La nostra battaglia in Cgil e in Lavoro-Società

 

di Bruno Manganaro

 

Il 17 luglio si è svolta la riunione dei compagni e compagne di Progetto Comunista che intervengono in Cgil: l’ultima di una serie d’incontri per organizzare e progettare la battaglia sindacale nella Cgil che rimane, nel bene e nel male, la più grande organizzazione sindacale determinante nello sviluppo e/o nel congelamento della lotta di classe nelle fabbriche ed in generale nei luoghi di lavoro.

La storia della Cgil è confermata nelle vicende degli ultimi due anni: “un conflitto” con il governo Berlusconi reo di non voler riconoscere la Cgil come uno dei principali interlocutori sindacali; una mobilitazione che porta la sola Cgil ha costruire una delle più grandi manifestazioni (23 marzo 2002) dal dopoguerra, senza però mai mettere in discussione la produzione industriale e quindi non modificando i rapporti di forza tra imprese e classe operaia; una stagione contrattuale, a parte la vicenda Fiom, in linea con le sconfitte precedenti; quindi prove di conflitto senza mai ipotizzare uno scontro vero con il padronato italiano.

Oggi si rompe con Confindustria ritenendo il nuovo patto concertativo non pienamente garante di un ruolo centrale della Cgil (non certamente perché si rinnega la concertazione e le compatibilità capitalistiche) e, data la relativa autonomia del gruppo dirigente Cgil dai Ds, si cerca una concertazione “migliore” anche a fronte dell’avvicinarsi di un nuovo quadro politico che vedrà un governo centrosinistra + rifondazione cui ben difficilmente il sindacato contrapporrà, fosse anche in modo virtuale, la sua organizzazione.

Il lavoro sindacale rimane per ogni rivoluzionario uno dei temi centrali per lo sviluppo della lotta di classe e per la costruzione di un’organizzazione e di un vero partito comunista. Un intervento con sue specificità, ma strettamente legato al progetto di lotta anticapitalistico. Per questo il dibattito fra i compagni di Progetto Comunista in Cgil rappresenta un punto importante di riflessione e di costruzione politica per la nostra Associazione Marxista Rivoluzionaria.

Il dibattito ha posto la necessità di un nostro maggiore radicamento nei luoghi di lavoro e nel sindacato, organizzando le nostre presenze sul territorio e definendo una struttura nazionale di coordinamento che possa essere luogo di confronto e organizzazione.

Oggi la battaglia in Cgil passa nella nostra presenza nella sinistra sindacale di LavoroSocietà e contestualmente nella nostra caratterizzazione come anima di sinistra e classista che fa vivere le proprie critiche sulla base di un merito sindacale e di un progetto anticapitalistico fuori dalle logiche di semplice contrapposizione personale e/o d’apparato che ha molte volte caratterizzato il confronto fra il gruppo dirigente maggioritario del PRrc e di LavoroSocietà.

Il limite strategico di LavoroSocietà è rappresentato dall’illusione di poter spostare a sinistra l’asse della Cgil fino a modificarne la sua strategia, rinunciando ad una battaglia di conquista della maggioranza dei lavoratori e per una direzione politico-sindacale alternativa all’attuale burocrazia.

In questa logica si spiega il suo zigzagare da una giusta battaglia solitaria contro la precarietà del lavoro introdotta dalla Legge Treu e dal lavoro interinale (votata anche dal Prc) ad un’accettazione di una stagione contrattuale come l’attuale, tutta dentro le logiche degli accordi del luglio 1993.

Si pone per noi la necessità di un salto di qualità nell’intervento sindacale anche a fronte di una nuova stagione di lotta di classe e dell’entrata in campo nei conflitti di una nuova generazione di operai e lavoratori. Occorre una nostra caratterizzazione su alcuni obiettivi:

-  una vera scala mobile dei salari (non sicuramente quella finta presentata in Parlamento dal Prc)

 

- il rilancio della rivendicazione della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario come risposta alla disoccupazione

 

- un forte salario minimo garantito ai disoccupati, tale dà impedire precarietà e flessibilità nel lavoro (denunciando l’obiettivo fallimentare del sussidio di cittadinanza stile giunta napoletana)

 

- una legge su rappresentanza e rappresentatività che dia potere vero di decisione ai lavoratori e lavoratrici, impedendo veti di qualsiasi organizzazione sindacale

 

Per far vivere questi obiettivi, ma in generale il nostro programma e la nostra battaglia sindacale la nostra riunione ha deciso oltre alla costituzione di un coordinamento nazionale, di realizzare  un bollettino (Lotta di Classe?), sotto forma di posta elettronica, in cui far vivere le nostre iniziative. Uno strumento da utilizzare sia inviandolo ad un indirizzario largo, sia trasformandolo in forma cartacea per diffonderlo nei luoghi di lavoro. Insieme al bollettino va costruita una pagina web per permettere un’informazione più celere e costante.

Progetto Comunista deve diventare sempre più un riferimento ideale, ma anche un concreto strumento di lotta e battaglia politica dentro i luoghi di lavoro, dentro quella classe operaia che rimane il motore di un vero processo rivoluzionario verso un altro mondo possibile: il socialismo!