IL COMMISSARIAMENTO DELLA FEDERAZIONE DI SALERNO DEL PRC: IL SIGNIFICATO POLITICO DI QUESTA SCELTA, LA NOSTRA OPPOSIZIONE

 

 
Come ha riportato anche la stampa nazionale, la Fed. di Salerno del partito è stata commissariata dalla Direzione Nazionale. Progetto Comunista è stata l'unica componente a votare contro nel Collegio Nazionale di Garanzia e nella Direzione Nazionale (l'intera maggioranza ha votato a favore e i compagni di Erre, ex Bandiera Rossa, area "critica" della maggioranza, si sono astenuti). Liberazione ha finora dato spazio solo ai motivi a favore del commissariamento; il Manifesto ha riportato in un articolo una notizia errata -e cioè che anche la sinistra del partito avrebbe sostenuto il commissariamento- e ha poi riportato la nostra rettifica.
 
Quella di Salerno è una vicenda importante in sé ma anche per il significato nazionale che assume nel quadro dell'accordo governista a tappe forzate tra Prc e Ulivo (a Salerno la maggioranza del gruppo dirigente locale si muoveva in una dinamica opposta, di rottura sul piano locale dell'accordo di governo con il centrosinistra). Per questo ci pare utile far girare alcuni testi:
a) la nota di precisazione nostra pubblicata sul Manifesto di giovedì 4 dicembre;
b) una nota di Valerio Torre, dirigente di Progetto Comunista della Fed. di Salerno;
c) un testo di denuncia politica elaborato negli scorsi giorni dai compagni di Progetto Comunista di Salerno.
 
Buona lettura
 
Francesco Ricci

 

(nota pubblicata sul Manifesto del 4 dicembre)

 
L'articolo "Prc, un commisario a Salerno" (pubblicato su Il Manifesto di martedi 2 dicembre) contiene una grave inesattezza laddove afferma che il commissariamento sarebbe stato "votato trasversalmente sia dalla maggioranza che dalla minoranza congressuale".
In realtà Progetto Comunista, sinistra del PRC, ha votato contro il commissariamento della federazione di Salerno: sia nel Collegio Nazionale di Garanzia - non ravvisando nemmeno gli estremi formali del provvedimanto; sia in Direzione Nazionale, rilevando viceversa un preoccupante segno politico nella decisione.
 
Dal V Congresso quello di Salerno è il primo commissariameno di una federazione del PRC - nonostante situazioni di scontro fra gruppi dirigenti siano presenti, con livelli ben più gravi, in altre situazioni. E viene deciso nel momento in cui la maggioranza del gruppo dirigente locale decide di avviare un percorso di "verifica" - e probabilemnete di rottura - con la giunta di Centrosinistra. E' forse il segnale che, sulla strada di un accordo nazionale di governo con l'Ulivo, le alleanze di govenro locali diventano un obbligo?
 
Marco Ferando (Direzione Nazionale PRC)
 
Francesco Ricci (vicepresidente Collegio Nazionale di Garanzia PRC)
 

(nota di Valerio Torre)

 
Cari compagni, care compagne,
la vicenda del commissariamento della federazione di Salerno  ha evidenziato ai compagni del Prc salernitano come solo i compagni di Progetto comunista, sia a livello nazionale che locale, sono stati l'unica componente che ha difeso il partito e la sua autonomia decisionale: questo è il senso comune che emerge da numerose assemblee di circolo autoconvocatesi spontaneamente subito dopo la notizia del provvedimento.
 
Di qui la nostra decisione di uscire pubblicamente con un manifesto -si tratta del testo che potete leggere qui sotto- per far maturare la coscienza che, dietro il puro e semplice atto burocratico, si nasconde in realtà la vera volontà del gruppo dirigente di maggioranza di arrivare all'accordo nazionale con l'Ulivo senza i traumi della messa in discussione degli accordi locali.
 
Ovviamente, il riferimento che in questo testo facciamo alla verifica programmatica con il sindaco è per noi - che abbiamo presentato in Cpf un ordine del giorno che bandiva ogni verifica e determinava di ricollocare il partito immediatamente all'opposizione del governo borghese della città- assolutamente pleonastico: vogliamo far comprendere ai compagni, iscritti e simpatizzanti, che il confronto programmatico che Bertinotti a livello nazionale dice di voler tenere con l'Ulivo costituisce una foglia di fico, visto che impedisce con un atto amministrativo un confronto programmatico in periferia (che peraltro avrebbe condotto certamente all'uscita dalla coalizione).
 
I militanti della base hanno deciso spontaneamente di occupare la sede della federazione impedendo simbolicamente l'insediamento iniziale del commissario Giulio Riccio (tant'è che è stato coniato uno slogan riportato da uno striscione all'ingresso: "Federazione chiusa ... a Riccio"!) ed è stato naturale per noi affiancarli in questa battaglia, ovviamente con le nostre parole d'ordine.
 
In ogni caso, ritengo utile che in ogni federazione si discuta del caso Salerno che, del tutto involontariamente nei piani di Bertinotti, diventa l'emblema nazionale di come sull'altare dell'accordo con Prodi si sacrifichi ogni cosa, persino il partito stesso!
 
Pensiamo, nei prossimi giorni, di far circolare fra i compagni una lettera aperta che dia conto ancor meglio delle posizioni della sinistra rivoluzionaria del partito in questa vicenda.
 
Fraterni saluti comunisti,
 
Valerio Torre
 
 

(il documento di Progetto Comunista di Salerno)

 

BERTINOTTI GETTA LA MASCHERA

 

La vicenda del commissariamento della federazione di Salerno del PRC ha disvelato, anche a chi non aveva saputo o voluto vederlo, il vero carattere della politica di Fausto Bertinotti e del gruppo dirigente di maggioranza di Rifondazione comunista.

Questi i fatti: il Comitato politico federale, dopo lunga e democratica discussione, approvò a maggioranza un ordine del giorno per l’apertura di una verifica politico‑programmatica con il Sindaco De Biase e la coalizione dei partiti che lo sostengono sulla base di alcuni punti che caratterizzassero la presenza dei comunisti nell’amministrazione. Tale decisione fu presa dopo l’e­same del segno complessivo dell’azione politica ed amministrativa dei precedenti due anni e mezzo di consiliatura, in cui Rifondazione ha oggettivamente appoggiato il programma della borghesia cittadina rappresentata dai ceti politici democristiani e diessini, consentendo che venissero assunti lavoratori interinali nelle municipalizzate, che fosse avviato il percorso dell’esternalizza­zione e della privatizzazione dei servizi, approvata una serie impressionante di varianti urbanistiche che determineranno una cementificazione senza pari della città, che venissero elargiti finanziamenti a pioggia alle imprese sedicenti artigiane mentre gli speculatori deindustrializzano il territorio e dismettono la manodopera.

Il deliberato del Comitato politico federale è stato apertamente osteggiato da un gruppo di potere composto, tra gli altri, dall’assessore Mari e dai consiglieri Longo e Liguori, che, grazie all’ap­poggio del livello regionale del partito, è riuscito a bloccare la verifica politico‑programmatica con un provvedimento di commissariamento della federazione del PRC da parte della Direzione nazionale.

Naturalmente – e questo ha costituito costante oggetto di denuncia da parte di Progetto comunista – dietro questa vicenda non ci sono solo le miserie della politica di una cittadina di provincia. Ciò che è in gioco è l’innaturale prospettiva di governo del PRC con le forze di centro e quindi con la borghesia italiana. Una scelta in profonda contraddizione con tutte le ragioni dei movimenti che in questi anni si sono espressi. Una scelta che vanifica le ragioni di quegli undici milioni di SÌ al referendum per l’estensione dell’art. 18 a tutti i lavoratori.

Bertinotti ed il gruppo dirigente di maggioranza di Rifondazione, che del finto confronto programmatico nazionale col centrosinistra fanno un vessillo, hanno impedito un vero confronto programmatico che il PRC a Salerno voleva attuare, lanciando un messaggio inequivocabile a tante altre federazioni che oggi stanno apertamente contrastando una scelta non condivisa dalla base del partito: nessuno osi mettere in discussione l’accordo con Prodi e l’Ulivo attraverso la critica delle giunte locali in cui quell’accordo subalterno è stato già concluso!

Progetto comunista, che in tal senso ha lanciato una petizione nazionale rivolta agli iscritti ed ai movimenti, non defletterà. E andrà sino in fondo.

Perché una cosa deve essere chiara: nessun governo della borghesia italiana sarà privato di un’opposizione di classe e comunista!

 

Associazione marxista rivoluzionaria

PROGETTO COMUNISTA

sinistra del PRC

 

COLLETTIVO DI SALERNO