UNIVERSITA' DI BOLOGNA:
AUTORIDUZIONE ALLA MENSA
Il 19 aprile all'Università di Bologna il movimento
studentesco ha rialzato la testa attraverso una vertenza che potrebbe
costituire il primo passo verso la costruzione di un percorso di lotte dopo
anni di crisi. Nella mattinata di martedì, infatti, la Rete Universitaria
(struttura che raggruppa i settori di sinistra del movimento studentesco un
tempo divisi nei collettivi autorganizzati) insieme ad un consistente gruppo
di studenti ha dato vita ad un'iniziativa di autoriduzione alla
mensa universitaria, la più cara ed inaccessibile d'Italia.
La vertenza sulla mensa è la continuazione di una serie
di mobilitazioni già messe in campo per denunciare la vergognosa gestione
delle strutture di ristorazione da parte di un'azienda privata e le
responsabilità di quello che dovrebbe essere l'ente per il diritto allo
studio (Arstud), ma che di fatto è un'impresa che lucra sulla pelle degli
studenti. Da tempo come militanti della sinistra rivoluzionaria di
Progetto Comunista, nei Giovani Comunisti e nel Circolo Universitario,
lavoriamo per ricollocare queste organizzazioni sul terreno delle lotte
sociali e delle lotte di classe ed abbiamo preso parte attivamente
all'iniziativa di autoriduzione alla mensa e al corteo spontaneo che
successivamente ha contestato il rettore "progressista" Calzolari.
La condizione degli studenti a Bologna è tartassata
dalla selezione di classe più spietata; i padroni hanno devastato quello
che restava del "diritto allo studio", attraverso le controriforme
dell'Università ed il conseguente incremento di privatizzazioni ed
esternalizzazioni, rendendo inaccessibili agli studenti proletari strutture
e servizi e, come nel caso della mensa a Bologna, sfruttando in maniera
vergognosa i lavoratori impegnati.
Il nostro intervento in questo quadro è indirizzato
verso l'apertura di un percorso di lotte in grado di coinvolgere anche i
lavoratori e i precari dell'Università, un percorso che vogliamo costruire
con le forze della sinistra di classe e del movimento studentesco, contro
quelle burocrazie riformiste che oggi più di ieri (in un contesto poi come
quello bolognese, in cui Cofferati e la borghesia cittadina che lo sostiene,
sono percepiti con sempre maggiore ostilità dai settori di sinistra dei
movimenti di lotta), anche all'università, si pongono dall'altro lato della
barricata, dal lato dei baroni e del rettore.
Filippo Pangallo (Progetto Comunista Bologna)