PUGLIA: UNA PROPOSTA DI REDDITO SOCIALE PER I DISOCCUPATI
Di seguito trovate un articolo di Michele Rizzi (pubblicato il 1 luglio sulla Gazzetta del Mezzogiorno) relativo a una proposta su cui i collettivi pugliesi di Progetto Comunista stanno sviluppando dibattiti e iniziative.
Un
proposta di reddito sociale regionale per i disoccupati, veramente
alternativa.
di Michele Rizzi (*)
Il movimento dei disoccupati è oggi oggettivamente più che mai frammentato e diviso e spesso lasciato alla mercé della ricattabilità padronale.
Non è un caso che la disoccupazione venga creata ad hoc perché il padronato attinga da quello che Karl Marx chiamava “esercito industriale di riserva”, per porre in essere ogni forma di ricatto occupazionale che destabilizza la vita delle fascie più deboli della società.
Berlusconi ha ulteriormente precarizzato il mondo del lavoro, sulla falsariga del percorso tracciato da Prodi, D’Alema e Amato.
D’altronde, l’unico loro interesse va in direzione della salvaguardia degli interessi del padronato (basti ricordare le leggi di introduzione del lavoro interinale, del part-time, dell’apprendistato).
Non è un caso che l’Unione e la Casa delle libertà abbiano lo stesso programma sociale, ossia sacrifici e politiche di “lacrime e sangue” per i lavoratori e i disoccupati.
Per questo è importante un intervento finalizzato ad unire tutti i disoccupati pugliesi, superando la logica di puro sostegno e solidarietà (come la legge sul salario sociale della Campania della giunta Bassolino) per creare, anche nella nostra Regione, un soggetto vertenziale di lotta contro le politiche liberiste dei governi capitalisti, nazionale e locali.
Da qui la necessità di una proposta rivendicativa seria che l’Amr Progetto comunista avvia assieme ad altre realtà di lotta e di movimento, con la costituzione in tutta la Regione di “Comitati di lotta contro il precariato per il reddito sociale”, come a Barletta .
La proposta è chiara: che la crisi capitalista la paghi chi l’ha generata, ossia i padroni stessi.
Tutte le altre proposte di “elemosina sociale” o di nuovo sfruttamento come il reddito d’inserimento della Giunta Emiliano di Bari, vanno respinti, perché sono un imbroglio ai danni dei disoccupati stessi, che si trasformano in un ennesimo regalo alle aziende, senza garanzia di lavoro stabile.
Infatti, nel mentre si lotta per ridistribuire fra tutti il lavoro esistente (riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario), nel mentre si rivendica il diritto al lavoro in funzione di bisogni sociali e quindi lotte e vertenze per assunzioni finalizzate (a cominciare dai lavoratori delle agenzie interinali), nel mentre si combatte una guerra necessaria per l’abolizione di tutti i contratti flessibili, rivendichiamo l’immediato diritto alla vita per coloro che cercano lavoro.
E’ questa una rivendicazione alternativa non al lavoro, ma al lavoro precario (gentilmente offertoci da centrodestra e centrosinistra), con le sue gabbie salariali, con la sua “flessibilità” come leva di ricatto continuo verso i lavoratori occupati e come rinegoziazione dei diritti per i giovani disoccupati.
Si tratta di una rivendicazione necessaria nelle epoche di crisi, funzionale ad organizzare e mobilitare i disoccupati, a sottrarli alle pressioni padronali, alla degradazione sociale e alla criminalità, a rafforzare l’unità con i lavoratori e quindi per la stessa lotta generale per il lavoro stabile e non precario.
La nostra proposta sarà indirizzata alla Regione Puglia e si tradurrà in una petizione regionale che andrà in direzione del finanziamento di un reddito sociale di 9.000 euro netti all’anno al singolo disoccupato, in relazione anche ad un suo eventuale nucleo famigliare e ad integrazione del reddito anche dei lavoratori precari, con l’aggiunta di vari servizi sociali gratuiti e lo sconto sulle bollette.
Con quali fondi dovrà essere finanziato il reddito sociale per i disoccupati e i precari?
Semplice, invertiamo la tendenza: invece che tagliare la spesa sociale che si tagli ogni finanziamento della Regione Puglia alle imprese, e si aumenti la tassazione regionale alle stesse.
Si cominci dai soldi che la Regione si appresta a regalare a Natuzzi (si parla di varie decine di milioni di euro), mentre la stessa è pronta a delocalizzare all’estero.
La vicenda Cofra avrà insegnato, forse, qualcosa?
L’articolazione puntuale della proposta di “Reddito sociale, senza se e senza ma”, sarà fatta nel corso di una conferenza stampa a Barletta, così come in altre realtà pugliesi dai collettivi locali di Progetto comunista, all’interno di “Comitati di lotta contro il precariato per il reddito sociale”, presso i tavolini dove sarà possibile firmare la petizione.
Naturalmente la proposta è aperta alla discussione con tutte quelle organizzazioni sociali, sindacali e politiche che si pongano realmente sul terreno dell’alternativa sociale, al di fuori della logica esclusiva della propaganda fine a se stessa.
Questa è decisamente una proposta di indipendenza del movimento operaio dalle compatibilità del capitale e delle sue Istituzioni, perché si pone di entrare nella duplice contraddizione di una crisi senza sviluppo o di uno sviluppo senza occupazione.
Il comitato di lotta contro il precariato per il reddito sociale si riunisce presso la sede dell’Amr Progetto comunista, in Vico S.Pietro, 11 (di fianco alla cattedrale).