LA GABBIA DELLE PRIMARIE
Potete leggere di seguito:
1)
Dentro la gabbia-cabina delle primarie
i
comunisti e i lavoratori non entrano
In
più in Italia esse rappresentano una leva presidenzialista nelle mani di
Prodi, che chiede un'investitura plebiscitaria per ottenere i pieni poteri e
avviare un programma di risanamento dei conti pubblici che, nel concreto,
significherà una nuova politica dei sacrifici. A questa richiesta la
maggioranza del Prc si è adeguata candidando Bertinotti.
Romano
Prodi ci informa: “chi vince le primarie farà il programma”; un programma
già illustrato in numerosi interventi ed interviste: “abbassare il costo
del lavoro” (e quindi i salari, le tutele, i diritti). Le primarie, proprio
per la partecipazione e la connivenza della sinistra politica, sono funzionali
al recupero della concertazione sindacale e
alla messa fuori gioco delle lotte e dei movimenti di questi ultimi
anni, e quindi la perdita dell’indipendenza di classe dei lavoratori.
Il
Prc dopo questo adeguamento ottiene dal centro liberale il
riconoscimento quale punto di riferimento dell'ala sinistra dell’Unione, una
tappa che si inquadra nella prospettiva della costruzione di quel nuovo
soggetto politico tanto evocato.
Ma
la concorrenza per l'egemonia, che si è aperta tra i vari
candidati dell’ala sinistra dell’Unione, lungi da porre le premesse per il
nuovo soggetto politico socialdemocratico si sta risolvendo in uno scontro per
la primogenitura nella collaborazione con Prodi e con il centro liberale
dell'Unione.
I
comunisti,
le altre forze della sinistra e i movimenti
devono rompere con Prodi e con il centro liberale per dare vita a un
proprio polo autonomo di classe e dunque alternativo ai due poli
dell’alternanza borghese. La partecipazione alle primarie viceversa
determina una grave subalternità ad uno dei poli borghesi: quello
egemonizzato dal centro liberale, dei D’Alema, Fassino, Rutelli e Prodi. E
con essa la perdita dell’indipendenza politica del Partito della
Rifondazione Comunista.
Dentro la gabbia-cabina delle primarie, espressione di una cultura politica borghese che abbiamo sempre combattuto, i comunisti e i lavoratori non devono entrare.
2)
Primarie di che? (...)
Possiamo farci complici di questo grande imbroglio? Non si alimenta, forse, in
questo modo, la logica del sistema maggioritario e del cosiddetto bipolarismo?
Così, invece che fare passi avanti sul terreno della democrazia, ci vediamo
spuntare tra le mani la logica del presidenzialismo e del personalismo
esasperato. Non solo, ma quando si cerca persino di spacciare il tutto come
partecipazione dal basso siamo, a dir poco, alla
demagogia d'accatto. E
tutto questo mentre nel Paese si fanno ogni giorno più pesanti i problemi dei
salari e dei redditi di milioni di lavoratori e disoccupati, impoveriti forse
come mai negli ultimi decenni, della precarizzazione, della Scuola pubblica,
delle pensioni e della Sanità. Su
questi problemi che scelte intende fare il Governo dell'Unione dopo aver
cacciato Berlusconi? E Rifondazione a quali condizioni parteciperà al
Governo? Non si tratta infatti di condividere opzioni generiche, ma di scelte
ben definite a tutela di interessi sociali precisi e determinati. Obiettivi e
strumenti, insomma di cui non c'è traccia. E, a quanto pare, non siamo i soli
a denunciare queste cose, visto che più di uno, a sinistra (e non certo tra
gli ultimi arrivati) lo sta facendo. Così il nostro Partito aggiunge
pasticcio a pasticcio : non solo si trova infilato nelle cosiddette Primarie,
ma è anche nelle condizioni di chiedere un voto non per un programma
politico, ma per la persona del segretario. E' accettabile tutto ciò ? Noi
pensiamo di no soprattutto quando continuiamo a sentire i Fassino, i D'Alema,
i Rutelli e compagnia sciorinare il rosario liberista sulla contrattazione,
sui salari, sulle privatizzazioni, sul sostegno a Confindustria, sulle
pensioni, sulla guerra che andrebbe bene se legittimata dall' ONU, sulle
missioni militari italiane e altro ancora. Almenochè il nostro segretario non
sia convinto di spostare a sinistra Luca Cordero di Montezemolo con annessa
Confindustria, che non fa mistero di aver abbandonato la barca berlusconiana
per prendere a riferimento credibile l'Unione e il suo ceto politico. Infine
un'ultima questione. Quella della raccolta delle firme per la presentazione
della candidatura del segretario del nostro Partito. Che cosa mai avrebbero
dovuto sottoscrivere gli elettori
firmatari? Non solo gli si chiede di dichiarare di conoscere e condividere
il “Progetto” che guida l'azione politica de “L'UNIONE”, ma li si
impegna a riconoscere e sostenere lealmente
il candidato che risulterà vincitore della “Primaria2005”. E dov'è
il cosiddetto Progetto dell'Unione che si dovrebbe dichiarare di conoscere ?
Non dice lo stesso Bertinotti che bisogna ancora determinarne i contenuti e in
nome di questo chiede di essere votato? E che dire di un Partito come il
nostro che fa sottoscrivere una dichiarazione di lealtà al candidato
vincitore? Ma che scempio è tutto
questo? No,
simili derive sono inaccettabili. Noi
pensiamo che la strada maestra sia quella di moltiplicare gli sforzi per
costruire in tutti i settori mobilitazioni e lotte chiarendo da subito che
anche un eventuale governo di centrosinistra dovrà fare i conti con esse. Questo
cercheremo di fare con le nostre modeste forze.