Trovate di seguito l'ultimo numero di "Lotta di classe", foglio prodotto dai giovani compagni dell'AMR Progetto Comunista di Genova.
Fabiana Stefanoni
lotta
di classe
giornale dei Giovani Comunisti aderenti all’Ass. Marxista Rivoluzionaria”Progetto Comunista” sinistra di Rifondazione Comunista
GUERRA
IMPERIALE O IMPERIALISTA?
di Alessandro Leni
Ci siamo! L’attacco all’Iraq
è in pieno svolgimento. “L’impero del male” di Bush, Blair, Aznar e dei
loro accoliti ha iniziato l’ennesima guerra umanitaria, che di umanitario ha
soltanto la tragedia che sta investendo e investirà milioni di irakeni
inermi. Però qualcosa si muove! Nonostante mesi di bombardamento madiatico
sulla necessità e sulle
motivazioni presunte di questa guerra, milioni di persone, in ogni angolo del
pianeta hanno manifestato per la pace, molti sostenendo che l’impero
colpisce ancora. E’ Vero? Siamo al superamento della concezione leninista di
imperialismo? Come Giovani Comunisti rivoluzionari abbiamo condotto e stiamo
conducendo tenacemente un a battaglia contro questa semplicistica
ed errata convinzione. Non parlo di analisi errata, perché non ho
ancora trovato nessuno, di coloro che si definiscono contro questa guerra e
che ironizzano quando si parla loro di conflitto imperialista, che abbia
spiegato che cosa rappresenta, che cosa è concretamente “l’impero” che
ha scatenato la guerra globale permanente di cui tanto si parla (a sproposito
o coscienziosamente?). Cercherò ora invece in questo contesto, con i miei
modestissimi mezzi, di spiegare perché è invece ancora attuale la
definizione di guerra imperialista. Nel suo scritto “Imperialismo fase
suprema del capitalismo”, Lenin
era partito dall’analisi della concentrazione della produzione e dei
monopoli per evidenziare il fatto che con l’apogeo della libera concorrenza,
con l’ascesa degli affari economici internazionali e con lo sviluppo dei
grandi cartelli capitalistici, si è assistito al consolidamento di questi
ultimi come base di tutta la vita economica. Perciò “il capitalismo si è
trasformato in imperialismo”. E’ un primo punto fondamentale per capire
come ora, in questo nuovo contesto bellico, ciò sia innegabile: le gradi
compagnie americane che sostengono la presidenza Bush hanno chiesto e ottenuto
una penetrazione cospicua nell’area asiatico-orientale, fatta sia attraverso
vere e proprie guerre (Afghanistan e Iraq), oppure con protettorati militari
più o meno mascherati (nei paesi mussulmani un tempo facenti parte
dell’URSS, come nell’Arabia Saudita, nello Yemen, negli Emirati Arabi
Uniti, nell’Oman, nel Quasar, nel Bahrein). Inoltre a fianco del cartelli
economici vi sono le grandi banche mondiali, che assumono nel contesto
imperialista una nuova funzione: infatti esse si sono consolidate ormai in un
gruppo di monopolisti, costituendo di fatto una dei processi fondamentali
della trasformazione del capitalismo in imperialismo capitalista. Quindi la
concentrazione delle banche ha fatto si che nascesse “un unico capitalista
collettivo”, in grado di controllare gli affari capitalisti per intero. E
non è possibile perciò immaginare che questo grande blocco sia estraneo alle
guerre, ai conflitti che devastano il pianeta. E’ significativo che gli
stessi Disobbedienti genovesi abbiano contestato il ruolo assunto da certe
banche italiane, accusate di finanziare la guerra. Essa è un’accusa vera,
ma viene da domandarsi da quale analisi sia supportata. Lenin infatti
sosteneva argutamente “che all’inizio del XX secolo si era segnato il
punto critico di passaggio dall’antico al nuovo capitalismo, dal dominio del
capitale in generale al dominio del capitale finanziario”. L’analisi
leninista si concentrò nel dettaglio sui movimenti dei più importanti gruppi
capitalisti finanziari, e per dimostrare la fondatezza del suo impianto
analitico basterà osservare come Lenin sia giunto alla conclusione che “il
capitale finanziario aveva steso i suoi tentacoli in tutti i paesi del mondo.
A tale riguardo rappresentano una parte importantissima le banche fondate
nelle colonie e le loro filiali”. Per Lenin “i paesi espropriatori di
capitali si sono spartiti il mondo, ma il capitale finanziario ha condotto
anche ad una divisione del lavoro vera e propria “. Non bisogna infatti
dimenticare che nella nostra epoca il colonialismo ufficialmente non esiste più,
ma di fatto esiste un colonialismo economico, che, guarda caso, è gestito dai
grandi gruppi finanziari degli stati capitalisti ex paesi colonizzatori. Se
non fossero sufficienti queste tesi per convincersi della fondatezza della
concezione leninista di imperialismo, si può ancora osservare che l’analisi
di Lenin giungeva ulteriormente a precisare
Foglio
dell’associazione marxista rivoluzionaria P.C.