15 MAGGIO: MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA MORATTI

 
 
Sabato 15 maggio a Roma si svolgerà un'importante manifestazione nazionale contro la "riforma" Moratti, che coinvolgerà tutto il mondo dell'istruzione -dalle materne all'università- che oggi subisce i pesanti tagli e i devastanti processi di smantellamento del servizio pubblico voluti dal governo Berlusconi, in continuità con le politiche dei governi di centrosinistra.
 
La manifestazione, organizzata dal Coordinamento nazionale in difesa del tempo pieno e prolungato e dai Coordinamenti e Comitati cittadini di genitori e lavoratori della scuola e dell'università, avrà inizio alle ore 14 in piazza della Repubblica a Roma.
 
I compagni e le compagne che vogliono partecipare alla manifestazione possono far riferimento al compagno Roberto Angiuoni, dei Giovani Comunisti di Roma e del collettivo locale di Progetto Comunista (347 85 09 212). Di seguito (e qui disponibile in formato .rtf, già impaginato) trovate il volantino che Progetto Comunista diffonderà alla manifestazione.
 

Luca Belà - Nicola di Iasio - Fabiana Stefanoni


 

 

NO ALLA SVENDITA DELLA SCUOLA PUBBLICA

CONTRO LA “RIFORMA” MORATTI MA NON PER BERLINGUER

 

La controriforma Moratti, designata dalla legge 53/2003, decreta la morte della scuola pubblica e del diritto allo studio. L’attacco alla scuola pubblica investe l’istruzione primaria e secondaria: soppressione del tempo pieno e prolungato, tagli dei posti di lavoro per gli insegnanti, aziendalizzazione dei programmi di studio ecc.

 

Ma anche l’ambito universitario è pesantemente coinvolto in questo processo di smantellamento. Ponendosi in continuità con il centrosinistra, oggi il centrodestra non solo riconferma il famigerato principio dell’autonomia didattica e finanziaria degli atenei, ma accentua ulteriormente i criteri manageriali, la selezione di classe, l’ingerenza dei privati, la mercificazione dei saperi.

 

Inoltre, la Moratti sferra un pesante attacco alla ricerca, con l’ulteriore precarizzazione dei rapporti di lavoro e i tagli dei finanziamenti. Infatti, sono previsti innanzitutto la cancellazione della figura del ricercatore e la sua sostituzione con figure precarie, ovvero con contratti co.co.co (ora “contratti a progetto”). La gravità di questo provvedimento s’inserisce in un contesto già caratterizzato da forti difficoltà per i precari della ricerca: ore e ore di lezione non riconosciute e non pagate, nessuna garanzia per il futuro, borse di studio e assegni di ricerca miserrimi di fronte al rincaro dei prezzi.

 

Altrettanto grave è l’attacco subito dai lavoratori e dalle lavoratrici della scuola. Il personale docente, oltre a subire una condizione di precarietà a vita (l’immissione in ruolo è pressoché impossibile, nonostante le scuole di specializzazione per l’insegnamento, fra l’altro a numero chiuso e a pagamento), si trova a subire condizioni di lavoro sempre più pesanti (le classi di 30 alunni ormai sono la norma) e vede ridotto il potere d’acquisto del salario. Così, il personale ATA subisce gli effetti devastanti dei sempre più frequenti appalti ai privati delle funzioni tecniche e amministrative.

 

Le mobilitazioni di questi mesi ci dimostrano che le lotte in difesa della scuola pubblica non si sono fermate: proteste spontanee, occupazioni di scuole e università, sospensione delle attività didattiche, movimenti con ampio radicamento tra studenti e genitori (si pensi alla lotta sul tempo pieno e prolungato), scioperi dei lavoratori della scuola. Occorre una vertenza generale che possa collegare le rivendicazioni a difesa della scuola pubblica a una prospettiva di classe e anticapitalistica, l’unica in grado di salvare la scuola e l’università dall’ingerenza dei privati.

 

Per la cacciata del governo Berlusconi

 

Per la difesa della scuola pubblica contro le politiche di smantellamento di centrodestra e centrosinistra

 

Per l’alternativa anticapitalistica e non per un nuovo governo Prodi