Il programma di Prodi è già stato "fabbricato"
di Marco Veruggio
La
recente disfatta della Casa delle Libertà nelle elezioni regionali pone ormai
una seria ipoteca sulle elezioni politiche da parte delle forze dell’Unione.
In questo quadro la grande scommessa giocata da Bertinotti e dal gruppo
dirigente del Prc sta nella sua capacità di “condizionare” il programma di
Prodi sul versante istituzionale e mediante la “pressione dei movimenti”. Ci
sarebbe da chiedersi con quale forza, visto il ridimensionamento subito dal Prc
alle regionali e il ristagno dei movimenti. Il ripensamento di Prodi dopo le
elezioni in merito alle primarie sul candidato premier è un evidente sintomo di come il Prc sia sempre più chiuso
in un angolo. E anzi oggi il soggetto più accreditato al condizionamento (a
destra) di Prodi sembra essere Rutelli. Ma in realtà il punto è un altro. E
cioè che un programma che esprime integralmente gli interessi della borghesia
italiana non potrebbe essere “condizionato” neanche dall’irrompere di una
rediviva Armata rossa. Lo si può combattere, non certo snaturare. Del resto
quel programma non è in fase di elaborazione, c’è già. E’ il programma
tracciato dal Manifesto di Prodi del 2004, Europa:
il sogno, le scelte. E’ il programma delineato nelle scelte di opposizione
“costruttiva” (e di governo locale) fatte del Centrosinistra in questi anni,
nelle interviste e nelle dichiarazioni dei suoi leaders.
W la globalizzazione!
Se
c’è un aspetto che colpisce nel Centrosinistra italiano è il furore
ideologico con cui esso, aldilà di alcuni distinguo di facciata, difende ciò
che da qualche anno chiamiamo globalizzazione capitalistica. Al protezionismo di
Tremonti e Fazio a tutela di settori di piccola e media imprenditoria e di una
parte del mondo della finanza, Prodi contrappone la libera circolazione delle
merci e dei capitali al servizio di Montezemolo e dei banchieri più interessati
a sostenere l’espansione delle aziende italiane all’estero attraverso la
transnazionalizzazione del capitale finanziario. Niente di cui stupirsi quindi
se la giunta Vendola in Puglia rilancia sulla questione del corridoio 8.
In
questo quadro rientra la lotta contro il cosiddetto euroscetticismo. A Roma i Ds
sono arrivati a lanciare una campagna di pressione in vista del referendum
francese: “Telefona a un francese e convincilo a votare sì”. Conoscendo
l’orgoglio nazionale d’oltralpe mi viene da pensare che una tale iniziativa
abbia contribuito più a rafforzare il fronte del no che a indebolirlo, ma in
ogni caso il fatto è emblematico.
E
siccome a volte l’apertura delle frontiere richiede un po’ di... pressione
si riesuma l’antico motto “se vuoi la pace prepara la guerra”. Fassino
riapre a Bush, Letta rilancia l’operazione Finmeccanica 2, separazione e
potenziamento del comparto militare della holding
ex Iri, che va acquisendo partecipazioni nel settore dell’avionica e dei
sistemi radar. “Appresa la lezione del Kossovo, e dei massacri che solo
l'intervento della Nato e dell'America riuscirono a fermare, possiamo con
serenità e con orgoglio affermare che l’Europa ha fatto la sua parte fino in
fondo.” scriveva Prodi nel suo Manifesto.
Lavoro flessibile ma non precario
E’
questa la quadratura del cerchio che Treu e Amato ci propongono per risolvere il
problema occupazionale. Nell’ottica che si possa difendere il lavoratore senza
difenderne il posto di lavoro mediante ammortizzatori sociali che assicurino una
ricollocazione senza traumi, di azienda in azienda, lungo tutta la carriera
professionale. All’obiezione più immediata: “Ma chi ci crede?” se ne
potrebbero aggiungere altre, più ragionate. L’Ulivo non solo ha aperto la
strada alla flessibilità in entrata nel ’97 ma si candida oggi a sfondare sul
terreno su cui Berlusconi ha fallito e cioè la flessibilità in uscita. Già un
gruppo di parlamentari dell’Unione, tra cui Nicola Rossi, ex braccio destro di
D’Alema alla presidenza del consiglio, ha presentato una proposta di legge che
formalmente abbassa la soglia di applicazione dell’articolo 18 a cinque
dipendenti, ma, introducendo la possibilità che il giudice scelga tra reintegro
e indennizzo monetario del licenziamento illegittimo, di fatto svuota la
cosiddetta “tutela reale”. E’ quanto richiesto da Confindustria:
liberalizzazione dei licenziamenti, agevolazioni per delocalizzare la produzione
verso i paesi a basso costo del lavoro, attacco ai contratti nazionali e al
salario diretto e differito.
Su
quest'ultimo punto la Cgil ha già portato il proprio contributo
“costruttivo” firmando una serie di rinnovi contrattuali vergognosi, da
quello che aveva scatenato le lotte degli autoferrotranvieri fino al pubblico
impiego, e aprendo di fatto la strada a un depotenziamento della contrattazione
di primo livello a favore di quella decentrata. Gli ulteriori tasselli
dell’attacco al salario riguardano pensioni e welfare.
Il passaggio al contributivo con Amato e lo “scalone” di Maroni, il che
significa pensioni pubbliche che, quando ci saranno, andranno a coprire meno del
50% dell’ultima retribuzione, hanno preparato il terreno al lancio delle
pensioni integrative tanto care alla Cgil. Cioè un gigantesco passaggio di
quattrini dalle tasche dei lavoratori alla borsa, attraverso la requisizione del
Tfr col meccanismo del silenzio-assenso, e con tutte le incognite legate
all’instabilità dei mercati finanziari. E’ bene ricordare che il primo
fondo pensione di categoria, il Fondo Cometa dei metalmeccanici, negli anni
passati ha portato a una perdita secca del 4%. In borsa il denaro va e, proprio
come le comete, non si sa mai se e quando ritorna. Non tutti sanno che uno degli
artefici di questa brillante operazione è stato Cesare Damiano, attuale
responsabile nazionale lavoro nella segreteria nazionale dei Ds. I sindacati,
oltre che ricoprire un ruolo nella gestione dei fondi pensione di categoria,
sono tutti coinvolti nella proprietà di gruppi finanziari che si occupano di
previdenza integrativa: evidentemente i conflitti di interesse non ce li ha solo
Berlusconi.
Infine
il welfare. Il rinnovo contrattuale
del pubblico impiego firmato dalla Cgil non solo non tutela il salario ma
prevede una secca riduzione dell’occupazione. In un paese in cui mancano
vigili del fuoco, ispettori del lavoro, infermieri si tagliano ulteriormente gli
organici. Non ho colto il rumore di pugni sul tavolo da parte
dell’opposizione. Qualcuno obietterà che la colpa è prevalentemente del
governo di destra. Rispondo. In Liguria il primo atto della giunta di Claudio
Burlando è una manovra di qualche decina di milioni di euro per coprire un buco
ereditato (come sempre) dall’amministrazione precedente. Bene, in una regione
in cui per coprire i turni di notte si chiedono costosissime prestazioni a
gettone ai medici (in aggiunta al loro orario di lavoro), l’assessore alla
sanità Montaldo (Ds) prevede di tagliare 6 milioni di euro sul personale e
“razionalizzare” le assunzioni. E pensare che una delle motivazioni
fondamentali del sostegno a Burlando da parte del Prc era stata un programma in
cui si dichiarava che la sanità non deve sottostare alle compatibilità di
bilancio!
Privatizzare bene, meno tasse alle imprese
Una
delle principali critiche dell’opposizione ulivista a Berlusconi è stata
quella di avere rallentato le liberalizzazioni. In effetti rispetto ai ritmi di
Prodi e D’Alema le privatizzazioni hanno subito una vera e propria battuta
d’arresto. Tra l’altro anche i guru del
centrosinistra hanno scoperto che la svendita delle partecipazioni statali ha
prodotto risultati catastrofici, ma la vis
privatizzatrice non è venuta meno. Prodi e D’Alema ci spiegano che il
problema non sta nelle liberalizzazioni in sé,
ma nel modo in cui sono state fatte. Evidentemente al momento non se ne erano
accorti, ma ci assicurano che questa volta sarà tutto diverso. Nel frattempo
però le amministrazioni locali di centrosinistra hanno continuato a realizzare
operazioni foriere di risultati del tutto simili,
spesso col sostegno di Rifondazione. A Genova il sindaco Pericu, sostenuto
all'epoca dal Prc, di ritorno da Porto Alegre ha pensato bene di privatizzare
l’acqua. In Campania si è fatto lo stesso e dai verbali risulta che alla
riunione dell'Ato in cui si è varato il provvedimento Ciro Pesacane e il
delegato del sindaco di Acerra abbiano votato a favore. Il primo ha poi
presentato ricorso dicendo che lui in realtà non c'era, ma in ogni caso il Prc
rimane nella giunta Russo Iervolino. Nichi Vendola invece ha recentemente
dichiarato in un'intervista ad Affari
e Finanza che l'acqua non si privatizza,
sul resto... se ne può parlare.
Sul
fisco l'ex ministro delle finanze Visco ha di recente rilasciato un'intervista
illuminante all'Espresso. Si critica
la riduzione dell'Irpef da parte del governo, ma si auspica, quando sarà
possibile, una riduzione dell'Irap. Il problema è che tagliare l'Irap significa
ridurre la principale fonte di finanziamento della sanità
pubblica e qui torniamo al discorso precedente. Del resto Prodi ha
definito la relazione in cui a giugno Luca di Montezemolo, davanti al gotha
politico-economico, chiedeva riduzione dell'Irap e potenziamento delle imposte
indirette, "un'ottima relazione".
Zapatero? Un pericoloso estremista...
Almeno
sul terreno dei diritti civili - si dirà - l'Unione non potra' fare peggio di
Berlusconi. In realtà Rutelli critica l'egualitarismo. Prodi non esita a farsi
fotografare mentre va a messa a
braccetto con la moglie o pedala con gli amici, ma non dice che cosa voterà al
referendum sulla procreazione assistita perchè lo reputa un fatto
"privato". Gli stessi Ds hanno fatto di tutto per evitare che si
andasse al voto. Cofferati difende i poliziotti dalle "aggressioni"
dei no global, la magistratura,
notoriamente di sinistra, fa
altrettanto nei processi relativi ai fatti
di Genova 2001. Fassino ci tiene a precisare che la regolarizzazione
delle coppie omosessuali promossa da Zapatero è legata a una realtà molto
diversa dalla nostra. I Ds alle elezioni regionali vidimano firme false
presentate dai fascisti a sostegno
della Lista Mussolini. Nichi Vendola - ancora lui mi direte, ma è stato presentato come la punta avanzata della
sinistra d'alternativa in Italia - esprime apprezzamento nei confronti di quel
campione di progressismo che è Ratzinger. Non sono queste dichiarazioni
programmatiche cariche di indicazioni per il futuro?
Pure
il Prc continua a scommettere sulla sua capacità di fare pressing. E in questo modo ritrova al suo fianco personaggi come
Folena e Occhetto. Non c'è che
dire: un bel risultato. A furia di pressing
e di svolte a sinistra a quindici anni di distanza ci ritroviamo alla Bolognina!