In
risposta alla svolta governista e filoclericale di Bertinotti
I
misfatti del pontificato di Wojtyla
di Pierino Marazzani*
Il recente Congresso del Prc ha confermato le predilezioni
filovaticane di Bertinotti, già ampiamente verificate nei suoi troppi anni di
segreteria. Tali scelte nefaste si concretizzarono nel suo messaggio augurale
per il 25° anniversario del pontificato di Wojtyla e in occasione della visita
del papa al Parlamento italiano, quando Bertinotti fu scavalcato a sinistra
perfino da Cossutta, che si rifiutò di presenziare al discorso del papa, vista
la politica reazionaria dello scorso pontificato. Altro che applausi e auguri!
Come giustamente scrisse l’agenzia Adista, il giubileo di Wojtyla fu un
“Giubileo dei repressi”.
Alcuni esempi della politica
di Wojtyla
Bertinotti ha clamorosamente sbagliato a far finta di non
vedere le scelte disastrose (talvolta filofasciste) e le gravi repressioni
orchestrate dal papa polacco, di cui diamo solo alcuni esempi. Il primo atto del
suo pontificato fu una lettera del 2-12-1978 all’allora segretario generale
dell’Onu Kurt Waldheim (noto per i suoi trascorsi nazisti) in cui perorava la
difesa dei diritti umani. Ma non una parola vi era sull’impegno della chiesa
cattolica a difendere tutti questi diritti al suo interno: un’omissione voluta
che non sarà mai colmata in tutto il pontificato. Nel mio libro (attualmente in
ristampa presso Massari Editore) La chiesa
censura ho documentato la spietata repressione contro editori, scrittori e
giornalisti di area cattolica sospetti di sinistrismo. Perfino Famiglia
cristiana per un certo periodo è stata troppo “di sinistra” agli occhi
del Vaticano, che ne ordinò la cacciata del direttore, un vero e proprio abuso
liberticida.
Altri esempi si possono fare. Nell’aprile del 1987 il
comboniano padre Alex Zanotelli fu costretto a dimettersi dal mensile Negrizia
per le sue ripetute denunce contro l’utilizzo dei fondi destinati alla
cooperazione italiana e finiti nel commercio di armi. Le sue dimissioni furono
chieste direttamente dai membri del governo italiano cui il vaticano subito
accondiscese. Nel 2000 il settimanale di Azione cattolica Segnosette
fu chiuso per le sue posizioni troppo progressiste su temi politici e morali
(come l’apertura sulle coppie di fatto). In Chiapas il nunzio pontificio ha
sempre operato per difendere i latifondisti e i loro lacché nel clero locale,
cacciando quei pochi religiosi che stavano dalla parte degli sfruttati.
Prc e nefandezze del Vaticano
Il Prc ha sempre rinunciato a svolgere un’azione di
controinformazione sui misfatti del Vaticano, rigettando gli insegnamenti di
Gramsci, a partire dal nefasto Convegno di Torino negli anni ’90. Un’intera
giornata di studio su Gramsci si è conclusa senza dire una sola parola sui suoi
scritti relativi al ruolo di classe del papato (A. Gramsci, Il
Vaticano e l’Italia, Editori Riuniti). Il Vaticano non è solamente
colluso coi capitalisti e gli agrari, ma anche complice e connivente della
reazione nazifascista internazionale. Un recente testo edito dalle edizioni La
Fiaccola di Ragusa, All’estrema destra del padre di Emanuele Del Medico, documenta
tali pesantissime complicità. La vergogna peggiore del papato di Wojtyla è
stata la beatificazione del cardinale filonazista Stepinac, che fu complice e
forse mandante dello sterminio di quasi un milione di serbo-ortodossi ed ebrei
in Croazia e Bosnia durante la II guerra mondiale (M. A. Rivelli, L’arcivescovo
del genocidio, Kaos Edizioni). Nel suo lungo papato Wojtyla ha tenuto ben
nascosti e forse distrutti i documenti sull’aiuto dato ai criminali nazisti in
fuga da parte del vaticano. (U. Goni, Operazione
Odessa, Garzanti). Le sue simpatie filonaziste si sono palesate quando diede
il privilegio di fornire l’albero del giubileo del 2000 in piazza S. Pietro
alla Carinzia del neonazista Heider.
Gli interventi papali contro la guerra non furono altro
che finzioni propagandistiche, come dimostrato dal discorso bellicista del
cardinal Ruini ai funerali dei carabinieri uccisi a Nassirya. I cappellani
militari continuano imperterriti, come hanno sempre fatto, a fornire copertura
religiosa e morale ai crimini del militarismo. Le perorazioni papali contro il
ricco Occidente non sono altro che ipocrisia poiché il Vaticano ha sempre
investito le sue enormi ricchezze col criterio del massimo profitto. Del resto,
lo Ior è una banca vera e propria che in passato – e forse anche oggi - è
servita alla criminalità comune e finanziaria per i suoi sporchi affari.
Il papato di Wojtyla è stato segnato in senso reazionario
anche dalle sue medievali posizioni in materia di sacerdozio femminile. La verità
è che le donne nella chiesa sono pesantemente discriminate e ghettizzate. La
totale chiusura della chiesa in materia di prevenzione della diffusione
dell’Aids per via venerea tramite i preservativi ha contribuito all’enorme
diffusione della malattia, specialmente in Africa.
*Presidente
dell’Associazione culturale “Giordano Bruno”