IL DIBATTITO E IL RESOCONTO DI LIBERAZIONE DELLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PRC DEL 16 GIUGNO 2004: ALCUNE PRECISAZIONI DI MARCO FERRANDO
Trovate
qui sotto una precisazione di Marco Ferrando, a nome di Progetto Comunista,
sull'incredibile resoconto fatto da Liberazione di oggi del dibattito
nella Direzione nazionale del Prc.
Nei
prossimi giorni invieremo anche il documento (mozione poi modificata in
articolo) di cui si parla nel testo.
F.R.
PRECISAZIONI
DI MARCO FERRANDO
SUL
RESOCONTO DI LIBERAZIONE
DELLA DIREZIONE NAZIONALE
Sconcertante
e grottesco. Non so definire diversamente il modo con cui Liberazione
del 17 luglio riporta il dibattito della Direzione nazionale del Prc e in
particolare l'intervento della minoranza di Progetto Comunista.
L'articolo
di Gemma Contin porta come sottotitolo: "condivisa da tutti gli intervenuti
la relazione del segretario..." e la sua proposta politica. E
riferendo il mio intervento nel dibattito parla della "ammissione" (?)
di un risultato elettorale positivo per il partito mentre cancella totalmente la
divergenza politica centrale con la prospettiva di governo con l'Ulivo e la
proposta alternativa avanzata. Ciò che ha rappresentato i nove decimi
dell'intervento e uno dei riferimenti di replica in diversi interventi nel
dibattito.
A cosa devo
attribuire questa cancellazione dalla discussione della Dn della posizione di
dissenso strategico che lì si è espressa? Il fatto è tanto più sconcertante
se si considera che, assieme al compagno Grisolia, ho presentato formalmente in
quella sede una mozione conclusiva: che, in assenza di una mozione di segreteria
si è deciso di trasformare in un prossimo articolo su Liberazione; in
base a un accordo sancito pubblicamente in Dn dal presidente Zuccherini col
consenso del segretario.
Dov'è
dunque l' "unanime condivisione" della proposta politica? Perché il
Manifesto riferisce correttamente i termini della discussione mentre Liberazione
li rende irriconoscibili?
Chiedo al
mio partito e al mio giornale (di cui non sono solito... abusare) una
correttezza elementare per l'oggi e per il futuro. Tanto più a fronte della
accresciuta e comune responsabilità di investire politicamente il successo
elettorale ottenuto. Che non è... "ammesso" da nessuno, perché è
rivendicato da tutti, in quanto patrimonio di tutti. E che anche per questo non
merita di finire tra le braccia di Prodi e dei suoi banchieri.
Marco Ferrando