D'ALEMA COME MORATTI

 
Il ministro Moratti annuncia con orgoglio che il Consiglio dei ministri la settimana scorsa ha dato il via libera -col plauso di Cisl e Uil e la timida reazione della Cgil scuola-all'assunzione di 15 mila assunzioni in ruolo tra personale docente e non docente: una vera bazzecola di fronte alle centinaia di migliaia di precari che attendono da anni e anni un posto fisso (fatti salvi gli insegnanti di religione cattolica, designati direttamente dalle curie, che saranno i primi  assunti in ruolo con tanto di possibilità di accesso alle altre classi di concorso).
 
Tutto questo avviene nel quadro di una finanziaria che conferma e potenzia i finanziamenti alle scuole private, nel campo sia dell'istruzione primaria e secondaria sia dell'Università e della ricerca. Emblematiche sono, da questo punto di vista, le recenti dichiarazioni della ministra (17 novembre), che ribadiscono la volontà di "incentivare" la ricerca italiana attraverso la "detassazione di parte dei costi per le imprese", il "finanziamento di atenei privati", l'utilizzo di "prestiti fiduciari agli studenti meritevoli" al posto delle vecchie borse di studio (la differenza sta esattamente nel fatto che il prestito va... restituito: un sistema già in voga negli Usa e che, associato tra l'altro all'esclusività del criterio meritocratico, aggrava ulteriormente la già rigida selezione di classe dell'Università italiana).
 
Si tratta dell'ulteriore conferma del carattere reazionario e filopadronale della controriforma Moratti, che toglie fondi alla scuola pubblica per convogliarli alle scuole private di stampo confessionale (le quali, grazie alle sciagurate leggi di Parità varate nel '99 dal Centrosinistra, fanno parte a pieno titolo del sistema pubblico dell'istruzione); che precarizza ulteriormente le condizioni di lavoro del personale docente e non docente; che smantella le già misere strutture studentesche (mense, borse di studio, alloggi); che in nome del risparmio priva gli studenti degli spazi assembleari (abolizione dell'assemblea d'istituto) e cancella il tempo pieno.
 
E' una controriforma che va respinta nella sua interezza, nel nome di una scuola gratuita, veramente laica, aperta a tutti, liberata dall'ingerenza dei privati e dalla logica del capitale. 
 
Ma i DS e D'Alema non sono di questo avviso. Alla fine di ottobre l'ex Presidente del Consiglio dichiarava: "Un Centrosinistra che pensa di tornare al governo non può pensare di fare come la Moratti, usare il metodo del punto a capo. La scuola non può supportare una rivoluzione ogni 5 anni". Detto in altre parole: un futuro governo di Centrosinistra, in materia d'istruzione, dovrà partire proprio dalla controriforma Moratti, senza metterla in discussione nel suo complesso. Nulla di cui stupirsi, del resto: i caratteri cardine della Legge Moratti erano già ben delineati nella controriforma Berlinguer voluta dal Centosinistra. D'Alema non fa altro che registrare un'evidenza: il Centrosinistra -checché ne dica la maggioranza dirigente del Prc- non è per nulla cambiato, continua a candidarsi quale rappresentante privilegiato del padronato italiano, quel padronato che vuole portare a compimento la privatizzazione della scuola pubblica.
 
Anche dal punto di vista della scuola, l'annunciato sostegno del Prc -con tanto di ministri- ad un futuro governo Prodi significherebbe negare le ragioni delle lotte che, come Giovani Comunisti, abbiamo portato avanti negli ultimi anni: le lotte contro lo smantellamento della scuola pubblica, contro i finanziamenti alle scuole private, per la laicità e gratuità dell'istruzione. Necessario è opporsi da subito a questa deriva: occorre un congresso straordinario che interrompa il processo già avviato di riavvicinamento tra Prc e Ulivo e che compromette fin d'ora il nostro intervento, come Giovani Comunisti, nelle mobilitazioni studentesche.
 
Fabiana Stefanoni (Coordinamento nazionale Giovani Comunisti/e)