Brasile: un'altra del "trotsko-sceriffo" Miguel Rossetto

Il vescovo e il tagliatore di teste

 

di Franco Grisolia

 

- Che cosa pensa delle dimissioni del presidente dell'Istituto Nazionale di Coordinamento della Riforma Agraria (INCRA), Marcelo Resende , considerato troppo vicino al Movimiento de los Sem Terra (MST)?

-Hanno chiesto la sua testa a Miguel Rossetto, il ministro per lo sviluppo agricolo, e lui ha preso la mannaia. Io sarei morto ma non lo avrei fatto, non in questo modo.

(da una intervista de Il manifesto (01/02/04) a Dom Tomàs Balduino, vescovo emerito di Goias , e presidente della Commissione Pastorale della Terra del Brasile)

 

I lettori di Progetto Comunista conoscono già, purtroppo, la figura di Miguel Rossetto, ministro dello sviluppo agrario (cioè della riforma agraria) del Governo Lula. Ne abbiamo già parlato, in particolare in un articolo pubblicato sul numero di dicembre 2003, intitolato "I trotsko-sceriffi della "legge e ordine" a difesa dei latifondisti. In esso abbiamo sottolineato il suo ruolo come esponente di punta in Brasile della locale sezione del cosiddetto "Segretariato Unificato della IV Internazionale" (che noi, come altri nel mondo definiamo "pablista" dal nome dello storico dirigente ,Michel Pablo, che diede il via cinqu'anni fa a questa corrente revisionista del Trotskismo). Tale sezione , "Democrazia Socialista" (DS), è una delle componenti del PT Brasiliano. Dopo essere stata per anni cerniera tra la maggioranza riformista di Lula e la sinistra "centrista" del PT (nei fatti più vicina alla prima), con la formazione del governo Lula è stata premiata per il suo opportunismo con l'importante ministero affidato a Rossetto (più un altro affidato al  simpatizzante stretto Olivio Dutra, ex governatore dello stato di Rio Grande do Sul, di cui è capitale Porto Alegre).

In realtà DS si era preparata da anni al suo ruolo di gestione all'interno di un governo borghese. Da tempo, infatti governa il comune di Porto Alegre e in alcuni momenti lo stesso stato . Qui ha espresso la più piatta collaborazione di classe, fatta in particolare di sussidi alla borghesia locale, ben contenta del suo "governo di sinistra". Il tutto coperto (più verso l'esterno che nella città stessa) dall'imbroglio del "bilancio partecipativo" (del resto non narto a Porto Alegre e non introdotto lì da DS, ma dall'ex sindaco Tarso Genro, lulista di destra), che, nelle condizioni date, non costituisce che uno strumento di integrazione delle organizzazioni di base allo strutture locali dello stato borghese. Con l'accettazione dell'ingresso nel governo neoliberale di Lula, DS ha mostrato la sua natura riformista controrivoluzionaria e indicato fino a dove può giungere il revisionismo del trotskismo del Segretariato Unificato.

Ma Rossetto ha aggiunto del suo, il che non è evidentemente un problema personale, ma esprime la deriva senza limiti del gruppo dirigente di DS, perche il nostro ha la solidarietà di esso, e, in particolare, del suo leader principale Raul Pont (anche lui ex sindaco di Porto Alegre).

Come indicavamo nell'articolo surriferito Rossetto si è e segnalato per le sue minacce stile "difesa della legge e dell'ordine" (testuale) nei confronti delle occupazioni di terra da parte dei sem terra. Questo in una situazione in cui le squadracce dei latifondisti hanno ucciso decine di occupanti, incoraggiati  in ciò dall'atteggiamento del governo il cui ministro dell'agricoltura (distinto da quello dello sviluppo agrario, bisognava ben accontentare tutti) è un latifondista che ha apertamento detto che i proprietari fanno bene a difendere con la violenza le terre perchè "chi non sa difendere le sue proprietà non è degno di possederle".

Da allora in poi Rossetto ha continuato la sua opera. Tra l'altro dichiarando ufficialmente, lo scorso settembre, il dispiacere del governo brasiliano per il fallimento del vertice di Cancun,evento salutato da tutti i movimenti. A che titolo lo dovesse fare lui e non un'altro ministro più specificamente indicato ( Esteri, Commercio estero, Economia) non si capisce; ma è tradizioni che gli ex radicali vogliano essere i primi a dimostrare ai loro nuovi padroni borghesi di essere i più diligenti .Ma , come ovvio, è sul suo terreno specifico che si è espressa principalmente l'azione del nostro.Sulla base di un piano che egli ha definito di "concertazione sociale pacifica (ma guardà un po' cosa si rivede in terra brasiliana nda) tra governo, proprietari terrieri e contadini senza terra", ha certamente promesso un piano di concessioni di terre ai contadini nei prossimi tre anni. Esso concerne tuttavia solo 400mila famiglie su più di quattro milioni.(la direzione del movimento dei Sem Terra, che pure, legata alla sinistra centrista del PT, sta subendo una pressione verso la moderazione  aveva chiesto di concederla a un milione di famiglie). Ma il punto è che, stante la politica di rimborso del debito usurario intrnazionale del governo, non c'è certezza dei finanziamenti (ricordiamo che la riforma agraria del governo Lula, che prosegue, con l'ipotesi di allargarla , quella del precedente governo di centro-destra di Cardoso,non ha niente di avanzato, nemmeno dal punto di vista riformista; non mette minimanmente in questione il latifondo, si limita ad acquisire contro indennizzo, terre incolte dei latifondisti, in realtà spesso terre demaniali da essi abusivamente prese in proprietà).

Se il buongiorno si vede dal mattino, c'è veramente da stare allegri, come si suol dire. Infatti Rossetto si era impegnato a realizzare sessantamila concessioni nel 2003; ne ha fatto invece poco più di diecimila, che corrispondono a circa la metà  di quelle realizzate...... dal governo di centrodestra nel 2002.

Quanto alla mattanza dei contadini essa è andata avanti impunita. La cifra finale fornita dalla Pastorale della Terra, di cui appunto Dom Balduino è presidente, è di 60 morti. Si tratta di una cifra verificata, depurata cioè da possibili confusioni con delitti determinati da altri moventi.( In effetti la cifra provvisoria indicata dalla stessa pastorale a fine novembre per undici mesi, prima della verifica,era 77). Si tratta in ogni caso della cifra più alta dal 1991; nell'ultimo anno del governo Cardoso erano stati 10. Ciononostante il nostro Rossetto (al cui cognome un nostro compagno ha proposto di aggiungere "di vergogna") ha contestato le cifre. Ha affermato infatti    

che i contadini assassinati sarebbero solo (solo!) 42 e che in alcuni casi non si tratterebbe di omicidi direttamente legati all'occupazione delle terre. Il nostro non specifica quanti sarebbero questi alcuni e quindi quanti i casi "accertati" secondo lui. Vorremmo chiedergli quale è il livello numerico che giudica "accettabile" per dire che il problema non è grave e che può continuare a minacciare i contadini che occupano le terre: 25?, 30?. Ecco forse trenta, come le moneted'oro che un certo Giuda (siamo in tema, visto il confronto con Dom Balduino) prese un venti secoli fa per un suo tradimento. Però temiamo che la cifra sia piu alta per Rossetto, perchè ,malgrado duemila anni di inflazione, un ministero in un governo borghese di un grande paese vale pursempre molto di più dei trenta denari dei vangeli, anche rivalutati..

E' in questo incredibile quadro che si situa l'episodio citato nell'intervista di Dom Balduino (che tra l'altro, precisiamolo, è lungi dall'essere un estremista, essendo addirittura membro- molto critico, in verità- di due commissioni consultive del governo). Il direttore dell'Incra subiva troppo le pressioni del MST e il nostro "Rossetto di vergogna" come dice Balduino "gli ha tagliato la testa" cacciandolo. Bene per una volta lasciate che noi, atei comunisti senza dubbi o remore, dichiariamo apertamente che tra il buon vescovo e il "trosko-sceriffo tagliatore di teste" (con tutto il rispetto per quelli veri del Borneo, che erano certamente di morale superiore) ministro borghese scegliamo senza alcun dubbio il primo.

C'è poco da aggiungere, se non dire che  una situazione del genere dovrebbe provocare l'indignazione di chiunque abbia um minimo di coscienza di classe e di etica politica. Purtroppo non è così per il Segretariato Unificato e per le sue principali sezioni. Queste non sono al livello di degenerazione di DS brasiliana. Ma il loro centrismo e la loro mancanza di politica rivoluzionaria è andata talmente avanti verso destra che si rifiutano di criticare la sezione brasiliana, nascondendosi ipocritamente dietro il fatto che "ogni sezione è libera di determinare la sua politica nazionale". E a volte alcuni dei loro militanti e dirigenti, come è successo recentemente sia in Francia che in Italia, di fronte alle nostre critiche, tendono a farsi saltare i nervi.

A parte la coraggiosa senatrice Heloisa Helena, espulsa dal PT per aver votato, unica della decina di rappresentanti parlamentari di DS, contro la controriforma pensionistica del governo, che (insieme ha pochi altri militanti di DS all'opposizione della linea dei Pont e Rossetto) partecipa con ruolo centrale al processo di costruzione di un nuovo partito insieme con le organizzazzioni di altri 3 deputati esclusi con lei, che si richiamano al trotskismo, solo alcune piccole sezioni hanno  appena cominciato, con grave ritardo, una battaglia, sia pur limitata e confusa, sulla questione brasiliana.

Per noi quindi  la necessità di lottare, insieme con i nostri compagni di tutto il mondo, per la rifondazione ddella Iv Internazionale, intervenendo con coerenza rivoluzionaria in primo luogo tra le masse, come hanno dimostrato i nostri compagni del PO argentino; ma anche sconfiggendo politicamente quell'ostacolo antirivoluzionario rappresentato dal sedicente "Segretariato Unificato della IV Internazionale"

Per i/le militanti di quest'ultimo che vogliano mantenere un minimo di dignità politica e morale la necessità di rompere con questo( per usare le parole di Lenin nel "Che Fare") "pantano" revisionista.