LA LUNGA VIA

 

di NEDDA PETRONI


INDICE:


Costo del libro: € 10,00


PRESENTAZIONE

Se è vero quello che affermano autorevoli conoscitori dell’ animo umano e cioè che “milioni d’uomini e donne camminano senza saperlo ai margini della loro vera strada” in quanto bloccati dalla paura, dall’ignoranza, dall’assenza di una consapevolezza o di un progetto, è sicuramente vero che Nedda Petroni rappresenta, per chi la conosce, l’antitesi di questi milioni d’uomini e donne. E non perché per lei la vita sia stata “una scala di cristallo”: figlia di un operaio ha conosciuto la povertà, ha affrontato, giovanissima, le sofferenze del fascismo, della  guerra e di una grave malattia che la costrinse a vivere per un lungo periodo in sanatorio. La vita non le ha lesinato difficoltà ed ostacoli.

Ma Nedda rappresenta l’antitesi perché la sua curiosità, la sua intelligenza, la sua determinazione e il suo coraggio le hanno permesso di intraprendere una strada lungo la quale  ha sempre cercato di tenere lo sguardo saldo verso il suo progetto. Progetto che non è stato solo quello di una vita personale soddisfacente ma anche e profondamente quello della costruzione di una società “altra”.

Come lei stessa ci racconta nel suo scritto autobiografico “Come sono uscita dal fascismo” questa  scelta non è avvenuta semplicemente come conseguenza del suo originale temperamento e delle sue particolari capacità ma è stata la conseguenza della scoperta, avvenuta in giovane età, che “la storia di ogni società esistita è la storia di lotte di classi”. Da qui la spontanea adesione a quest’analisi, adesione non solo intellettuale ma materiale poiché lei stessa “apparteneva a quella classe che nella lotta molteplice era sempre stata sconfitta”.

Nedda Petroni non ha scelto di offrire la sua intelligenza e la sua cultura al servizio del potere e della cultura dominante. Non ha scelto la strada, più comoda e certamente più redditizia , di fornire parole e argomenti ai vari revisionismi, alle varie analisi così di moda e così accattivanti, al di fuori e al di sopra delle classi. Non ha scelto di fare  come hanno fatto e continuano a fare, colpevolmente, centinaia di altri intellettuali “di sinistra”. Nedda Petroni continua a scrivere e a raccontare negandosi ad ogni compromesso, ad ogni moda e ad ogni adulazione. Giorno dopo giorno, attraverso i suoi scritti e nelle conferenze a cui è invitata, in  città come in sperduti paesini, nelle sedi di partito come nelle case dei compagni, parla a tutti coloro che vogliono conoscere e capire.

Racconta ai  più giovani o semplicemente ai più inesperti ciò che lei conosce e, generosamente, spiega a tutti noi “concetti difficili con parole semplici”, con l’entusiasmo tipico di chi è rimasto giovane, accompagnandoci in modo rigoroso ma accogliente alla scoperta di avvenimenti importanti, tenendo viva la memoria della “nostra storia” e cercando di accendere, a dispetto di ogni scetticismo, la speranza di un’alternativa al capitalismo. Per questo suo entusiasmo, per questa sua coerenza e generosità, è facile ricordare, pensando a Nedda, le parole che Pietro Tresso, il grande militante trotskysta, scrisse alla cognata: “E’ proprio perché siamo ancora giovani che ci ritroviamo fuori dalle diverse chiese. Se noi fossimo diventati vecchi avremmo ascoltato la voce dell’esperienza, saremmo diventati saggi, saremmo ricorsi come tanti altri alla menzogna, alla doppiezza e alla reverenza verso i differenti “figli del popolo”, ma questo non c’era possibile. Perché? Perché siamo rimasti giovani, e perché siamo sempre insoddisfatti di ciò che abbiamo, perché aspiriamo sempre a qualcosa di meglio. E chi non è rimasto giovane è in realtà diventato cinico; per loro gli uomini e l’umanità non sono che strumenti, mezzi che devono servire i loro scopi personali anche quando questi scopi sono dissimulati sotto frasi d’ordine generale. Per noi invece gli uomini e l’umanità sono le sole vie, le vere realtà esistenti”.

E’ su queste basi che abbiamo deciso di raccogliere alcuni fra i più significativi scritti storico-politici di Nedda, testimonianza di lotta e utile strumento di formazione per noi e per le nuove generazioni che si avvicinano alla politica chiedendo di comprendere se esista la speranza in “un altro mondo possibile”.

 

3 gennaio 2004                                                              Patrizia Cammarata