Che pena, Penati!

Un breve dossier sul nuovo presidente della provincia milanese

 

a cura di Progetto Comunista Milano e Progetto Comunista Brianza

 

Trovate qui sotto alcune significative dichiarazioni rilasciare dal neopresidente Penati nel corso degli anni passati (in qualità di sindaco di Sesto San Giovanni e segretario della federazione milanese dei Ds), in relazione anche alle principali vicende di lotta che hanno visto il nostro partito schierarsi a favore del referendum per l’estensione dell’art. 18, per la chiusura dei Cpt, per il sostegno alle lotte degli autoferrotranvieri. Nonostante Penati, come vedrete, non fosse esattamente dello stesso avviso, la maggioranza dirigente del Prc ha deciso di sostenere l’alleanza di governo in Provincia, scegliendo quindi la collaborazione di classe.

Penati e lo sciopero degli autoferrotranvieri

Inevitabile il giudizio sullo sciopero selvaggio dei lavoratori del trasporto pubblico. Tagliente: "Si è trattato di una conclusione vergognosa, frutto di un infantilismo inammissibile che ha danneggiato le ragioni di una lotta. Non è vero che creando il maggior disagio possibile si ha un maggior potere contrattuale. È vero il contrario (…) " (l'Unità, 2/12/2003)

 

Penati e gli immigrati

"Sulla questione dell'immigrazione bisogna uscire da un'idea distorta di accoglienza. Ben venga l'opzione zero se serve, ad esempio, per cacciare i venditori abusivi (...) Non farlo non significa essere solidale, ma cedere pezzi di legalità nella città. Piazza Duomo non è un suk: se Albertini la ripulisce ha ragione. Il fatto è che lui predica l'opzione zero e poi il centro di Milano è ancora pieno di venditori di borse, foulard e aggeggi vari" (Corriere della sera del 26/1/2002).

 

Penati e il referendum sull’art.18

Sul tema dei diritti il documento che illustrava il programma di Penati era molto netto. Dopo un'analisi sulla nuova morfologia sociale lombarda, prodotta dal declino del modello fordista e dalla diffusione del cosiddetto capitalismo molecolare, i diessini scrivevano: «Tocca a noi proporre un modello sociale che coniughi libertà e garanzie, che valorizzi il dinamismo sociale senza imbrigliarlo dentro strutture sclerotizzate, che liberi creatività e intraprendenza personale dentro un quadro di difesa e di estensione dei diritti, dentro un nuovo patto sociale». Errore imperdonabile della sinistra, per i promotori del documento, sarebbe quello di non promuovere una vasta rappresentanza delle nuove figure sociali del lavoro dipendente e autonomo. E Filippo Penati, su questo punto è categorico: «Il referendum per l'articolo 18 è sbagliato. Votare sì è sbagliato. Ecco in cosa ci caratterizziamo. Perchè per noi, per esempio riguardo al tema della guerra, è sbagliato dire che Saddam è uguale a Bush».

 

Penati e la prostituzione

Prostituzione, che cosa può cambiare. Nessuna politica è mai riuscita ad arginare il fenomeno della prostituzione e, così, le case chiuse potrebbero tornare ad essere aperte. Lo ha ridetto il sindaco di Sesto San Giovanni Filippo Penati. Con lui si è dichiarata d’accordo Livia Turco, ministro della solidarietà sociale. “La cosa che condivido - ha detto il ministro - è riformare la legge Merlin per superare il reato di favoreggiamento e di adescamento e consentire l'esercizio della prostituzione all'interno delle case, magari consentendo anche un esercizio cooperativo nella gestione di queste ultime”. Il ministro ha poi aggiunto che sarebbe opportuno che la prostituzione fosse comunque “esercitata solo in alcuni luoghi delle città anziché in ogni strada come ora avviene. Sono quindi d'accordo, per esigenze di ordine pubblico e per aiutare le donne che vogliono liberarsi dalla schiavitù dei protettori, a riformare la legge Merlin”.

(Corriere della Sera)

 

Penati ”legge e ordine’’

A Milano e in Lombardia, almeno, le cose sono chiare: il nuovo segretario di Federazione dei Ds, Filippo Penati, sindaco di Sesto San Giovanni, ha vinto su una linea che dire di "legge e ordine" sarebbe poco. Confermato sindaco della sua città per due volte prima di assurgere alla carica di segretario della Federazione più importante del Nord Italia, Penati è uno che, da un lato, crede nel dialogo con i ceti produttivi e nelle virtù dell'innovazione informatica e tecnologica; lo dimostrano i successi di Sesto che da capitale della centralità operaia (e vecchio feudo di personalità storiche del Pci e della Cgil come Armando Cossutta e Antonio Pizzinato) si sta trasformando in cittadella della new economy e del terziario avanzato. Dall'altro lato, Penati è assurto spesso e volentieri agli onori delle cronache per le campagne contro l'immigrazione irregolare in nome della "sicurezza", contro la prostituzione in strada in nome della "tranquillità" dei suoi concittadini e contro la tossicodipendenza in nome dell'educazione. Tempi duri, dunque, per l'ala sociale e l'area della sinistra interna ai Ds. (Carta)