NAPOLI: LA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA
Potete leggere di seguito un volantino diffuso dai compagni di Napoli di Progetto Comunista impegnati nella battaglia contro la privatizzazione dell'acqua gestita dal centrosinistra.
no
alla privatizzazione dell’acqua
Fermiamo
gli espropriatori
Lo
scorso 23 novembre l’assemblea dell’Ato 2, il consorzio che controlla i
servizi idrici nelle province di Napoli e Caserta, ha deciso di privatizzare
l’acqua.
In
questo modo, col pretesto di ridurre gli sprechi, l’acqua diviene occasione
di profitto per gli speculatori che entreranno nell’affare, mentre a farne
le spese saranno, come sempre, le classi popolari che dovranno sopportare i
prevedibili aumenti, e i lavoratori del settore, che andranno incontro alla
precarizzazione dei rapporti di lavoro, con esternalizzazioni e smembramenti.
Questa
vergognosa operazione è sostenuta in modo trasversale da forze di
centrodestra e di centrosinistra: le stesse forze che, sempre all’opera in
nome e per conto del grande padronato, da anni continuano a privatizzare
settori consistenti dei servizi pubblici, a livello locale come sul piano
nazionale. E’ la stessa volontà politica che accomuna Comune e Provincia di
Napoli, così come la stessa Regione di Bassolino: la privatizzazione
dell’acqua costituisce l’ennesimo capolavoro di una gestione che ha già
all’attivo il bluff della formazione professionale e che calpesta
quotidianamente, con la costruzione del megainceneritore di Acerra, i diritti
più elementari di un’intera comunità, nell’unico interesse della
Fibe-Fiat.
Quanto
accade oggi viene da lontano: non solo, infatti, il vertice dell’ATO 2 ha
reso noto il suo progetto di svendita nei primi mesi dello scorso anno, ma già
nel periodo 2002-2003 la Regione Campania ha aperto la strada, con alcune
delibere di indirizzo, alla privatizzazione dell’acqua. Del resto, la stessa
Regione si è già resa responsabile della cessione alla multinazionale
ENI-Acqua delle grandi infrastrutture idriche. Nella zona di Sarno, la
privatizzazione dell’acqua (Ato 3) ha già avuto luogo, nel silenzio
generale, anche di quelle forze politiche che oggi dicono di essere contrarie,
ma che evidentemente, dopo aver a lungo taciuto, si guardano ancora bene dal
disturbare il manovratore. In assenza di una ferma opposizione, ogni proposta
di legge regionale costituisce solo uno specchietto per le allodole.
Di
fronte a tutto questo, dobbiamo ottenere subito il ritiro della delibera
E’
necessario costruire una opposizione reale e di massa, che porti a forme reali
di controllo pubblico sull’acqua, ponendosi, come ulteriore obiettivo la
lotta alle politiche di privatizzazione che già si annunciano anche negli
altri settori (come in quello dei trasporti), e miri alla ripubblicizzazione,
sotto controllo dei lavoratori, di tutti i servizi essenziali.
E’
ora che il PRC prenda atto della contraddizione che ancora un volta emerge tra
gli interessi padronali rappresentati dalle forze di centrosinistra e i
diritti più elementari delle masse, e assuma una ferma posizione contro gli
espropriatori, arrivando a mettere in discussione le stesse alleanze di
governo locale.
Associazione Marxista Rivoluzionaria
Progetto
comunista – sinistra del PRC
Napoli