Voce alle lavoratrici e ai lavoratori

Giovani Comunisti e formazione: percorsi sulla storia del movimento operaio a S. Remo

 

di Daniele De Luca

 

Proprio a San Remo, da sempre un feudo “bianco”, ora gestita da una giunta di centrosinistra che al suo interno comprende ex dirigenti ed ex esponenti delle precedenti amministrazioni di centrodestra, i compagni genovesi di Progetto Comunista e i Giovani Comunisti locali (“Settore Rosa Luxemburg”), con il contributo di alcuni compagni della Federazione, a partire dal dicembre scorso hanno avviato un percorso di formazione intitolato Voce alle lavoratrici e ai lavoratori, ai loro diritti e alle loro parole, con lo scopo di organizzare una volta al mese degli incontri-dibattito inerenti la storia del movimento operaio e le dinamiche delle classi lavoratrici odierne. Nell’ambito degli incontri che abbiamo sino adesso svolto, sono stati dibattuti con ampia partecipazione del pubblico temi come la precarizzazione del lavoro (pacchetto Treu, Co.Co.Co., legge 30, Direttiva Bolkenstein), l’attuale declino industriale, la costruzione dell’Europa politica (primi trattai della Ceca e della Cee, parametri del Patto di Stabilità di Maastricht, conformazione dell’Ue) e la storia delle lotte della classe operaia italiana. In tal modo, incrociando temi attuali con argomenti di carattere storico basati su eventi o periodi di una certa tensione (Biennio Rosso, le prime lotte operaie del dopoguerra, l’autunno caldo del ’69, anni ’70 in genere, i 35 giorni di occupazione della Fiat), si è riusciti a fornire al pubblico un quadro completo da cui potere ricavare le cause che oggi ci riconducono agli ultimi attacchi contro lo stato sociale e l’inflessibilità per mezzo di leggi filo-padronali varate dai governi europei sia di centrosinistra sia di centrodestra.  

I compagni che sono intervenuti in veste di relatori sono stati Alessandro Borghi (presente a tutti e tre gli incontri), Piero Aquilino, Edoardo Trucchi, poi Valeria Faraldi e Carmela Alampi, le quali ultime hanno messo in risalto il tema della condizione femminile nel lavoro e quello dell’alto tasso di precarizzazione che si è registrato ultimamente in provincia, all’interno delle scuole, degli enti pubblici, dei supermercati, di catene di negozi. Le relazioni dei compagni, che sono state esposte sempre in modo chiaro e senza mai annoiare nessuno, hanno riscontrato un grande interesse tra il pubblico. Sono scaturiti dibattiti talvolta interminabili, basati su testimonianze personali e sulla ricerca di una strategia di lotta da poter applicare nel nostro territorio. Più volte, sempre in tema di lavoro, abbiamo anche avuto modo di confrontare la nostra realtà di provincia con la situazione che caratterizza l’interland genovese, illustrataci dai compagni di Progetto Comunista e della Fincantieri.

Altro che percorsi di confronto interreligioso, fra chiese e luoghi sacri, come ci propina il nostro segretario nazionale Bertinotti! Qui ci si è confrontati tra le diverse realtà che comprendono i giovani del movimento (come il “Kollettivo la Scintilla”), lavoratori e persino pensionati, ognuno esprimendo le perplessità che appartengono alla propria quotidianità e alla propria rabbia. Per mezzo di queste iniziative e azioni politiche, i giovani sanremesi di Progetto Comunista vogliono attivare il Prc in questo territorio - da sempre terreno difficile per qualsiasi logica di emancipazione - rapportandolo con i bisogni dei lavoratori e con le forze, anche se poche, del movimento locale. Seguiamo come unici principi quelli che si legano alla lotta di classe, contro qualsiasi forma di collaborazione di classe. Preferiamo prediligere un contatto con le masse, seppure tramite vie più lunghe e impegnative, anziché rivolgerci alle dirigenze dei vari partiti filo-padronali del centrosinistra.

Come ho detto prima, tutto ciò può risultare molto difficile, prendendo in considerazione il contesto “clientelare” che vige nella nostra provincia (e in particolar modo a S. Remo), la mancanza di fabbriche nel territorio e di conseguenza l’assenza di un movimento operaio. Tuttavia, con uno studio attento alle problematiche che affliggono il mondo del lavoro e della scuola nella nostra zona, ricavandone poi le giuste analisi, con la diffusione di organi di controinformazione e di controinchiesta e con un’azione politica rivolta principalmente alle masse, possiamo benissimo porci l’obiettivo di cambiare seriamente qualcosa se non tutto: non come semplici idealisti ma puntando ad una riorganizzazione di tutte le giovani generazioni e di lavoratori.