Marxismo rivoluzionario n. 1 – documento / dichiarazione del MRFI
Abbasso la guerra imperialista e tutti i governi che la sostengono
DIFENDERE
L’IRAQ DAGLI INVARORI ANGO-AMERICANI!
Dichiarazione
del Movimento per la rifondazione della Quarta Internazionale (23 marzo 2003)
1 – L’imperialismo americano, i suoi accoliti
britannici, e tutti i loro complici nel mondo capitalista, hanno aperto le
porte alla barbarie – generata dal loro sistema sociale in decadenza –
sferrando l’attacco all’Iraq. Non si tratta solo di un’aggressione
ingiustificata al popolo Iraqeno ma di una nuova ondata di crimini contro
l’umanità.
George W. Bush, il nuovo Nerone alla Casa bianca,
guardando bruciare l’Iraq e leggendo la sua dichiarazione di guerra, ammette
cinicamente che un numero imprecisato di civili innocenti verrà sacrificato
in quanto “effetti collaterali” e che l’aggressione all’Iraq e il
“cambio di regime” a Bagdad sono solo i primi passi di una indefinita e
terroristica “guerra al terrore” che si estenderà a tutto il Medio
Oriente a all’intero pianeta.
Iran, Corea del Nord, Siria e tutta una serie di Paesi –
accusati esplicitamente o meno di far parte dell’"Asse del male"
ed inclusi in una lista aperta e senza fine – sono i prossimi bersagli,
delle future aggressioni imperialiste.
La guerra dell’imperialismo statunitense mira non solo
all’occupazione militare dell’Iraq per il controllo del petrolio ma anche
a ridisegnare la mappa politica dell’intero Medio Oriente, a modificare
radicalmente i rapporti internazionali tra gli Stati e le classi secondo le
esigenze della crescente ed insolubile crisi del capitale mondiale.
Come risaputo, i pazzi reazionari in forza a
Washington, la cricca “neoconservatrice” di Paul Wolfowitz, Donald
Rumsfeld e Dick Cheney, già nel 1997, avevano stilato un “Progetto per il
nuovo secolo americano”, o Pnac, in cui chiedevano “la destituzione del
regime di Saddam Hussein” ed una “riaffermazione della supremazia degli
Usa” in questa regione strategica ed in tutto il mondo. Il Pnac è stato
correttamente definita come “ la formula per il dominio globale da parte
degli Usa”. La tempesta di missili Cruise e Tomahawk che si è abbattuta su
Bagdad a partire dal 20 marzo 2003 è solo il primo passo verso l’attuazione
di questo scenario da incubo.
In realtà, il grandioso “Progetto per il nuovo secolo
americano” porterà piuttosto ad un “secolo anti-yankee”. I guerrafondai
e i criminali di guerra hanno
sottovalutato sia le reazioni e la resistenza delle masse oppresse della
regione e di tutto il mondo, sia l’impatto della guerra sulla crisi sempre
più acuta del loro sistema sociale.
La globalizzazione dei mercati finanziari degli ultimi dieci
anni, non solo non è riuscita a contenere la crisi o ad inaugurare la nuova
epoca del trionfo del capitalismo ma ha portato catastrofi sociali, crolli
finanziari a livello internazionale, bancarotta di interi Paesi come
l’Argentina e ha provocato una serie di guerre sempre più devastanti.
L’Imperialismo manifesta chiaramente la sua natura di stadio
storico del declino capitalista e della barbarie, un’epoca di guerre
e rivoluzioni.
Il crollo dell’Unione sovietica non ha rigenerato il
sistema capitalista storicamente decadente.
Dopo dieci anni, il capitale ritrova nuovamente il suo limite nel capitale
stesso.
2 – La riaffermazione della politica imperiale degli Usa
non è la prova della forza “invincibile” dell’"unica superpotenza
mondiale" così come sostengono gli apologeti e
gli impressionisti, bensì la manifestazione delle contraddizioni della
più forte ed egemonica potenza capitalista, gli Stati uniti d’America, nel
quadro della decadenza storica e della crisi del capitalismo mondiale. Dal
1980 in poi, il capitalismo statunitense si è trasformato dal più grande
esportatore al più grande importatore di capitale, finanziando i suoi deficit
federali e commerciali con flussi di capitali stranieri. Non può regolare le
sue contraddizioni interne senza un equilibrio mondiale crollato con lo
scoppio della crisi capitalista mondiale. Il capitalismo americano, nonostante
la sua superiorità rispetto a quello europeo e giapponese, ha accumulato
nelle sue fondamenta tutte le contraddizioni del mondo. Il capitale americano
necessita urgentemente, nel caos del dopo Guerra fredda, di una nuova forma di
dominio.
Questa ridefinizione delle relazioni internazionali politiche
e di classe attraverso la guerra significa l'inizio di un periodo di
esplosioni politiche e di sconvolgimenti sociali.
La politica estera degli Usa si è trasformata in un fattore
di radicalizzazione nella situazione politica mondiale, portando milioni di
persone a manifestare nelle piazze contro la guerra e contro l’imperialismo,
destabilizzando i regimi capitalisti ed i governi di ogni Paese, aggravando
tutte le contraddizioni economiche e politiche del capitalismo mondiale.
3 – Nata dalla crisi, la guerra sta ulteriormente
aggravando la crisi stessa in tutte le sue forme. Aumenterà la tendenza
mondiale alla depressione e alla deflazione. L’Unione europea è
particolarmente vulnerabile ma neanche l’economia degli Usa, il centro della
crisi mondiale, riuscirà a sottrarsi al momento della verità.
La guerra ha aggravato gli antagonismi interimperialisti, ha
inasprito il conflitto tra America ed Europa, ha spaccato la Nato e l’Unione
europea, messo in crisi profonda l’Onu. E’ cominciato un periodo di crisi
politiche e di convulsioni. Milioni di persone delle masse oppresse, in
particolare i giovani, partecipano ad azioni di dimostrative contro la guerra
come non si vedeva dai tempi della guerra in Vietnam. Milioni di persone sono
scese in piazza già molti mesi prima della guerra. Dal 20 marzo il movimento
di massa contro la guerra continua a crescere in tutto il mondo, da New York,
San Francisco e Londra a Buenos Aires, Cairo, Atene, Gerusalemme, Roma,
Madrid, Bilbao, Amman, Parigi, Berlino, Città del Messico, Sanaa, Sydney e
Tokyo. Le masse diventano un fattore integrale molto forte nella politica
mondiale capace di incidere sulle operazioni di guerra, minando tutti i
preparativi politici della classe dominante, destabilizzando governi e regimi.
Non ci sarà un rovesciamento di regime solo a Bagdad. Il grido di battaglia
delle masse argentine ¡Que se vayan todos! (via tutti!) sarà presto
globalizzato.
4 – Gli invasori imperialisti devono confrontarsi non solo
con le eroiche masse irachene sul campo di battaglia ma anche con il movimento
mondiale contro la guerra.
Ora più che mai il proletariato, i giovani, le masse
oppresse, le organizzazioni dei lavoratori e le masse popolari devono
radicalizzare le lotte attraverso le dimostrazioni di massa, azioni di
sciopero e scioperi generali, il blocco delle basi militari e delle ambasciate
statunitensi ed inglesi, il blocco delle ferrovie, porti ed aeroporti per
impedire il passaggio di materiale bellico e lo spostamento del personale
militare.
In modo particolare nei Paesi coinvolti nella campagna di
guerra degli Usa bisogna rivendicare con forza non un soldato, non un soldo
per la guerra, portate le truppe a casa.
Bisogna fermare e sconfiggere questa guerra reazionaria ed
imperialista con l’azione di classe di massa e sostenere la difesa
incondizionata dell’Iraq e della popolazione irachena fino alla vittoria.
Nel contempo, la difesa incondizionata dell’Iraq non
significa in alcun modo sostegno politico al regime di Saddam Hussein. Il
regime baathista è una dittatura borghese che opprime da decenni i
lavoratori, massacra i militanti del movimento operaio, colonizza e stermina
il popolo kurdo. Ma spetta a queste forze e non agli imperialisti e ai loro
pupazzi rovesciare il regime e sostituirlo con un loro governo, un governo
operaio e contadino dei popoli arabo e kurdo dell’Iraq, che solo potrebbe
sconfiggere realmente e durevolmente l’imperialismo e aprire la strada ad
una prospettiva rivoluzionaria di liberazione per l’intera regione, quella
della federazione socialista del Medio Oriente.
La difesa incondizionata dell’Iraq oggi, mantenendo nel
contempo l’opposizione politica al regime baathista, è la precondizione
necessaria di tale prospettiva.
Esortiamo
il popolo kurdo ed i suoi combattenti a rifiutare qualsiasi forma di
collaborazione con gli imperialisti statunitensi e con le forze armate turche,
a resistere al loro intervento, a bloccare qualsiasi tentativo di aprire un
fronte del nord all’invasione imperialista, a battere qualsiasi tentativo di
occupazione da parte degli Usa o della Turchia di Kirkurk, di Mossul e della
regione meridionale del Kurdistan.
Per il diritto all’autodeterminazione del popolo kurdo!
Per l’unità delle masse arabe irachene e kurde per
sconfiggere gli invasori imperialisti!
Le masse kurde e palestinesi, insieme alle masse
dell’intera regione, pagheranno un prezzo enorme se vincerà
l’imperialismo. Sconfiggiamo la “deportazione” della popolazione
palestinese pianificata dai cani da guerra sionisti di Bush! Abbasso
l’occupazione sionista e la macchina statale del terrore di Sharon! Per il
diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese! Vittoria all'intifada!
Per una Palestina laica e socialista nel suo intero territorio storico nel
quadro di una federazione socialista del Medio Oriente!
Bisogna rifiutare qualsiasi illusione circa il ruolo dell’Onu
o dell’Europa, in particolare riguardo l’imperialismo francese e tedesco,
e respingere qualsiasi forma di collaborazione di classe in nome della
“pace”.
L’indipendenza politica del proletariato è fondamentale
per riunire intorno a sé tutte le masse popolari contro la guerra
imperialista ed il sistema sociale che la genera.
Le forze rivoluzionarie devono intervenire subito nella crisi
politica prodotta dalla guerra per trasformarla in una situazione
rivoluzionaria e trasformare la guerra imperialista in una guerra di
liberazione dal giogo dell’imperialismo e dalla schiavitù capitalista.
L’unica strada per un mondo di pace e di giustizia è la
strada della rivoluzione socialista mondiale!
Esortiamo le avanguardie di tutto il mondo ad unirsi e a
lottare per la costruzione dell’Internazionale rivoluzionaria dei
lavoratori, per la rifondazione della Quarta Internazionale che diriga la
battaglia contro la guerra imperialista e tutti i suoi governi, per il potere
dei lavoratori ed il socialismo mondiale.
Movimento
per la rifondazione della Quarta Internazionale