BREVE
NOTA INFORMATIVA SUL COMITATO POLITICO NAZIONALE DEL 30-31 OTTOBRE 2004
Il Comitato
Politico Nazionale del 30 e 31 ottobre ha aperto formalmente l’itinerario del
VI Congresso. Il 20-21 novembre saranno varati i testi congressuali.
Probabilmente a dicembre-gennaio si concentreranno i congressi di circolo. A
febbraio i congressi di Federazione. A inizio marzo si terrà il Congresso
nazionale.
Il CPN ha varato le prime regole congressuali:
a) La regola della non emendabilità nazionale alle mozioni che saranno votate nel CPN del 20-21, e al tempo stesso della loro emendabilità a livello di circolo e federazione. Si tratta di una mossa voluta da Bertinotti col fine sia di liberarsi dell’abbraccio dell’Ernesto, sia di capitalizzare in proprio (con l’inganno) il maldipancia di base.
b) La regola della soglia minima necessaria per la presentazione delle mozioni congressuali: 3% dei compagni del CPN o 500 firme tra iscritti del PRC. In base a questa norma sia FalceMartello (Bellotti e Giardiello) sia il gruppo “dei Napoletani” (Izzo, Pasquale D’Angelo, Benni), non avendo i numeri necessari in CPN, hanno deciso di procedere alla raccolta delle firme per la presentazione di una propria mozione.
Nel primo caso (regola a) come compagni di Progetto Comunista non abbiamo votato né la proposta bertinottiana (approvata) né la controproposta di Grassi. Quest’ultima infatti proponeva un unico documento “unitario” emendabile, e non, come sarebbe stato giusto, l’emendabilità delle diverse mozioni. Abbiamo espresso dunque un voto di astensione.
Nel secondo caso (regola b) abbiamo votato a favore della proposta presentata da Giardiello di abbassare la soglia minima a due compagni del CPN (proposta comunque respinta a larga maggioranza). Questo sia in ragione del riconoscimento di un diritto democratico, sia per evitare pubbliche accuse strumentali.
Col CPN la geografia congressuale tende ad assumere un quadro definito, anche se permangono aspetti irrisolti.
Bertinotti punta
al plebiscito sulla sua persona (“o con me o contro di me”) mettendo
l’area dell’Ernesto con le spalle al muro: o una resa senza condizioni
(accordo sulla mozione Bertinotti), o mozione alternativa (contro Bertinotti).
Il Segretario pensa che la personalizzazione dello scontro sia il terreno più
favorevole di polarizzazione di fronte alle difficoltà di consenso della linea.
Il suo obiettivo è una maggioranza assoluta consistente sulla propria mozione.
L’Ernesto dopo
aver continuato invano a richiedere il diritto di emendamento alle tesi di
Bertinotti in nome del “ vasto accordo” con la loro linea di fondo (vedi la
sottoscrizione da parte di Grassi del documento Bertinotti all’ultima DN) ha
comunque ribadito in Commissione politica la volontà di ricerca di una mozione
unitaria col Segretario. L’impressione è che Grassi ricerchi realmente sino
all’ultimo uno spazio possibile d’intesa. Ma Bertinotti non mostra
disponibilità. E quindi è presumibile che Grassi ultimerà il processo
unitario per scaricare su Bertinotti la responsabilità della rottura e
“legittimare” il proprio testo congressuale. Di cui la mozione presentata il
CPN prefigura i caratteri.
L’area Erre
(vedi “sinistra critica”) ha annunciato definitivamente il proprio testo
congressuale “critico” definendo la propria scelta. Il suo obiettivo è la
formazione di un’area di pressione sul segretario che condizioni “a
sinistra” la linea e soprattutto garantisca uno spazio negli organismi
dirigenti e di rappresentanza istituzionale.
FalceMartello e
il gruppo di Napoli scelgono ognuno la via di una propria mozione: il primo
sulla base di una differenza strategica reale da destra con la proposta del polo
autonomo di classe. Il secondo sulla base della propria inconsistenza politica,
e della volontà pura e semplice di un proprio protagonismo slegato da qualsiasi
progetto reale (che non sia quello di danneggiare Progetto Comunista). Vedremo
se entrambi questi soggetti raccoglieranno le firme necessarie (com’è
possibile). Ma resta il fatto che nel caso del gruppo napoletano saremmo in
presenza di una lista “civetta” obiettivamente truffaldina.
Avremo modo
all’Assemblea nazionale del 13-14 e dopo il CPN del 20-21 novembre di
soffermarci sul quadro definito del Congresso e nell’impostazione complessiva
della nostra battaglia politica. E’ utile tuttavia fare alcune osservazioni
legate alle scadenze più immediate di iniziativa e alle risultanze del CPN.
Al CPN, accanto
alla mozione politica, abbiamo presentato uno specifico ordine del giorno a
difesa della “sovranità democratica del Congresso”. Un odg che chiedeva il
congelamento dell’appartenenza del PRC alla GAD e la sospensiva degli impegni
assunti in rapporto ad essa (primarie ecc.) per consentire al Congresso un
pronunciamento democratico decisionale. Sia la componente dell’Ernesto sia
l’area di Erre si sono astenute sull’ODG, che ha così riportato 16 voti a favore (l’intera area ex seconda mozione più un paio di
grassiani) e 49 voti contrari (tutti bertinottiani). Si tratta di una ennesima
riprova dell’opportunismo politico delle altre aree critiche di maggioranza
(Ernesto ed Erre) persino sul terreno elementare della battaglia democratica
(come a suo tempo sulla richiesta del Congresso straordinario ecc.). E’ un
fatto che è bene denunciare in ogni occasione di confronto.
E’ necessario
un intervento critico chiarificatore da qui al 20 novembre attorno alla linea
dell’Ernesto, prima della sua probabile presentazione della propria mozione.
E’ importante far risaltare le dichiarazioni di accordo complessivo come
riprova dell’assenza di divergenze strategiche tra Grassi e Bertinotti. Più
faremo risaltare questo fatto, riferendoci al posizionamento attuale
dell’Ernesto, più avremo la possibilità di dimostrare che il loro eventuale
testo “alternativo” non sarà affatto tale – ma sarà solo il prodotto
della volontà di Bertinotti da un lato e
della necessità di “autodifesa” di spazio da parte di Grassi, dall’altro.
In ogni caso non esprimerà una proposta strategica alternativa.
E’ importante completare la presentazione dell’appello congressuale in tutte le situazioni provinciali e iniziare la presentazione circolo per circolo in ogni realtà. L’obiettivo è quello di arrivare a presentare la mozione in ogni congresso di circolo. Ma la realizzazione di questo risultato a sua volta dipende dalla nostra capacità di estendere i contatti prima dei congressi. E questo tanto più oggi, nel momento in cui possiamo appoggiarci, a differenza di altri, su un appello precongressuale già formulato e una scelta già compiuta. Per questo è importante che in ogni realtà, a partire ove possibile dalle riunioni locali per l’assemblea nazionale del 13-14, si definisca un piano di lavoro per le presentazioni nei circoli.
Marco Ferrando