Scuola: un bilancio delle leggi regionali di centrosinistra

 

 

Ecco quello che la collaborazione di classe ci regalerà a partire dal 2006

 

 

 

 

di Tiziano Latini e Francesco Fioravanti

 

La sperimentazione su scala regionale del prossimo governo Prodi continua inesorabilmente la sua corsa, dimostrando ancora una volta come le “previsioni” dei compagni di Progetto Comunista siano corrette. Non siamo veggenti né c’interessa sventolare la giustezza delle nostre posizioni nei confronti di chi ci accusava - e ci accusa - di leggere la realtà con categorie ormai superate, da vecchi dinosauri della politica che hanno ancora il coraggio di definirsi rivoluzionari. In questa sede vogliamo soprattutto rendere omaggio ai fatti, che sono sempre pronti a demolire le illusioni di coloro che ritengono sia possibile modificare l’esistente camminando a braccetto con i più strenui difensori dello stesso. E’ la realtà a mostrarci con estrema chiarezza quello che solamente i nostri cari venditori di sogni sembrano non voler vedere: nessun governo di collaborazione di classe, neppure su scala locale, ha mai attuato, né potrà mai attuare, riforme strutturali a vantaggio dei lavoratori e delle loro famiglie. Come al solito, i primi a pagare le conseguenze di queste alleanze sono i giovani: siano essi studenti, lavoratori o tutti e due.

E’ infatti proprio nel campo dell’istruzione e del mercato del lavoro ad essa collegato che il centrosinistra sta portando più sfacciatamente avanti il suo progetto di destrutturazione del diritto allo studio, della scuola e dell’università pubblica, della previdenza, dei diritti sindacali, nonché il suo tentativo di abbassare il costo del lavoro e della formazione che grava sulle aziende. E lo fa forse ancora meglio del governo centrale di centrodestra perché, grazie anche al coinvolgimento diretto di Rifondazione e di alcuni settori del movimento, questi governi godono di maggiore stabilità e minore opposizione.

Poco tempo fa Daniel Gros, consulente economico di Prodi, ha dettato la formula magica per uscire dalla crisi in cui versa il nostro paese: “I salari in Italia sono aumentati di più rispetto ai concorrenti europei, rendendo l’economia meno competitiva, quindi giù i costi e i salari!”. Devono essere della stessa opinione i membri della giunta di centrosinistra della Regione Abruzzo che, seguendo fedelmente la linea dell’Unione, ha approvato (con il voto favorevole del Prc) la delibera n°583, che rende di fatto esecutiva la legge 30, con pesantissime concessioni al padronato su apprendistato e altri contratti negrieri per lo sfruttamento di giovani abruzzesi.

E che dire delle parole dell’assessore all’Istruzione del Friuli Venezia Giulia (anch’esso del Prc): “Lo stanziamento per le scuole private senza fini di lucro è congruo; tanto che le associazioni degli istituti stessi e dei genitori hanno manifestato la loro soddisfazione”. Una confortante rassicurazione per i giovani proletari friulani e soprattutto per le loro famiglie, ben contente, nel nome degli accordi con il centro liberale dell’ulivo, con il vaticano e con Confindustria, di pagare di loro tasca i buoni scuola ai figli dei padroni. Emblematica è poi la legge sul diritto allo studio della regione Campania - salutata come una grande conquista sia dal centrosinistra che dal centrodestra e votata, anche qui, dagli stessi consiglieri di Rifondazione - che equipara formalmente la scuola pubblica a quella privata. Un’ulteriore generosa concessione del governo campano che, con il plauso di tutte le dirigenze dell’Unione, dopo l’acqua scippa anche un bel po’ di denaro degli sfortunati lavoratori campani per regalarlo a preti e padroni.

Infine saremmo quasi banali se ricordassimo, per l’ennesima volta, la vergognosa legge Bastico dell’Emilia Romagna (superfluo specificare come ha votato Rifondazione anche in questo frangente), che fa un passo ulteriore rispetto a quelle precedentemente elencate: oltre ai soliti buoni scuola inserisce forzatamente “l’alternanza scuola-lavoro” ed i percorsi professionalizzanti a partire addirittura dalla scuola dell’obbligo, ponendosi in piena sintonia con la politica nazionale del Miur.

Questi esempi, con cui potremmo continuare, ci pongono dei quesiti molto chiari. Tutto questo è dovuto solo a fattori contingenti come la debolezza personale di alcuni esponenti del nostro partito o del centrosinistra? Sono errori che non si ripeteranno? O sono più semplicemente le conseguenze nefaste ed inevitabili dell’alleanza col centro liberale?! Noi crediamo fermamente, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, che l’alleanza con gli esponenti della borghesia non possa far altro che donare questi frutti avvelenati. La storia, passata e recente, c’insegna come qualsiasi conquista possa giungere alle classi subalterne solamente attraverso lo scontro frontale con le classi dominanti. L’alternanza borghese non potrà mai essere “alternativa di società”, questa passa inevitabilmente per la messa in discussione dell’intero sistema capitalista. La gestione dell’esistente la lasciamo volentieri a riformisti e opportunisti di ogni specie; noi, da parte nostra, c’impegneremo con tutte le nostre forze affinché le domande di cambiamento che centinaia di migliaia di giovani hanno posto in questi anni non siano lasciate cadere nel vuoto.