L'ODG PRESENTATO DALLA SINISTRA AL CPF DI SALERNO DEL 27 MARZO 

 

Il Comitato Politico Federale di Salerno del Partito della Rifondazione Comunista guarda con estrema preoccupazione al percorso di riavvicinamento con l’Ulivo, che il segretario nazionale, Fausto Bertinotti, ha recentemente intrapreso nella prospettiva di un accordo programmatico in vista delle elezioni del 2006.

                 È grave che, nel momento di massima mobilitazione del movimento contro l’aggressione imperialista USA ai danni del popolo irakeno, il Partito operi una scelta, che, a dispetto di tutte le rituali evocazioni congressuali, tende proprio a subordinare e ad ingabbiare quel movimento nelle maglie di uno schieramento di governo riformatore con la rappresentanza politica della borghesia “progressista”, i cui governi (cui non è stata estranea la stessa Rifondazione comunista) hanno di fatto spianato la strada a Berlusconi grazie a politiche antioperaie.

                 È grave che, nel momento in cui il movimento operaio rialza la testa ed il livello della conflittualità sociale, si utilizzi il dirompente strumento del referendum sull’art. 18, non come grimaldello che – in una prospettiva di egemonia all’interno dello stesso movimento operaio – metta a nudo e faccia esplodere le contraddizioni che venano l’Ulivo, bensì come strumento di ricomposizione con esso.

                 È grave che il coinvolgimento del PRC con il centrosinistra borghese e liberale avvenga addirittura su base “programmatica”, ben oltre, quindi, la già dannosa “desistenza” (come, peraltro, lo stesso Bertinotti ha dichiarato alla stampa), mediante la creazione di “gruppi tematici” che dovrebbero trovare una base di programma comune; tavoli ai quali l’Ulivo ha designato, tra gli altri, Treu e Mastella.

                 È grave che tutto questo avvenga dopo aver solennemente dichiarato che la scelta di uscire dalla maggioranza Prodi costituiva un “atto rifondativo”; dopo aver proclamato che il centrosinistra era ormai “morto”; dopo aver affermato che era necessario “rompere la gabbia dell’Ulivo”.

Questa svolta implica incontestabilmente la rinuncia del PRC a costruire nelle lotte presenti una prospettiva di indipendenza di classe del movimento operaio dalla borghesia e quindi dal centro liberale borghese dell’Ulivo (Margherita e maggioranza DS) e dai suoi governi; in altri termini, la rinuncia a costruire nell’opposizio­ne di massa la cacciata del governo Berlusconi per una alternativa anticapitalistica.

Il CPF della federazione di Salerno ritiene, pertanto, urgente che si apra nel corpo del Partito un ampio dibattito in cui tutti i compagni e le compagne possano liberamente pronunciarsi sulle vere proposte politiche alternative presenti nel Partito stesso. Impegna, pertanto, la segreteria federale a convocare all’uopo, con la massima urgenza, un attivo provinciale degli iscritti.