Elezioni: l'accordo col centrosinista a Vibo Valenza. La posizione di Progetto Comunista

 

Potete leggere qui sotto due testi: una dichiarazione del Direttivo nazionale dell'Associazione Progetto Comunista sull'accordo tra Prc e Ulivo a Vibo Valenza; un comunicato del collettivo vibonese della nostra associazione.
Vibo Valenza è una piccola federazione (calabrese), che ha stretto un accordo col centrosinistra, come la quasi totalità delle federazioni del Prc.  Il ribadire con questi testi la nostra posizione (contraria ad ogni accordo elettorale e di governo con l'Ulivo, tanto sul piano nazionale come su quello locale) potrebbe sembrare superfluo ai compagni che conoscono le nostre battaglie. La necessità deriva dal fatto che quella federazione è storicamente stata su posizioni di sinistra nel dibattito del Prc e questa grave e negativa svolta viene ora strumentalmente utilizzata da qualche piccola setta (v. un articolo sulla rivista di Falcemartello) che si è precipitata ad insinuare dubbi circa le reali posizioni di Progetto Comunista.  I testi che potete leggere qui servono anche per dare una corretta informazione sui fatti.
 
 
Francesco Ricci

CONTRO L'ACCORDO POLITICO PRC-ULIVO A VIBO VALENZA

 

Dichiarazione del Direttivo nazionale dell'AMR Progetto Comunista

 

 

Il Direttivo nazionale dell'AMR Progetto Comunista considera negativa e preoccupante la situazione determinatasi a Vibo Valenza, in ordine all'accordo politico tra Prc e Ulivo.

Questa scelta non ha alcuna base politica e di principio: configura un'alleanza di governo con un personale politico borghese, legato agli interessi locali dominanti, contro il quale la Federazione di Vibo aveva mantenuto in passato una coerente opposizione, in contrasto con l'orientamento nazionale e regionale del Prc.

Questa svolta risulta dunque del tutto incomprensibile e grave.

L'argomento per cui l'alleanza politica sarebbe stata in qualche modo "obbligata" per non "scomparire" -argomento realmente presente nel senso comune della maggioranza dei compagni della Federazione- non ha un fondamento politico condivisibile: la sopravvivenza di un'organizzazione comunista è in ogni caso legata al proprio radicamento sociale e territoriale in funzione della difesa degli interessi indipendenti dei lavoratori.

Un'alleanza di governo con gli avversari dei lavoratori è un colpo all'organizzazione comunista mille volte più grande dell'eventuale mancata elezione di un suo candidato.

Tanto più negativa ci pare la svolta compiuta di inserimento diretto nella futura amministrazione dell'Ulivo: ciò che accrescerà il vincolo di corresponsabilità alle politiche della giunta, nella classica funzione di ostaggi del centrosinistra.

Per queste ragioni esprimiamo una piena condivisione del senso generale della mozione presentata dai Giovani comunisti della Federazione. Così come condividiamo le formali dissociazioni dalla scelta compiuta da parte dell'AMR vibonese, augurandoci che si traducano, da ora in avanti, in un comportamento politico conseguente.

Il Direttivo nazionale dell'AMR Progetto Comunista, tanto più sulla base dell'esperienza vibonese, ribadisce l'indirizzo generale da sempre sostenuto attorno al tema del governo locale, in coerenza con l'orientamento di principio del marxismo rivoluzionario. Non c'è differenza qualitativa tra governo nazionale e governo locale in ordine alla sua natura di classe. Non vi è differenza tra la natura borghese dell'Ulivo nazionale e la natura del centrosinistra locale. Sono solo diverse latitudini e rappresentanze istituzionali nella difesa della medesima classe. I comunisti difendono ovunque un'altra classe, in funzione di una prospettiva di alternativa socialista. E quindi collegano la propria collocazione naturale di opposizione ai governi borghesi locali, dentro le lotte quotidiane dei lavoratori e dei movimenti, a questa prospettiva politica anticapitalistica.

Questa rivendicazione dell'autonomia del movimento operaio e dei comunisti dal centro borghese dell'Ulivo è tanto più centrale oggi, in una situazione in cui è in via di allestimento una prospettiva nazionale di alternanza borghese a Berlusconi, a guida Prodi, che subordini i lavoratori e il Prc al grande capitale e ai suoi affari. E di cui le giunte locali di centrosinistra "allargate" al Prc sono semplicemente tasselli e pedine.

Ci auguriamo dunque che la maggioranza dei compagni della Federazione vibonese, con cui abbiamo condotto una lunga e coerente battaglia politica nel Prc per oltre dieci anni a difesa dell'indipendenza di classe, superino in prospettiva la scelta compiuta. Si disimpegnino innanzitutto dalla partecipazione diretta alla eventuale giunta dell'Ulivo. Preparino una naturale ricollocazione all'opposizione nei confronti di quella amministrazione.

Siamo disponibili, fraternamente, come sempre, a discutere apertamente con i compagni della Federazione di queste nostre considerazioni e delle nostre comuni prospettive.  


DICHIARAZIONE DEL COLLETTIVO DI VIBO VALENTIA DI PROGETTO COMUNISTA SULL'ACCORDO TRA CENTROSINISTRA E PRC LOCALE

 

Il collettivo vibonese dell’Associazione marxista-rivoluzionaria Progetto Comunista esprime il suo dissenso rispetto all’accordo politico tra PRC e Centrosinistra in occasione delle elezioni provinciali.

Progetto Comunista, sinistra del PC, è naturalmente impegnato nella lotta contro il governo Berlusconi e la coalizione del Centrodestra a tutti i livelli. Ed anzi rivendica da tempo, sia nel PRC che nei movimenti e nelle organizzazioni sindacali, una mobilitazioni radicale e di massa per la cacciata di Berlusconi.

Ma la lotta per la sconfitta delle destre deve combinarsi con la prospettiva di un’alternativa vera, basata sugli interessi sociali dei lavoratori, dei disoccupati, dei giovani in contrapposizione al capitalismo italiano ed europeo e a tutte le forze che lo rappresentano. E questa prospettiva è inconciliabile con ogni accordo di governo con il Centro liberale dell’Ulivo (Margherita, maggioranza D.S., S.D.I., UDEUR): un Centro saldamente ancorato alle grandi famiglie del capitale finanziario, già protagonista nella legislatura precedente di una pesante offensiva antioperaia e antipopolare, ed oggi attestato su un programma generale che ripropone l’aumento dell’età pensionabile, la flessibilità del lavoro, l’aumento delle spese militari, la continuità in altre forme delle spedizioni coloniali (Kosovo, Afghanistan, Irak),

Sullo stesso terreno locale, le forze del Centro vibonese dell’Ulivo sono del tutto omogenee, com’è inevitabile, alla natura dell’Ulivo nazionale. Lo dimostra l’esperienza della giunta uscente di Centrosinistra, che ha visto il nostro partito all’opposizione. Lo dimostra il disimpegno e l’ostilità delle forze locali del Centro ulivista verso le lotte dei lavoratori vibonesi e le domande sociali dell’opposizione. Del resto la federazione vibonese del PRC, in coerenza con queste posizioni, ha sempre sostenuto in passato una linea di autonomia e di alternativa sia al Centrodestra, sia al Centrosinistra locale.

Questa poteva e doveva essere anche nelle presenti elezioni la linea della federazione. Così non è stato: perché, nella maggioranza dei compagni, è prevalso il timore dell’isolamento e della sconfitta. Ne prendiamo atto, ma lo riteniamo un errore: e proprio l’esperienza dei fatti lo dimostrerà.

Naturalmente siamo e saremo ugualmente impegnati, in prima fila, nella campagna elettorale del partito e per il suo migliore risultato. Ma in caso di vittoria del Centrosinistra, siamo convinti che l’esperienza dimostrerà alla maggioranza dei compagni della federazione vibonese, la divaricazione tra le ragioni sociali e programmatiche dei comunisti e le ragioni sociali dell’Ulivo, e, quindi, l’inevitabilità di una ricollocazione.

Come collettivo vibonese di Progetto Comunista, pertanto, continueremo e svilupperemo la nostra battaglia per la ricollocazione indipendente della federazione vibonese del PRC in piena coerenza  con gli orientamenti generali della nostra associazione nazionale, e contro la deriva governista della maggioranza nazionale del partito: che prospettando l’ingresso del PRC in un futuro secondo governo Prodi, mina le ragioni stesse del Partito della Rifondazione Comunista.

Oggi più che mai la difesa del PRC passa per la sconfitta della sua linea maggioritaria di capitolazione a Prodi e D’Alema.