Elezioni regionali e congresso nazionale a confronto

Burlando? No grazie!

 

di Marco Veruggio

 

Dai primi mesi del 2005 i muri di Genova sono ricoperti di immagini del calendario elettorale di Claudio Burlando, candidato presidente dell’Unione in Liguria. Burlando si fa fotografare con gli operai dell’Ansaldo, coi camalli del porto di Genova, coi lavoratori della sanità, coi pensionati. Pensando alla sorte che toccherebbe loro in caso di vittoria dell’Unione, quel calendario potremmo intitolarlo Burlandovi 2005. E del resto il significato di quell’operazione di propaganda sta proprio nel cercare di sanare la contraddizione tra l’immagine di un candidato che è percepito chiaramente dalla gente per quello che è, l’uomo delle lobbies industriali e finanziarie, e la sua necessità di cercare tra quella gente un consenso popolare.

 

Radiografia di un candidato

Claudio Burlando è stato definito dallo stesso Paolo Ferrero “il candidato più impresentabile della Gad in queste elezioni regionali”. Ex sindaco di Genova, inquisito per vicende di mazzette legate ai lavori pubblici realizzati sotto la sua amministrazione, prosciolto perché “non sapeva” e risolti i suoi guai giudiziari con l’aiuto determinante di una legge ad hoc voluta da Oscar Luigi Scalfaro (oggi vestale della legge uguale per tutti e censore dei provvedimenti ad personam di Berlusconi), Burlando è stato “ricompensato” nel ’96 con la nomina a Ministro dei Trasporti di Prodi. In questa veste si è distinto per la sua vis privatizzatoria. Le legge che da lui prende nome mise in cantiere la privatizzazione di tutto ciò che era privatizzabile nel settore (porti, ferrovie, trasporto pubblico locale), nonché alcune brillanti operazioni come quella di Malpensa, che è tra le cause della crisi Alitalia. Con Burlando ministro si ebbe la più catastrofica serie di incidenti ferroviari che la storia della repubblica ricordi  e da allora i genovesi gli attribuiscono una fama sinistra di porta jella, che è forse l’unica cosa di sinistra che gli si possa attribuire. Ma in realtà la jella si chiama “tagli alla manutenzione e alla sicurezza”.

Un anno fa viene annunciata la sua candidatura da parte del centrosinistra per battere il presidente uscente, Sandro Biasotti, il Berlusconi ligure, un imprenditore (possiede uno dei più grandi gruppi concessionari nella vendita di auto in regione) che si è costruito una fama di uomo “indipendente dai partiti”, brillante, efficiente, un vero self made man, ma con un’eleganza anglosassone (appunto!) che certo manca al suo omologo nazionale. La campagna elettorale si annuncia subito come una perfetta competizione bipartisan all’insegna del politically correct. Del resto i due candidati non nascondono di essere amici, di aver trascorso insieme più volte le proprie vacanze, accompagnati dalle rispettive famiglie e, cosa ben più importante, che il loro potenziale elettorato è in gran parte lo stesso. Burlando non esita a indicare come modello di riferimento per la Gad le amministrative di Sanremo, Chiavari e Rapallo. In quelle città il centrosinistra ha vinto intercettando settori di elettorato del centrodestra (commercianti, professionisti, piccoli imprenditori) in rotta con la cosiddetta Casa delle Libertà. E non a caso Burlando, come del resto il suo avversario, si appoggia a una lista civica collaterale all’Unione e che ha come capolista G.B. Pittaluga, ex assessore al Bilancio della Giunta Biasotti e consigliere di amministrazione di Finmeccanica. Finmeccanica - detto tra parentesi – è una holding ex Iri, in procinto di privatizzare il proprio comparto civile per concentrare il proprio interesse sulla produzione militare, un’operazione che mette a rischio 6.000 posti di lavoro solo in Liguria, tra cui quelli dei dipendenti di Ansaldo Energia con cui il buon Burlando ha voluto farsi immortalare nel suo calendario. Biasotti, da par suo, ha risposto arruolando nella sua lista civica un’ex assessora della Giunta provinciale di Genova (centrosinistra+Prc).

Tuttavia il vero e proprio comitato elettorale di Burlando è l’associazione Maestrale, che vanta tra i suoi associati Edoardo Garrone, presidente della Erg e della Sampdoria, Aldo Spinelli e Savina Scerni, terminalisti, Giacomo De Ferrari, preside della Facoltà di medicina dell’Università di Genova, Lucio Caracciolo, direttore della rivista Limes, Victor Uckmar, uno dei massimi fiscalisti italiani, oltre a politici, attori, docenti universitari.

 

Il Prc lancia il confronto programmatico

In questa campagna elettorale in cui ciascuno dei due candidati cerca di dimostrare che sarà il più abile nel realizzare il medesimo programma, Rifondazione Comunista decide di intervenire, come sempre, impugnando la clava del confronto programmatico. Dopo un lavoro durato alcuni mesi per produrre una propria proposta per le elezioni regionali, centrata in particolare sul tema del lavoro e articolata attraverso un disegno di legge per il boicottaggio della legge 30, l’introduzione di un salario sociale che non si riduca a un semplice sussidio di povertà, una serie di misure a difesa dell’occupazione e della sicurezza sul lavoro, più l’abolizione dei ticket sanitari e dei buoni scuola, la difesa del trasporto pubblico locale e la tutela dell’ambiente, questa proposta viene presentata nel corso di una conferenza programmatica regionale.

Burlando viene invitato a presenziare e in questo modo, di fatto, si chiude la fase dell’elaborazione autonoma e comincia il confronto. Sulla base di quanto già detto il confronto consisterebbe nel persuadere:

- Burlando, candidato dei terminalisti del porto di Genova, dove ogni anno avvengono decine di incidenti sul lavoro, spesso mortali, a far rispettare le norme sulla sicurezza;

- Burlando, candidato del massimo petroliere ligure, Edoardo Garrone, a favorire il trasporto pubblico locale e a difendere l’ambiente;

- Burlando, candidato di Finmeccanica, a bloccare l’operazione Finmeccanica 2 di cui sopra, e cioè ad andare contro la politica decisa dal consiglio di amministrazione dell’azienda;

- Burlando, candidato di quell’Uckmar che è il principale consulente fiscale delle più grandi aziende liguri, ad aumentare loro le imposte per finanziare il salario sociale.

Mi fermo qui. Tutto ciò, tra l’altro, in un quadro in cui Bertinotti ha già annunciato, all’atto della costituzione della Gad, che comunque il Prc farà accordi in tutte le regioni!

Burlando apre il confronto col Prc dicendosi disponibile a un dialogo bipartisan con Biasotti, infierisce dicendo no al salario sociale, “perché lui è per la piena occupazione” (sic!), rilascia interviste in cui dice che aiuterà le scuole private “nonostante Rifondazione”, e su altre questioni semplicemente svicola. Intanto i tavoli di trattativa tra i partiti producono prima un protocollo d’intesa, poi un testo programmatico che è un vero e proprio capolavoro letterario. Con una ricerca da Accademia della Crusca di tutti i termini della lingua italiana che significano una cosa e il suo contrario si costruisce un accordo che tutti possono sventolare dicendo di avere vinto. Un esempio? Il “superamento” dei buoni scuola, che in astratto può significare cancellazione come sostituzione con altre forme di finanziamento alle private.

 

Le elezioni regionali e il congresso Prc

Le elezioni regionali ovviamente diventano oggetto di dibattito nel congresso Prc. E come su Prodi si scontrano due e soltanto due posizioni, così avviene su Burlando. Progetto Comunista si dichiara contrario da subito all’accordo, affermando che non c’è bisogno di intavolare un confronto sul programma, perché Burlando è un programma, quello appunto dei Garrone, degli Scerni, degli Uckmar. Per questo, pur facendo parte della segreteria regionale, dopo aver contribuito al dibattito sulla stesura del programma di partito e alla sua presentazione, rifiutiamo di partecipare alla fase del confronto programmatico con la Gad. I bertinottiani, al contrario, sventolano il testo programmatico di cui sopra per giustificare l’accordo, l’Ernesto e la Sinistra Critica (più alcuni esponenti della mozione uno) criticano – appunto! - l’accordo perché “non soddisfacente” ed esortano a chiedere di più. Sinistra Critica inoltre  chiede di aprire il confronto ai movimenti. I movimenti per parte loro non sembrano particolarmente entusiasti. Haidi Giuliani scrive la famosa lettera a Liberazione intitolata Come si fa a votare Burlando?  e, pur partendo da una posizione non avversa a un confronto programmatico con la Gad, si risponde da sola con un’altra lettera, questa volta indirizzata al congresso provinciale del Prc genovese, in cui, dopo le dichiarazioni di stima rilasciate da Pittaluga nei confronti di Claudio Scajola, ministro dell’interno all’epoca dell’assassinio di Carlo, annuncia che alle elezioni regionali “non sarà a fianco di Rifondazione”.

Ma i dubbi non pervadono solo Haidi Giuliani. Nel corso di riunioni e congressi di circolo in tutta la regione sono decine i militanti e dirigenti di partito appartenenti a tutte le aree congressuali che dichiarano: “Comunque vada, io Burlando non lo voto!”. E’ l’emblema di un partito che non soltanto non riesce ad essere un’avanguardia di classe, ma che addirittura si pone su un terreno più arretrato della percezione media del suo elettorato, di una fetta consistente dei suoi iscritti e persino del suo gruppo dirigente. Forse proprio per questo il candidato dell’Unione decide di dare un aiutino congressuale a Fausto Bertinotti rilasciando un’intervista in cui apre qualche cauto spiraglio sulla questione del salario sociale e, con grande signorilità, interviene nel dibattito interno al Prc, dichiarandosi “molto amareggiato” dall’intervento pubblicato sulla tribuna congressuale di Liberazione in cui due delegati Fiom di Progetto Comunista lo accusano di essere stato lo sponsor dello smantellamento dell’industria pubblica a Genova.

 

Un’altra Rifondazione è possibile?

La discussione nei comitati federali e nel comitato regionale ratifica, naturalmente, l’accordo annunciato da Fausto Bertinotti qualche mese prima. L’aspetto interessante non sta tuttavia nel risultato, scontato, ma nelle posizioni espresse dalle varie aree. I bertinottiani e l’Ernesto votano a favore dell’accordo, Progetto Comunista chiede di rompere con Burlando, presentare liste autonome e rivolgere un appello alla sinistra politica e sociale per costruire uno schieramento alternativo a Biasotti e Burlando e preparare l’opposizione. Sinistra Critica/Erre “tra la staticità di un accordo già fatto e quella dovuta a un’indisponibilità pregiudiziale” sceglie “la dinamica della politica”. E infatti a Savona si astiene; a Genova chiede un “accordo tecnico” e precisa (oralmente) che tale accordo consisterebbe nell’entrare nella maggioranza di governo ma non in giunta; infine nel comitato regionale sostiene che “non ci sono le condizioni per un accordo con la Gad” senza dare indicazioni sul che fare.