Marxismo rivoluzionario n. 3 - archivio

 

I COMPITI DELLA SOCIALDEMOCRAZIA RIVOLUZIONARIA NELLA GUERRA EUROPEA

 

 

di Vladimir Ilic Ulianov (Lenin)

 

 

Apprendiamo da fonti assolutamente degne di fede che recentemente ha avuto luogo una conferenza di dirigenti del Partito operaio socialdemocratico di Russia sulla questione della guerra europea. Questa conferenza non aveva un carattere ufficiale in senso stretto, dato che il comitato centrale del Posdr non poteva ancora riunirsi a causa degli arresti in massa e delle persecuzioni senza precedenti da parte del governo zarista. Ma sappiamo con assoluta certezza che questa conferenza ha espresso di fatto l’opinione degli ambienti più influenti del Posdr. In essa è stata approvata la seguente risoluzione, della quale riportiamo il testo integrale come documento:

 

Risoluzione di un gruppo di socialdemocratici

 

1. La guerra europea e mondiale presenta un ben definito carattere di guerra borghese, imperialista, dinastica. La lotta per i mercati e per la rapina dei paesi stranieri, la volontà di stroncare il movimento rivolu–zionario del proletariato e della democrazia all’interno dei singoli paesi, il tentativo d’ingannare, di dividere e di deci–mare i proletari di tutti i paesi aizzando gli schiavi salariati di una nazione contro quelli dell’altra a vantaggio della borghesia: questo è il solo contenuto reale, il solo reale significato della guerra.

2. Il comportamento dei capi del Partito socialdemocratico tedesco ­– il partito più forte e più influente della II Internazionale (1889-1914) –, che hanno votato il bilancio di guerra e ripetono le frasi scioviniste e borghesi degli junker prussiani e della borghesia è un vero e proprio tradimento del socialismo. Il comportamento dei capi del Partito socialdemocratico tedesco non può essere giustificato in nessun caso, neppure supponendo che questo partito sia estremamente debole e si trovi nella necessità di sottomettersi temporaneamente alla volontà della maggioranza borghese della nazione. In realtà questo partito fa oggi una politica nazional-liberale.

3. La stessa condanna merita il comportamento dei capi dei partiti socialdemocratici belga e francese che hanno tradito il socialismo entrando in ministeri borghesi.

4. Il tradimento del socialismo da parte della maggioranza dei capi della II Internazionale (1889-1914) significa il fallimento politico e ideologico di questa Internazionale. La causa fondamentale di questo fallimento sta nel predominio all’interno di essa dell’ opportunismo piccolo-borghese, il cui carattere borghese e la cui pericolosità sono stati da tempo denunciati dai migliori rappresentanti del proletariato rivoluzionario di tutti i paesi. Gli opportunisti avevano preparato da tempo il fallimento della II Internazionale: ripudiando la rivoluzione socialista e sostituendola col riformismo borghese; ripudiando la lotta di classe e la sua inevitabile trasformazione, in determinati momenti, in guerra civile, e predicando la collaborazione fra le classi; predicando lo sciovinismo borghese sotto l’aspetto del patriottismo e della difesa della patria e ignorando o negando la verità fondamentale del socialismo, esposta già nel Manifesto comunista, cioè che gli operai non hanno patria; limitandosi, nella lotta contro il militarismo, a un punto di vista sentimentale piccolo-borghese, invece di riconoscere la necessità della guerra rivoluzionaria dei proletari di tutti i paesi contro la borghesia di tutti i paesi; trasformando in feticcio il parlamentarismo borghese e la legalità borghese, che pure debbono essere utilizzati, dimenticando che nelle epoche di crisi sono indispensabili forme illegali di organizzazione. Uno degli organi internazionali dell’opportunismo, il “Sozialistische Monatshefte” in Germania, che ha preso da molto tempo una posizione nazional-liberale, celebra oggi, assai giustamente, la sua vittoria sul socialismo europeo. Il cosiddetto “centro” del Partito socialdemocratico tedesco e degli altri partiti socialdemocratici ha, in effetti, vilmente capitolato di fronte agli opportunisti. Compito della futura Internazionale dev’essere di sbarazzare definitivamente e decisamente il socialismo da questa corrente borghese.

5. Fra i sofismi borghesi e sciovinisti di cui si servono in particolare, per ingannare le masse, i partiti e i governi borghesi delle due maggiori nazioni rivali del continente – la Germania e la Francia – e che gli opportunisti socialisti, scoperti o camuffati, i quali vanno al rimorchio della borghesia, ripetono servilmente, bisogna in particolare rilevare e stigmatizzare i seguenti:

Quando i borghesi tedeschi affermano di difendere la patria, di lottare contro lo zarismo, di difendere la libertà dello sviluppo culturale e nazionale, essi mentono perché gli junker prussiani, con Guglielmo alla testa, e la grande borghesia tedesca hanno sempre seguito una politica di difesa della monarchia zarista e non mancheranno, qualunque sia l’esito della guerra, di fare ogni sforzo per sostenerla; essi mentono perché in realtà la borghesia austriaca ha intrapreso una campagna di rapina contro la Serbia, e quella tedesca opprime i danesi, i polacchi e i francesi nell’ Alsazia-Lorena, conduce una guerra di aggressione contro il Belgio e la Francia per depredare paesi più ricchi e più liberi, e perciò li ha attaccati nel momento che le è sembrato più favorevole per utilizzare gli ultimi perfezionamenti del suo materiale bellico, e alla vigilia dell’attuazione del cosiddetto grande programma militare della Russia.

Quando i borghesi francesi si richiamano, esattamente nello stesso modo, alla difesa della patria, ecc., anch’essi mentono, perché, in realtà, difendono i paesi più arretrati dal punto di vista della tecnica capitalistica e che si sviluppano più lentamente, assoldando con i loro miliardi le bande cento nere dello zarismo russo per una guerra d’aggressione, cioè di rapina delle terre tedesche e austriache.

E i due gruppi di nazioni belligeranti non cedono affatto l’uno all’altro per la crudeltà e la barbarie con cui conducono la guerra.

6. Il compito della socialdemocrazia russa è, in particolare e in primo luogo, una lotta spietata e a fondo contro lo sciovinismo grande-russo e monarchico-zarista e contro la difesa, che ne fanno, ricorrendo a sofismi, liberali, cadetti, una parte dei populisti e gli altri partiti borghesi russi. Dal punto di vista della classe operaia e delle masse lavoratrici di tutti i popoli della Russia, il male minore sarebbe la sconfitta della monar–chia zarista e del suo esercito, che opprimono la Polonia, l’Ucraina e una serie di altri popoli della Russia e che rinfocolano l’odio nazionale per rafforzare il giogo dei grandi russi sulle altre nazionalità e per consolidare il governo barbaro e reazionario della monarchia zarista.

7. Le parole d’ordine della socialdemocrazia debbono essere attualmente:

• in primo luogo una larga propaganda, che si estenda nell’esercito e sul teatro delle operazioni militari, a favore della rivoluzione socialista e della necessità di rivolgere le armi non contro i propri fratelli, gli schiavi salariati degli altri paesi, ma contro i governi e i partiti reazionari e borghesi di tutti i paesi. Necessità assoluta di organizzare cellule e gruppi illegali negli eserciti di tutte le nazioni per fare tale propaganda in tutte le lingue. Lotta spietata contro lo sciovinismo e il “patriottismo” dei piccoli borghesi e dei borghesi di tutti i paesi, senza eccezione. Contro i capi dell’attuale Internazionale, che hanno tradito il socialismo, fare assolutamente appello alla coscienza rivoluzionaria delle masse operaie che sopportano tutto il peso della guerra e che, nella maggioranza dei casi, sono ostili all’opportunismo e allo sciovinismo;

• in secondo luogo, propaganda per la repubblica tedesca, polacca, russa, e insieme per la trasformazione di tutti gli Stati europei in Stati uniti repubblicani d’Europa, come parola d’ordine immediata;

• in terzo luogo, lotta soprattutto contro la monarchia zarista e lo sciovinismo grande-russo, panslavista, e propaganda per la rivoluzione in Russia, come pure per l’emancipazione e l’autodecisione dei popoli oppressi dalla Russia, lanciando le parole d’ordine immediate: repubblica democratica, confisca delle terre dei grandi proprietari fondiari, e giornata lavorativa di otto ore.

Un gruppo di socialdemocratici, membri del Posdr

 

[Da V. I. Lenin, Opere scelte, vol. II, pp. 303-306]