Sicilia
tra i due poli dell'alternanza
Cambiare
tutto affinché nulla cambi
Resoconto
dell'assemblea regionale di Progetto Comunista*
di Giacomo di
Leo, Fulvio Potenza, Roberto Capizzi, Michele Di Blasi
In coincidenza con le elezioni amministrative e per fare
il punto della situazione politica dopo il Congresso nazionale del Prc, si è
tenuta il 31 aprile a Catania l'assemblea regionale dei sostenitori della Terza
mozione congressuale, che fa riferimento a Progetto Comunista.
L'assemblea, fortemente partecipata, era costituita da
compagni provenienti dalle province di Messina, Catania, Ragusa, Enna e Palermo.
I lavori si sono aperti con l'introduzione del
responsabile regionale di Progetto Comunista, Giacomo Di Leo, che ha ribadito
che la sconfitta di Berlusconi e del suo governo, che è stata sancita anche
dalle ultime elezioni regionali, è un dato di fatto irreversibile per lo
sfaldamento del blocco sociale di riferimento che si sta manifestando anche in
Sicilia dove, almeno in parte, settori proletari e popolari che hanno sostenuto
la Casa delle Libertà si stanno allontanando dal governo nazionale e regionale
a causa della mancanza di risposte ai bisogni sociali provenienti dai medesimi
settori di popolazione.
Nonostante ciò, tarda a esprimersi e a organizzarsi
concretamente una reale alternativa di programma e di direzione politica alla
crisi del berlusconismo, che in Sicilia ha una delle sue roccaforti. Ciò si
verifica a causa della politica trasformista del centrosinistra regionale nella
fattispecie.
La nomina di Latteri (rettore dell'Università di
Catania), ex esponente di Forza Italia, a presidente regionale della Fed (ex
Ulivo), da parte dei vertici romani dell'Unione, è una manifestazione eclatante
di questa tendenza trasformista del centrosinistra di Prodi, Rutelli, Fassino.
A tal proposito le benevole dichiarazioni di Claudio Fava
nei confronti dell'ex esponente di Forza Italia, da un lato ci stupiscono perché
pensavamo che lo spessore morale di Fava non avrebbe tollerato una simile
operazione, dall'altro ci inducono a una rappresentazione della realtà politica
regionale più nera di quanto pensassimo. Vale più che mai in questa terra il
famoso detto gattopardesco: "cambiare tutto affinché nulla cambi".
In sintonia con questa impostazione è intervenuto Fulvio
Potenza, componente del Cpf di Catania del Prc, esponente della sinistra del Prc,
che ha sottolineato come il sostegno del centrosinistra a Bianco si inquadri in
questa logica consociativa e trasformista del centrosinistra che non produce una
reale alternativa di classe al sistema di potere populista e clientelare della
giunta di destra di Scapagnini.
Nelle conclusioni Potenza ha sostenuto che, in questa
battaglia amministrativa, sosterrà lealmente nel corso della contesa elettorale
il Prc, per difendere le ragioni di classe del Prc, le ragioni di quei
lavoratori disoccupati o in nero, precari, donne, giovani, immigrati che
nonostante le scelte del suo gruppo dirigente di maggioranza vedono nel Prc un
partito intransigente alle lusinghe "assessoriali".
Analoga posizione è stata espressa dalla sinistra del Prc
ennese, rappresentata da Roberto Capizzi e Salvatore Ippolito, che hanno
ribadito come la candidatura Agnello, sostenuta dal centrosinistra più
Rifondazione, nasce all'insegna delle politiche trasformiste. Tra l'altro, il
candidato comune del centrosinistra non ha mai preso una posizione chiara
nemmeno contro la privatizzazione dei servizi sociali comunali. Per questo anche
a Enna la sinistra del Prc si batterà nella campagna elettorale per sostenere
le ragioni di classe della rifondazione comunista.
Un dibattito ricco di spunti interessanti, come
testimoniano gli interventi degli esponenti di Progetto Comunista di Ragusa,
peraltro componenti della Rete Antirazzista siciliana, che hanno sollecitato una
maggiore attenzione ai temi dell'immigrazione, rivolgendosi a tutte le forze
antirazziste e anticapitaliste.
Durante l'assemblea, su sollecitazione anche degli
esponenti palermitani della sinistra del Prc, è stato approvato all'unanimità
un ordine del giorno di solidarietà ai lavoratori della Fiat, e del suo
indotto, di Termini Imerese che rischiano di nuovo il posto di lavoro a causa
della politica di ristrutturazione padronale dell'azienda. Nell'odg si è
ribadita la posizione nazionale di Progetto Comunista per l'uscita dalla crisi
occupazionale: vale a dire nazionalizzare l'azienda sotto il controllo dei
lavoratori senza alcun indennizzo ai padroni, mettendo così in discussione il
tabù dominante della società capitalistica, cioè la proprietà privata dei
mezzi di produzione.
In un altro odg si è espressa la necessità di aprire
delle vertenze sul territorio che riguardino i trasporti, accogliendo in tal
senso anche la sollecitazione che veniva da un compagno ferroviere. Costruire il
raddoppio ferroviario Messina-Catania e il completamento della tratta
Messina-Palermo, porre rimedio al sistema ferroviario antiquato che mette in
gioco anche la sicurezza dei viaggiatori e creare posti di lavoro.
Di tutto ciò devono essere investite, oltre al Prc, tutte
le forze sociali e politiche che dicono di rappresentare il mondo del lavoro.
Nelle conclusioni di Francesco Ricci (vicepresidente del
Collegio nazionale di garanzia, componente dell'Esecutivo nazionale del Prc) si
è fatto un bilancio delle ultime elezioni regionali e anche del VI Congresso
del Prc.
L'esponente nazionale del partito ha sottolineato che
dalla crisi del berlusconismo, sotto gli occhi di tutti, non si esce con le
giunte confindustriali vittoriose o con quegli esponenti, cosiddetti
"illuminati" della borghesia, come, ad esempio, Sarfatti in Lombardia,
oppure Spacca che ha vinto nelle Marche (regione che spicca per il suo alto
numero di agenzie interinali) o Burlando in Liguria (quest'ultimo ha
privatizzato, in passato, il settore della cantieristica e, ancora oggi,
sostiene la necessità di mettere in vendita il settore civile di Finmeccanica).
La stessa vittoria di Vendola in Puglia può anche essere
letta in un'altra chiave: come il risultato di un'attesa di vasti settori di
massa per un cambiamento profondo che purtroppo si traduce nel suo opposto:
viste le forze sociali borghesi che sono alla base dell'Unione (i Divella, ecc.)
che fin dai primi passi già condizionano la politica reale (al di là dei
comizi) della nuova giunta regionale.
Per quanto riguarda le riflessioni sul congresso nazionale
del Prc, Progetto Comunista ribadisce che le conclusioni di Fausto Bertinotti e
la prospettiva intrapresa contrastano con una reale rifondazione: al di là
delle affermazioni roboanti sulla "abolizione della proprietà
privata" ci si getta nelle braccia di un futuro governo
Prodi-Montezemolo-Monti, massima espressione di quella proprietà privata che a
parole si vorrebbe abolire.
Significativi, invece, ha continuato Ricci, i commenti di
tutta la stampa borghese che si è prodigata in lodi nei confronti del nuovo
corso bertinottiano, della "nonviolenza". Come dice bene l'esponente
della Margherita, Parisi, ormai il socialismo di Bertinotti è "il
socialismo del mondo dei cieli", cioè qualcosa che non esiste, pura
finzione letteraria dietro la quale si nasconde la deriva governista del
partito. In questo quadro il Prc verrà utilizzato come garante della pace
sociale del prossimo governo e -se ciò si attuerà- Rifondazione avrà il ruolo
di copertura a sinistra di una politica borghese.
Progetto Comunista pertanto è l'unica delle minoranze del
Prc che abbia una linea conseguente in quanto prospetta una alternativa di
direzione politica e di programma che investa non solo il Prc ma l'intero
movimento operaio e che non può essere la linea delle altre minoranze
(l'Ernesto e Erre) con le cui basi militanti si può e si deve dialogare poiché
esprimono una posizione critica nei confronti della maggioranza ed esprimono una
domanda di alternativa che è destinata a scontrarsi, a breve, con le mediazioni
e la ricerca di compromessi con Bertinotti espressa dai vertici di queste aree.
Come testimoniano gli eventi catanesi, dove l'area dell'Ernesto vota nel Cpf
insieme ai bertinottiani per la candidatura all'ex ministro Enzo Bianco, che
impersona in Sicilia quella politica trasformista e neocentrista di cui abbiamo
detto all'inizio.
(*) testo di un comunicato stampa