A
due anni dalla fondazione dell'Associazione marxista rivoluzionaria
La
costruzione di Progetto Comunista
Si
apre un nuovo spazio politico per la rifondazione rivoluzionaria
di
Francesco Ricci
Agli
inizi di gennaio del 2003 abbiamo fondato a Rimini l'Associazione marxista
rivoluzionaria. Siamo a due anni di distanza dalla nascita della nostra
Associazione e a qualche mese dalla II Assemblea nazionale (che dovremmo tenere
in autunno). Sono stati due anni intensi, talvolta frenetici, che hanno visto
l'Associazione impegnata nelle straordinaria stagione di lotte operaie e
giovanili che abbiamo attraversato; due anni di lotta politica nel Prc (fino al
VI Congresso che si è chiuso nei giorni scorsi); due anni di costruzione in
tante città dell'Associazione e dei suoi collettivi.
L'Associazione
è nata sulla base di un "Manifesto - Appello" (1) lanciato da una
larghissima maggioranza di coloro che avevano partecipato negli anni alla
sinistra del Prc. Prima "area programmatica" poi, in un percorso lungo
e non semplice, organizzazione strutturata (pur all'interno del Partito della
Rifondazione Comunista), con propri riferimenti internazionali (la
partecipazione al Coordinamento per la Rifondazione della Quarta
Internazionale), con propri strumenti di stampa (questo giornale, una rivista
teorica), di formazione dei quadri (seminari, pubblicazioni) e propri organismi
dirigenti (un Consiglio nazionale, un Direttivo).
Al
centro del Manifesto fondativo era esplicitato il senso dell'iniziativa: non la
costituzione di un'associazione "culturale" per l'esercitazione
accademica in studi storici ma (citiamo da quel testo) "la prospettiva
della costruzione di un partito rivoluzionario internazionale", a partire
dalla battaglia nel Prc, luogo in cui obiettivamente (al di là dei progetti
riformisti e governisti della sua maggioranza dirigente) si è concentrata una
larga parte dell'avanguardia di lotta e giovanile dell'ultimo decennio.
"Una
rifondazione mancata", scrivevamo nel Manifesto a proposito di
Rifondazione. Nato dalla crisi del riformismo, il Prc non ha saputo rispondere a
quella crisi e ha viceversa ripreso a percorrere vecchie strade su cui tante
volte è già stato battuto nei secoli scorsi il movimento operaio. L'ultima
"svolta" di questi mesi -confermata dal VI Congresso- ha impresso una
nuova accelerazione a questa marcia che porta solo in un vicolo cieco. Ciò in
netta contraddizione con le potenzialità di alternativa (quella reale, di
sistema, non quella che dà il titolo alla prima mozione e che dovrebbe
realizzarsi a braccetto con i banchieri di Prodi) che si sono espresse in questi
anni e che hanno portato ad avvicinarsi al Prc migliaia di giovani alla ricerca
di "un mondo nuovo" da costruire.
Impegnati
quotidianamente nel partito, i militanti della nostra Associazione non si sono
limitati a "criticare" una prospettiva organicamente riformista. Hanno
in questi anni lavorato in ogni movimento e mobilitazione (non a caso
guadagnando consensi nelle principali realtà operaie di lotta, da Melfi a
Fincantieri). Dentro a una rifondazione mancata abbiamo lavorato per una
rifondazione rivoluzionaria. Non nella logica di "pressione" sul
gruppo dirigente nell'illusione di un suo ripensamento strategico: ma in un
processo di raggruppamento delle migliori e più coscienti energie del partito.
Abbiamo
fatto dei passi avanti in questa impresa? Pur non essendo le poche righe di
questo articolo il luogo adatto per un bilancio d'insieme, noi crediamo che la
risposta sia positiva: sì, abbiamo fatto dei passi avanti e davvero grandi se
si pensa alla pochezza delle nostre risorse iniziali.
Siccome
non siamo adusi alle vuote celebrazioni non ci nascondiamo di aver incontrato
anche tanti ostacoli e la rottura anche con alcuni compagni o gruppi di
compagni. Episodi su cui si sono buttati voracemente i critici di altre
organizzazioni o piccole sette che hanno cercato di leggere in questi passaggi,
ogni volta, una "crisi" di Progetto Comunista (che speravano di poter
capitalizzare). Così non è stato, come dimostra (ma ne parliamo in altre
pagine) il risultato qualitativo (e in numeri assoluti) della terza mozione al
Congresso di Rifondazione -di cui la nostra Associazione è stato il
riconosciuto motore propulsivo.
Siamo
cresciuti.
In
termini quantitativi. Il numero dei collettivi dell'Associazione, la sua
estensione geografica è costantemente cresciuta. E le possibilità sono ancora
maggiori di quanto siamo riusciti a concretizzare in forma organizzata. La
nostra stampa, che due anni fa era diffusa in una quarantina di città
capoluogo, oggi è venduta e letta in oltre cento città; con un raddoppio delle
copie diffuse.
A
partire dalla diffusione di un giornale che, pur con mille limiti, è cresciuto
(e con esso è cresciuto e si è formato un gruppo redazionale e di
collaboratori piuttosto largo) sono nati nuclei e collettivi in tante città
dove due anni fa non eravamo presenti. E Progetto Comunista è conosciuta
pubblicamente e riconosciuta nella sinistra come una parte vitale e importante.
In
termini qualitativi. Dentro l'Associazione sono cresciuti militanti e quadri,
nel confronto vivo e vivace dei suoi gruppi dirigenti; nel lavoro di studio e
formazione teorica, presupposto di ogni lavoro "pratico" quotidiano.
Soprattutto
sono arrivati all'Associazione (spesso come inizio della propria militanza)
tanti giovani. Diversi di loro costituiscono oggi (ben più di due anni fa) il
nerbo dell'Associazione, la sua parte più attiva, spesso la più generosa nel
sacrificio della militanza quotidiana, spesso -come diceva Trotsky- la più
intransigente ed imprescindibile.
In
conclusione di questa prima fase ci aspetta una nuova gigantesca battaglia.
Dovremo saper raccogliere le tante energie militanti che abbiamo incontrato nel
congresso, che -di là dalle provenienze individuali- hanno con noi condiviso e
condividono la necessità di contrastare la dissoluzione del Prc come forza di
classe e dunque di salvaguardare la presenza di una opposizione a ogni governo
della borghesia.
Per
questo nei prossimi mesi ci rivolgeremo, in ogni città, a tutti i militanti,
tanto a quelli che hanno sostenuto criticamente e con molti dubbi la mozione
maggioritaria al congresso (e che, noi crediamo, dovranno ricredersi davanti ai
fatti e alle contraddizioni quotidiane che quella linea governista incontrerà);
come a coloro che invece quella linea la hanno avversata, magari sostenendo le
mozioni "critiche" -il cui impianto strategico, noi pensiamo, si
rivelerà del tutto insufficiente per contrastare la rifondazione
socialdemocratica perseguita da Bertinotti. Ci rivolgeremo, ci rivolgiamo già
da oggi, ovviamente, alle centinaia di compagni e compagne che al congresso
hanno sostenuto la terza mozione e che talvolta ancora non conoscono a
sufficienza l'Associazione Progetto Comunista, i suoi scopi.
A
tutti coloro che oggi convergono sugli indirizzi di fondo di Progetto Comunista
e che cercano un orizzonte di rivoluzione fuori da ogni logica governista (o di
mera e sterile critica movimentista al governismo), a tutti chiediamo di
partecipare con noi, nel vivo della lotta politica e sociale, all'accumulazione
delle forze per una rifondazione rivoluzionaria. Iniziando dal compito odierno
di rafforzamento dell'Associazione Progetto Comunista come strumento organizzato
di questo progetto realmente ambizioso. Un progetto che può apparire
impossibile: specie a chi crede "realistico" il sostegno
all'alternanza borghese a fronte della barbarie capitalistica. Un progetto che
ha invece davanti uno spazio politico nuovo e più ampio di costruzione e che ha
bisogno dell'impegno quotidiano di centinaia di militanti rivoluzionari.
(1) I
testi dell'Assemblea fondativa sono disponibili sul nostro sito web.