici che dopo 11 scioperi convocati secondo le regole, due anni di mancato rinnovo contrattuale, processi di privatizzazione nel trasporto pubblico, si sentono rispondere dal Governo, dagli Enti Locali e dalle Imprese che con loro non si discute nemmeno. Anzi che alla proposta di aumento salariale di 106 Euro (rispettoso degli accordi del luglio 1993) si può solo rispondere con un aumento di 12 Euro.
Questa è la vera arroganza e provocazione portata avanti da Berlusconi, Albertini e Formigoni che se ne fregano del servizio pubblico, dei lavoratori e dei cittadini.

Ma questo sciopero pone una enorme domanda al Sindacato: se di fronte all'attacco di Governo e Confindustria che passa nei mancati rinnovi contrattuali, nel taglio alle pensioni, nell'attacco all'art.18, nei tagli alla sanità e alla scuola pubblica, nelle ristrutturazioni e nei licenziamenti alla Fiat di Torino come alla RER (fabbrica siderurgica) di Isernia si possa ancora andare avanti con "lotte ordinate" come gli scioperi generali trimestrali, le manifestazioni al sabato, gli scioperi di singole categorie o territori e per i "pubblici dipendenti" (sempre più privatizzati) con la spada di Damocle delle leggi antisciopero.

E' necessario un salto di qualità: serve lo sciopero prolungato, serve una prova di forza verso il Governo ed il Padronato, serve una piattaforma unificante che parli a tutto il mondo del lavoro ed a tutti cittadini.
E' quello che noi, esponenti della sinistra di opposizione all'interno della CGIL rivendichiamo da tempo per unire tutte le lotte oggi disperse, i lavoratori i giovani e i disoccupati intorno alle rivendicazioni di un vero recupero salariale di fronte all'inflazione selvaggia, la difesa e riqualificazione delle pensioni e dei servizi sociali, l'abolizione della flessibilità, ormai selvaggia, e un adeguato salario ai disoccupati, con l'obbiettivo dichiarato di cacciare questo governo antioperaio e antipopolare.

La Francia del 1995, citata in queste ore dalla stampa nazionale, parla di lotte ad oltranza che conquistavano il consenso della popolazione contro un governo Juppè che in tutti gli aspetti della vita sociale  e del mondo del lavoro era divenuto insopportabile, proprio come il governo Berlusconi, e che ha permesso con la sua cacciata di aprire le porte ad un'altra stagione politico e sindacale.
Questa sarebbe la migliore risposta non solo ai tranvieri di Milano ed a gli altri lavoratori e lavoratrici, ma anche ai cittadini che usano il servizio pubblico e che né chiedono migliore qualità e quantità.
 
 
Bruno Manganaro (segr. CGIL Liguria, Dir CGIL)
Franco Grisolia (CGIL naz.)
Daniele Debetto  (Dir Naz FILCEA)
Piero Acquilino (Comitato Naz. di Garanzia FIOM)
 
 
2 dicembre 2003